Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
La storia infinita di Renzi sull'Italia "con il cappello in mano"
Titoli. Coltivare il proprio giardino è cosa buona e giusta, farlo mentre là fuori grandina è surreale. Alla fine, è il solo Corriere della Sera a impaginare come si conviene la crisi tra Arabia Saudita e Iran e la cosa non sorprende: a Repubblica c’è un imminente cambio al timone, alla Stampa è arrivato un nuovo direttore che deve accreditarsi a Roma (e vedremo come), la politica italiana sta sciando ma parla e questo è sufficiente per darle anche lo spazio che non merita. Primo caffè, Corriere della Sera: “L’Arabia rompe con Teheran”. E’ la giusta scelta per il titolo d’apertura, manca un commento, però c’è un’intervista a Niall Ferguson: “Duello tra regimi più vulnerabili”. Davvero? Quello saudita lo è certamente, quello iraniano no. Altro? Sotto la testata c’è un titolo da prendere a testate: “Il dossier del ministero sulla crescita lenta. Lontani dai livelli del 2008, ripresa selettiva”. Ripresa selettiva. Al bar di Vimercate se ne parla tutti i giorni così. Andiamo avanti. Cosa fa Repubblica? C’è il Fondatore (Eugenio Scalfari) e ci sarà ancora, ma tra poche ore non ci sarà più il Direttore (Ezio Mauro). Ne arriverà un altro (Mario Calabresi), attendiamo che entri nello schermo del radar di List. Nel frattempo, ecco l’apertura: “Aziende statali, ecco la riforma. Azzerati i cda”. Repubblica ha una notizia: la riforma del ministro Marianna Madia prevede la tabula rasa degli organi collegiali e l’avvio della stagione dell’amministratore unico. Qualcuno dirà: così il governo controlla meglio tutto. Può darsi, ma c’è anche qualche tonnellata di impaginato sui cda che non servono a niente e consumano indennità e gettoni di presenza, per non dire della qualità di molte decisioni. Come andrà? Scrisse Mogol e cantò Battisti: “Lo scopriremo solo vivendo”. Cose chic, un po’ radical e molto frou frou? Sopra la testata di Repubblica, due titoli da alto e basso, austerità e leggerezza. Uno: “Quando Heidegger citava l’antisemita Julius Evola”. Due: “Se neanche Renée Zelwegger conosce il finale di Bridget Jones”. Nichilismo & Spettacolo. Ok, che fa il neo direttore della Stampa, Maurizio Molinari? Grande novità sul quotidiano di Torino: intervista a Matteo Renzi! Il premier da settimane non rilasciava dichiarazioni, dunque giusto sentirlo sui fatti dell’agenda, sulla contemporaneità, sul futuro, perbacco. Titolo: ““Italia, basta cappello in mano”. E in effetti siamo di fronte a una svolta di governo, un fatto inedito, uno scoop. Apro il modesto archivio di List. 16 ottobre 2015, Renzi: “Soltanto noi in Italia abbiamo l'idea che bisogna andare in Europa con cappello in mano”; 4 novembre 2014, Renzi: "Non vengo in Europa con il cappello in mano”; 2 luglio 2014, Renzi: “Non possiamo andare in Europa con il cappello in mano”. Andiamo avanti, facciamo un giro di titoli. Libero dopo la fase caveau, è entrato in quella telecamere: “Il carrozzone Rai di Renzi”. Il Giornale apre con i buoni propositi del nuovo anno: “Come salvare i nostri soldi nel 2016”. Il titolo in filodiffusione di Carlino-Nazione-Giorno è sul lavoro: “Contratti, parte la sfida”, la nuova proposta della Cgil su produttività e rappresentanza (non se ne farà niente). Alt, caffè ar vetro e Messaggero che pizzica i panzer della grande Germania in sosta vietata: “Violazioni Ue, sorpresa Berlino”. Catenaccio con svolgimento dell’accusa: “Nella classifica degli sforamenti Germania come l’Italia. Ma Bruxelles è meno severa”. Finirà male, l’assalto al treno di Berlino. Buona giornata.
Petrolio. Arabia Saudita-Iran. I sauditi hanno tagliato le relazioni diplomatiche con l’Iran: “Avete 48 ore per andare via”, hanno detto ai diplomatici di Teheran. Mossa debole, segno che la dinastia dei Saud è agli sgoccioli? Di certo è in crisi e fatica a tenere insieme il regno, soprattutto nelle zone della costa orientale, dove risiedono gli sciiti. Effetti sul mercato del petrolio? I sauditi non cambieranno la loro linea e continueranno a tenere invariati produzione (alta) e prezzo (basso), ma il gioco dell’omino nel pozzo sta finendo per strangolare anche le loro finanze. Previsioni? Nel breve termine il prezzo del barile potrebbe aumentare di qualche dollaro, ma senza una guerra nel lungo termine lo scenario resta immutato.
Ferrari a Piazza Affari (con Renzi). Dopo Wall Street, il titolo della Rossa debutta nel listino di Milano. Attesa per le dichiarazioni di Marchionne (e i dati del mercato dell'auto di dicembre). Appuntamento simbolico, ci sarà anche il premier Renzi.
Al voto al voto. Le elezioni del 2016. Non ci sono soltanto le presidenziali negli Stati Uniti. Ecco la mappa e il calendario degli appuntamenti elettorali del nuovo anno.
Spagna. A proposito di elezioni… ve la ricordate la Catalogna? Bene, doveva essere indipendente, i giornali avevano celebrato la grande vittoria (di Pirro) del movimento di Artur Mas. Risultato: non si fa nessun governo e si torna a votare. Finirà così anche con il governo centrale? Probabile.
Cosa sta succedendo alla tv? In Italia c’è un fondamentale dibattito sulla parolaccia di Capodanno, altrove si discute del futuro dell’industria televisiva. Potente (e vista) come non mai. Il 2015 è stato un anno di svolta e il 2016 lo sarà ancor di più. A patto di ricordarsi un paio di cose: live audience in calo, aumento della tv on demand, il broadcasting tradizionale è in declino.
Tutto quello che c’è di nuovo nell’hi-tech. E’ al Ces di Las Vegas dal 6 al 9 gennaio, fiera del presente e del futuro.
4 dicembre. Nel 1847 Samuel Colt vende la sua prima pistola al governo americano. Inventò il revolver, protagonista dell’industria e della colonizzazione dell’America.
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