Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
Italia, un paese in proroga
Titoli. Sala vince, i voti sono tutti buoni e la coscienza in politica crea problemi stellari. Il lunedì è rigorosamente in ordine sparso, ma la notizia è quella del Beppe Expo che vince le primarie del Pd a Milano e – questa l’opinione del titolare di List – diventa la prima vera svolta di Renzi. Primo caffè, Corriere della Sera: “Sala supera il test delle primarie”. Titolo in regular size e commento di Venanzio Postiglione: “Nella città della nazione”. Quotiamo il pezzo: “Se ha un senso, se ha un presente, se ha un futuro, se va da qualche parte, una cosa è certa. È nato a Milano, ieri sera, dopo una giornata di freddo e di pioggia: il «partito della nazione» ha preso l’aspetto di Beppe Sala”. Alt, Renzi dice che questa prospettiva non c’è, etc. Ma è esattamente il contrario di quel che afferma il premier in via ufficiale, perché quasi sempre i risultati di un’azione politica conducono a esiti imprevisti dai leader e in ogni caso il gioco della finzione renziana non regge: Sala è un’altra storia rispetto al Pd dove perfino Renzi ha militato. E’ un nuovo inizio? Vedremo. Altro? Parla il Papa. Non con Scalfari, ma con Massimo Franco sul Corriere. Che dice Francesco? “Ho solo detto che volevo incontrare e riabbracciare i miei fratelli ortodossi. Tutto qui. Sono stati due anni di trattative di nascosto, ben condotte da vescovi bravi. Per gli ortodossi se n’è occupato Hilarion, che oltre a essere bravo è anche un artista, un musicista. Hanno fatto tutto loro”. Appuntamento a Cuba il 12 febbraio. Che fanno a Repubblica? Argh, hanno preso il buco sul Papa e gli ortodossi, pubblicano di spalla un commento in ritardo di Mario Vargas Llosa sui nudi-coperti in occasione della visita del presidente iraniano a Roma. Non proprio sull’ultima notizia. Altro? Da leggere c’è un’intervista di Stefano Folli a Giorgio Napolitano sull’Europa e Renzi: “In Europa niente intese senza o contro Berlino”. Linea saggia. Vedremo. Facciamo un giro di titoli. La Stampa fa un titolo diverso dagli altri e la storia la dice lunghissima sul “dove siamo finiti” in Italia: “Cinquestelle, il diktat di Casaleggio”. L’occhiello è da braccialetto elettronico per quel che resta del mandato parlamentare: “L’ideologo stila un contratto per i candidati del movimento a Roma: multa di 150 mila euro per chi trasgredisce”. La multa. Ai parlamentari. E nessuno nelle istituzioni dice qualcosa? Il Giornale entra in zona Festival: “Sanremo fa lo spot alle coppie gay”. Davvero? C’è Elton John con il marito. Vabbè. Libero made in China: “Il sindaco di Milano lo scelgono i cinesi”. Carlino-Nazione-Giorno fanno un titolo che ricorda i tempi della Prima Repubblica: “Sala vince ma non sfonda”. Che succede a Roma? Hanno sfasciato la scalinata del Palazzo della Civiltà all’Eur: “Lo scempio dei vandali all’altro Colosseo”. Votare a Roma? No, serve la trojka. Buona giornata.
Mattarella incontra Obama. Mentre Napolitano dà la linea a Roma, il presidente della Repubblica oggi va alla Casa Bianca. Il Quirinale ci tiene a parlare di cultura, ma l’amministrazione americana è un filo più concreta e chiederà all’Italia maggiore impegno nelle aree di crisi del Mediterraneo e Medio Oriente. Cultura? L’agenda vera è qui.
Turchia e Siria. Ankara sta creando un campo profughi in Siria per ospitare i 35 mila profughi in fuga da Aleppo. Non apre i suoi confini, lavora sul lato siriano. L’Unione europea ha firmato un accordo da 3 miliardi di euro con la Turchia per la gestione della frontiera con la Siria.
Intanto, tra Russia e Turchia…Via Agi: “Sette membri di Isis, provenienti dalla Turchia (con cui Mosca è ai ferri corti dall'abbattimento di un jet russo lo scorso 24 novembre), sono stati arrestati a Ekaterinburg mentre stavano preparando una serie di attacchi a San Pietroburgo. Lo riferisce il controspionaggio russo, L'Fsb, ex Kgb, secondo il quale i jihadisti arrestati pensavano di rifugiarsi in Siria una volta aver compiuto gli attentati”.
Un Paese in proroga. L’ordine del giorno della Camera oggi prevede la conversione in legge di un decreto che proroga dei termini. Su cosa? Elenco, a pioggia. Proroga di termini in materia di pubbliche amministrazioni, proroga di termini in materia di giustizia amministrativa, proroga di termini in materie di competenza del ministero dello Sviluppo economico, proroga di termini in materie di competenza dei ministeri dell’Interno e della Difesa, proroga di termini in materia di distretti turistici, proroga di termini in materie di competenza del ministero della Salute, proroga di termini in materia di infrastrutture e trasporti. E via così per 48 pagine. Vabbè sono cose burocratiche, per carità, ma a un certo punto nella relazione tecnica, dove si parla di corsi professionali e del loro costo, si dice che i corsi non si sono mai tenuti perché rinviati da numerosi provvedimenti di proroga dei termini! Che bella, l’Italia in proroga.
Bill contro Bernie (per Hillary). Visto il pericolo, bisogna correre ai ripari. E tirare fuori subito tutto l’arsenale. Domani ci sono le primarie nel New Hampshire? Bene, Hillary Clinton contro Bernie Sanders schiera la sua arma più potente: il marito Bill. L’ex presidente degli Stati Uniti ha attaccato Sanders e i suoi supporters così: “disonesti”, “inaccurati nel descrivere i fatti”, “sessisti”.
8 febbraio. Nel 1971 a Wall Street apre un nuovo mercato: il Nasdaq. Parte l’era della finanza hi-tech.
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