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L'accordo tra Renzi e M5s sulle unioni civili sarà una buccia di banana per il governo?

Mario Sechi
Forse no. Ma la sensazione è che il quadro politico sia più fragile e se un partito come il Pd fa conto sui conti del Movimento 5Stelle vuol dire che si eleva si considera buono un crash test fallito più volte. Tanti auguri.
    San Giuseppe da Leonessa, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.

     

    Titoli. La buccia di banana. E’ là, sul marciapiede, come in un film comico da manuale lo spettatore la vede prima, come vede l’uomo, ignaro, avanzare baldanzoso. Il pubblico comincia a ghignare. Primo piano sulla buccia di banana. L’inquadratura si sposta ancora. L’uomo cammina svelto, il piede si posa e… patapum! Casca per terra. Risata generale. Sarà così anche per il governo e la legge sulle unioni civili? Forse no. Ma la sensazione è che il quadro politico sia più fragile e se un partito come il Pd fa conto sui conti del Movimento 5Stelle vuol dire che si considera buono un crash test fallito più volte. Tanti auguri. Primo caffè, Corriere della Sera: “Unioni civili, le condizioni di M5S”. Ecco, appunto, mettono le condizioni, dunque siamo già alla comedy pentastellata già vista in altre occasioni. Lasciate perdere, cari democratici. E la buccia di banana? La sublime scena è evocata da Angelo Panebianco nell’editoriale del Corriere: “E se le unioni civili fossero il sassolino che frena l’ingranaggio, la banana su cui scivola il Partito della Nazione? Checché ne dicessero i fan di Renzi per incensarlo e i nemici per denunciarne il disegno autoritario, il Partito della Nazione è sempre stato solo una metafora, utile per evocare il tentativo del premier di collocarsi stabilmente al centro del sistema politico, indebolendo le ali (di destra e di sinistra), attirando consensi, e facendoli convergere sulla sua persona, da una direzione e dall’altra. Si trattava e si tratta di mostrare al Paese l’indispensabilità politica di Renzi: o lui o il diluvio”. Vedremo, pezzo da leggere e conservare. Altro? Una storia di ordinaria burofollia italiana raccontata da Gian Antonio Stella: “Fece pipì nel prato. Licenziato un prof”. Mamma mia, che strano paese è questo. Cosa fanno a Repubblica? Apertura sulla Ue e i conti italiani, tutti gli errori di Roma e tutti gli errori di Bruxelles, titolone di spalla sulle unioni civili, foto sul tatuaggio nella lista della spesa, Padre Pio di qua, l’asteroide di là. Stop. Altro? List segue con attenzione la Stampa guidata dal Molinari che sceglie lo stesso argomento di Repubblica ma fa il titolo giusto: “Allarme dell’Europa: l’Italia sta crescendo ma meno del previsto”. Editoriale di Marta Dassù sulla partita tra Unione europea Roma e Londra (Brexit) e finalmente in prima pagina un bel pezzo di cronaca dal Piemonte: “La cartiera di Cuneo salvata dagli ex operai”. Ottimo. Facciamo un rapido giro di titoli prima di passare ad altre letture. Il Giornale: “Adozioni gay, i pediatri: «Possibili danni sui figli»”. Carlino-Nazione-Giorno aprono sullo stesso argomento: “Pediatri, no alle adozioni gay”.  Libero: “L’Italia ha addestrato l’Isis”. Cose romane? Gli affitti del Comune di Roma a prezzi stracciati, un sempre verde: “Scandalo affitti, il sacco di Roma”. Inutile commentarlo, il titolare di List ribadisce quanto espresso mesi e mesi fa: al Campidoglio serve la trojka. Money? Borse a picco e crescita in rallentamento. Ecco MF sui guai altrui (e c’è poco da gioirne): “Ora cadono anche le banche degli altri”. E Il Sole 24Ore che sul titolo di taglio mette i numeri in chiaro: “La Ue lima il Pil italiano, deficit al 2,5%”. Allacciate le cinture. Buona giornata.

     

    Banche, Draghi: serve garanzia Ue sui depositi. Poco fa, via Agi: “Nell'area euro "manca ancora un accordo sul terzo pilastro dell'Unione bancaria, la garanzia sui depositi, che è un elemento essenziale di una vera moneta unica". Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi in un discorso a Francoforte. "Per questa ragione - aggiunge - è benvenuta la proposta della Commissione di introdurre uno Schema di garanzia europea di assicurazione sui depositi". La proposta "da una parte stabilisce l'ambizioso obiettivo di introdurre un vero sistema europeo di protezione dei correntisti" e "dall'altro è un realistico disegno e fornisce numerose salvaguardie contro l'azzardo morale per evitare che la condivisione dei rischi diventi una distribuzione dei rischi". Bussare alla porta di Jens Weidmann (Bundesbank) e Angela Merkel.

     

    David chiama Boris. Alla fine pare l’abbia convinto. David Cameron incasserà il supporto di Boris Johnson, il sindaco di Londra, per la campagna pro Europa contro il Brexit. In cambio Johnson avrà un incarico nel governo alla fine del suo mandato a Londra, il 5 maggio, data delle elezioni del primo cittadino della capitale inglese.

     

    Tempi duri per i petrolieri. Shell segna un calo dei profitti del 44% nell’ultimo trimestre. Dai 3.3 miliardi di dollari dell’anno scorso a 1,8 del 2015. Quello dell’esplorazione e estrazione del petrolio è un settore che ha bisogno di continui investimenti e non è facile tenere insieme il bilancio con questi prezzi. Che fare? Sperare nel futuro. Molti analisti pensano che le quotazioni quest’anno possano avere un rialzo importante, fino al 50 per cento, almeno 15 dollari, cioè un target tra i 46 e 48 dollari.

     

    Google e il suo algoritmo. L’azienda più capitalizzata del mondo (550 miliardi è il valore di Alphabet) ha messo un esperto di intelligenza artificiale a capo del settore che si occupa dell’algoritmo, cioè il cuore del colosso di Mountain View. L’ingegnere indiano Amit Singhal – figura leggendaria di Google – dopo 15 anni se ne va e arriva John Giannandrea, esperto in machine learning che, tra gli altri, avrà in cura un progettino chiamato RankBrain che cerca di far funzionare l’algoritmo come le interazioni fra i neuroni. I, Robot.

     

    4 febbraio. Nel 1945 inizia la conferenza di Yalta con Churchill, Roosevelt e Stalin.