Renato Mazzoncini, nuovo ad di Fs

Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

I giochi di potere lungo i binari e la crescita della fiducia dei consumatori

Mario Sechi
Dopo il ribaltone di Fs ecco le prime accuse a Renzi per il suo azzerare e infarcire di suoi uomini le aziende dello Stato. Ma la realtà e che contano i fatti e risultati delle aziende. Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
    San Leonardo di Porto Maurizio.

     

    Titoli. Non avendo una linea, s’è trovato spiazzato. O meglio, avendo la linea del non prendere una posizione, alla fine gli altri si sono mossi e Renzi è rimasto solo a sostenere la bandiera arcobaleno. Forse l’aveva messo nel conto, forse no, ma l’autoisolamento del governo italiano è impaginato da tutti i giornali. Hollande alla fine la sua coalizione la sta mettendo in piedi e non è per niente scalcinata. Vinceranno? Senza truppe di terra no, ma la strategia è quella di impegnare gli eserciti arabi con il fucile e gli scarponi. Vedremo, intanto leggiamo i giornali. Primo caffè, Corriere della Sera: “Putin-Hollande: colpiremo insieme”. Il presidente francese e quello russo siglano al Cremlino il loro patto anti-Isis. Traduzione: le forze militari di Mosca e Parigi condivideranno gli obiettivi. Quando si aggiungerà anche Londra, la potenza di fuoco aereo sarà notevole e, a quel punto, dopo i bombardamenti, ci sarà il problema di andare a impattare a terra con le milizie di Isis. Che fanno a Repubblica? Ezio Mauro prima di lasciare la direzione tira di dritto e di rovescio, da fondo campo e sotto rete, c’è tutto il suo repertorio anche in questo numero di Rep. Titolo (azzeccato) su due righe: “Putin: alleanza anti-Is a guida Usa. Italia, controlli su chat e Playstation”. Dove soprattutto la seconda riga scatena la fantasia. Che si fa con Minecraft? Il ministro della Giustizia Orlando avrà messo nell’elenco anche la Wii di Nintendo? E la Xbox di Microsoft possiamo scordarcela? C’è poi tutto il mondo dei Gameboy e suoi derivati. E se i terroristi usassero un vecchio Arcade modificato e online, uno Space Invaders camuffato, che succede? Al Fatto Quotidiano decidono di difendere senza se e senza ma i dipendenti da PES (Pro Evolution Soccer) e titolano così: “Dicevano basta intercettazioni. Ora intercettano le Playstation”. In ogni caso, battaglia tipografica a parte, tornare alle care vecchio regole del commissario Maigret pare non sia contemplato. Si gingillano con l’elettronica, i contemporanei investigatori. Il risultato degli interceptor è davvero strabiliante: i terroristi di Parigi entravano e uscivano dalla Siria come se fossero nella sala da tè di Babington, in piazza di Spagna. Andiamo avanti, c’è un titolo in stereofonia di Carlino-Nazione-Giorno che fa una sintesi efficace della giornata: “Siria, si sfila solo Renzi”. Facciamo un rapido giro di titoli. Il Messaggero fa un ordinato résumé dei fatti: “Si allarga la coalizione anti-Isis”. La Stampa nell’attesa che Mario Calabresi prenda il timone, continua la sua missione di evangelizzazione al cosmopolitismo: apertura su Hollande-Putin, pagelle ai grandi, identikit di terroristi, un passaggio sul binario di Fs (arriva un renziano in bus), la Bce in versione tedesca e, naturalmente, la grande foto sul Papa in Africa. Liturgia completa. La cosa migliore del giornale di Torino è un reportage di Pierangelo Sapegno sulla vita (pericolosa) delle famiglie in villetta, la parabola di un sogno (l’arcadia lontana dalla città) trasformata nell’incubo dell’assalto dei rapinatori. Così la tentacolare metropoli cantata da Baudelaire finisce per essere un guscio meno tenebroso e sinistro del prato verde e il tetto in campagna. Altro? Libero tira su Renzi: “Il Bomba non bombarda”. Il Giornale tira le somme: “La Germania va in guerra”. Buona giornata.

     

    Un renziano sul binario. La notizia più forte per l’establishment italiano è quella delle dimissioni in blocco del consiglio d’amministrazione delle Ferrovie dello Stato. Titolo del Sole 24Ore: “Fs, cambio al vertice Si dimette il consiglio”. Apertura di cronaca, ma un commento e un’intervista a Graziano Delrio mettono subito in chiaro che è una partita delicata nel risiko di Palazzo Chigi. Si apre un’altra scatola e (forse) un’altra era nelle Fs dopo quella di Moretti, oggi a Finmeccanica. Le cronache si concentrano sull’arrivo di Renato Mazzoncini al posto di amministratore delegato. La sua storia comincia su gomma e finisce su rotaia con incrocio sulla via dell’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi. Sopra e sotto il racconto della sua scalata si legge il disappunto per il “metodo Renzi”, il suo azzerare e infarcire di suoi uomini le aziende dello Stato. Francamente, è un’accusa che ha poco senso: qualsiasi presidente del Consiglio piazza i suoi uomini di fiducia nelle partecipate. Ieri, oggi, domani. Va giudicato il lavoro, il resto conta quasi zero. MF fa un titolo che dipinge lo scenario del cambio: “Ferrovie, ribaltone pro ipo”. E’ un gioco di potere? Certo che lo è, ma quello che bisogna osservare su un’azienda dai mille intrecci come Ferrovie dello Stato è il processo di collocamento di quote sul mercato (su cui va fatta chiarezza e presa una decisione), la riorganizzazione, l'apertura alla concorrenza, l'allargamento dell’offerta, il miglioramento dei servizi.

     

    Sale la fiducia dei consumatori. Istat pubblica il suo indice che aumenta a novembre 2015 a 118,4 da 117,0 del mese precedente. E’ il dato più alto mai registrato dal 1995. L’indice di fiducia delle imprese resta invariato. Un segnale positivo in un periodo che però resta incerto sulla crescita nei prossimi mesi.

     

    Lorenzin, abbiamo un problema. Il presidente dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, Sergio Pecorelli, è stato sospeso per conflitti d’interesse. Un intreccio di incarichi sorprendente sul quale il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, dovrà prendere una decisione definitiva in tempi rapidissimi.

     

    Giostra cinese in Borsa. Shangai ha perso il 5,5 per cento a causa di due inchieste del governo cinese su due giganti del brokeraggio asiatico.

     

    27 novembre 1990. Il partito conservatore archivia l’era di Margaret Thatcher e sceglie come successore John Major. Un disastro che aprì le porte all’arrivo di un altro fenomeno della politica inglese: Tony Blair.