Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
La fine di Frontex e l'Isis che punta su Tripoli
Titoli. Il caveau è ostruito dalla politica e ormai il salvataggio delle banche è argomento impraticabile con la logica e il buonsenso. Si procede pensando ai voti di domani e non ai vuoti di ieri. Il contribuente italiano, quello onesto, si rassegni: finirà per pagare anch’egli il dissesto causato dalla collusione locale tra banchette piene di crediti avariati, amministratori incapaci (ipotesi benigna) e politica. C’è una chilometrica fila di smemorati che ha votato tutto a Strasburgo e oggi strilla al complotto di Bilderberg. Very funny. Primo caffè, Corriere della Sera: “Banche, lo schiaffo dell’Europa”. Ceffone completo nel catenaccio: “Il commissario Hill: venduti prodotti inadatti. Cliente morto, inchiesta per istigazione al suicidio”. Il Corriere ha un bel doppio smash sotto rete. Daniele Manca palleggia un’intervista a Salvatore Rossi, direttore generale di Bankitalia, che assesta un paio di sublimi colpi da fondo campo alla Commissione Ue, ecco la fase chiave del gioco: “Bruxelles dice che vi ha dato tre alternative. «Sì, la prima prevedeva la liquidazione delle banche, sa cosa significa?» Ce lo dica lei. «Oltre a mettere in gioco fino a 12 miliardi contro gli 800 milioni di oggi, azionisti, obbligazionisti di tutte le categorie e persino i depositanti sarebbero stati coinvolti. Non solo. Quando una banca fallisce chi ha chiesto un prestito o un mutuo viene chiamato a restituirlo immediatamente. Pensi cosa sarebbe accaduto alle migliaia di imprese clienti di quelle 4 banche…». E le altre due alternative? «Una è quella che è stata adottata, l’altra è quella che prevedeva l’intervento delle altre banche italiane tramite il Fondo interbancario di garanzia, ma ci è stato di fatto impedito». E perché? «Perché ci hanno detto che se l’avessimo fatto l’Italia avrebbe dovuto subire una procedura di infrazione per Aiuti di Stato. Nonostante il Fondo sia privato e pagato da privati quali sono le banche italiane». Perché l’Europa dovrebbe punirci? «Questo va chiesto all’Europa non a noi». Molto interessante. L’impaginato di via Solferino mostra un Federico Fubini che va di dritto e rovescio con Ignazio Angeloni, membro del consiglio di sorveglianza della Bce, braccio destro e sinistro di Mario Draghi: Angeloni indica a Fubini la via d’uscita dal caos: “Queste regole funzionano anche in uno scenario di crisi? «In quel caso, o in condizioni di mercati finanziari in tensione, il coinvolgimento dei creditori può in verità comportare dei rischi. Proprio per evitare conseguenze sistemiche, specie nel periodo di transizione ma anche a regime, sia le regole sugli aiuti di Stato che la direttiva Brrd prevedono eccezioni alle regole sul coinvolgimento dei creditori». Chi decide su queste deroghe al taglio sui risparmi? «Sulle eccezioni tocca alla Commissione, alla direzione generale Concorrenza, e all’autorità di risoluzione decidere. Caso per caso. Spetta a loro decidere il modo in cui gli interventi di risoluzione delle banche vengono attuati, e la Commissione in particolare è competente per gli aspetti che riguardano la compatibilità con le norme sugli aiuti di Stato». Bene, che fa Repubblica? Ezio Mauro non molla la trincea, combatte fino all’ultimo giorno, nella sua Santa Barbara c’è un arsenale di titoli, catenacci, occhielli, sommari, foto, didascalie. Ci mancherà, la sua riunione mattutina. Titolone su due righe: “Ue, accuse a governo e Bankitalia. Ai risparmiatori bond invendibili”. Da leggere Massimo Riva che fa un quadretto plumbeo: “Mentre Paesi come la Germania spalancavano le casse pubbliche per centinaia di miliardi da convogliare a difesa delle proprie banche, in Italia autorità monetarie e politiche si vantavano dell'insussistenza di problemi diffusi nel credito domestico limitandosi ad ammettere l' esistenza di una falla per il solo caso di malgoverno del Monte Paschi”. Ecco, la presunzione di scamparla senza impegnarsi nel risanamento, questo è uno dei temi. I crediti in sofferenza esistevano da anni, erano sotto il tappeto e non erano cenere, bruciavano. Poi sono emersi e toh! che bel falò. Secondo i dati diffusi da Bankitalia nel suo ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria i crediti deteriorati ammontano a 361 miliardi di euro, il 18 per cento del totale, una situazione difficile, soprattutto in assenza di uno strumento in grado di smaltire questo carico radioattivo, cioè venderlo, realizzare ricavi e ridurre così perdite potenziali che presto o tardi diventeranno reali. Voltiamo pagina, facciamo un giro di titoli. La Stampa dà la soluzione cosa fatta: “Banche, ecco il salva obbligazionisti”. Si salvi chi può. Il Giornale vede il governo in panne: “Il salva banche non salva Renzi”. Libero apre i libri contabili di Etruria, una cloaca: “La banca del pensionato suicida butta i soldi in yacht fantasma”. Il Messaggero è fedele alla vocazione bottega & portafoglio: “Crac banche, rimborsi più ampi”. Carlino-Nazione-Giorno sono in falegnameria: “La Ue inchioda le banche”. Ma l’Abi che fa? Perché finora i soldi li hanno messi le altre banche, il salvataggio dei quattro naufraghi della finanza locale italiano costa 3,6 miliardi di euro. MF ha un intrigante retrocena: “Salvataggi, Italia pronta al ricorso”. E Il Sole 24Ore cosa ha mandato in rotativa? “Banche: fondo di solidarietà e un arbitro «caso per caso»”. Eccolo qua, il modello spagnolo. Olè, buona giornata.
Che fa Renzi? Alza la diga e tira dritto. Oggi parte la Leopolda a Firenze, quella che aspira a passare “dalla rottamazione alla maturità”. Apre la Boschi. E Renzi? Il premier stamattina ha ricevuto a Palazzo Chigi il collega tunisino Habib Essid.
Sono saltati i confini? Difendiamo i confini. Sul Financial Times c’è la notizia che l’Unione europea vuole dotarsi di una sua forza per controllare le frontiere. Fine di Frontex, arriva (forse) un altro organismo. Meglio tardi che mai.
Isis punta verso Tripoli. Le milizie dello Stato Islamico hanno preso Sabrata, a soli 70 chilometri dalla capitale. Tranquilli, non siamo in guerra, e risolverà tutto la conferenza di pace che si terrà a Roma.
Yemen, la Guerra dimenticata. Le forze guidate dall’Arabia Saudita hanno preso il controllo dell'isola di Hanish, nel Mar Rosso. Gli scontri con le milizie Houthi sono violentissimi. Le organizzazioni umanitarie parlano di crimini di guerra. Un disastro umanitario, nell’indifferenza.
Editoria che funziona. Il gruppo Atlantic Media è in trattativa per vendere Quartz, uno dei suoi prodotti migliori. La newsletter di Quartz è uno dei fenomeni che ha ispirato List.
11 dicembre. Nel 1982 si sciolgono gli Abba dopo dieci anni di fulminante carriera. Finiti i concerti, restano i dischi. E vanno ancora forte.
Il Foglio sportivo - in corpore sano