Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
Conflitto di interessi, do you remember?
Titoli. Il copione è rispettato, ci sarà la fiducia, Renzi porterà a casa un pezzo di riforma delle unioni civili senza rischiare un capitombolo, Alfano avrà il suo momento di gloria inversamente proporzionale alla consistenza del suo partito, viva l’Italia, viva la Repubblica. Per il resto, tutto intorno, c’è la guerra, un minaccioso rumore di cingolati, il ruggito della storia. Primo caffè, Corriere della Sera: “L’ultima trattativa: stop alle adozioni, sì alla reversibilità”. Altro? Stella sull’ego di Renzi (e Berlusconi), un titolo di taglio sulle trentamila pensioni intoccabili (quasi sempre degli inamovibili). Leggere bene e ricordare il taglio basso scritto da Venanzio Postiglione, dedicato all’aggressione subita dal professor Angelo Panebianco all’università di Bologna. Un gruppetto di intelligentoni ha interrotto la sua lezione contestando un suo articolo sulla guerra in Libia. D’altronde, si sa, Panebianco è colpevole a prescindere: osa scrivere controvento quello che pensa sul Corriere della Sera. Che fa Repubblica? “Unioni civili, il Pd ha deciso fiducia e addio adozioni”. Apertura canonica. Cose nuove? Una spalla che meritava l’apertura: “Così Washington spiava i telefoni di Berlusconi”. Sono carte di Wikileaks riferite al periodo 2008-2011, interessanti, restituiscono il tono cardiaco della crisi finanziaria e le difficoltà del governo italiano. Questo è il passato. Se volete qualcosa sul presente e il futuro, allora sfogliate la Stampa: “L’Italia debole può contagiare la Ue”. E’ il rapporto della commissione Ue sulla nostra economia. Suonala ancora, Sam. Rapido giro di titoli. Il Giornale festeggia il compleanno di Matteo a Palazzo Chigi: “La verità sui due anni di Renzi”. Libero è in fase caccia alla gabella: “Pagheremo una tassa anche per dimetterci”. Carlino-Nazione-Giorno sono impegnati nella campagna di Germania: “Renzi attacca: così la mia Ue”. Il Messaggero intervista il ministro della Difesa, Roberta Pinotti e apre sulla prossima guerra: “«Isis, droni Usa da Sigonella». Money? MF svela il piano del governo per riformare la legge sui fallimenti: “Tribunali ad hoc per le sofferenze”. Meraviglioso. Il Sole 24Ore accende il radar su Telecom: “Vivendi punta al 24,9% di Telecom”. Giusto un gradino sotto la soglia che fa scattare l’Opa obbligatoria. Ah, la France. Buona giornata.
Il Fuocoammare di Renzi. Ieri ha lanciato il sondaggio diretto su Facebook, oggi ha deciso di regalare un film ai leader europei. E’ Renzi che fa Renzi. Via Agi: “"Ho chiesto a RaiCinema di avere 27 copie di Fuocoammare (il film di Gianfranco Rosi sugli sbarchi di clandestini che ha vinto l'Orso d'oro al Festival di Berlino, ndr) per regalarle al prossimo Consiglio europeo a tutti i colleghi con due paroline da parte dell'Italia". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a Rtl 102.5. il film "racconta con poesia l'accoglienza". A chi gli chiedeva se farà una dedica particolare al premier ungherese Viktor Orban ha risposto: "Non è il solo, sono in tanti a seguirlo purtroppo".
I droni di Sigonella? Niente Parlamento. Dice il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni: “L'uso della base di Sigonella non richiede una comunicazione specifica in Parlamento”.
Conflitto di interessi. Oggi arriva alla Camera, nella generale distrazione di un paese cloroformizzato, il nuovo testo da approvare. Sono sedici articoli, dentro c’è anche una riforma del collegio dell’Antitrust. E’ un provvedimento scritto con il fantasma di Berlusconi in testa, risultato: volendo impedire ai ricchi di candidarsi, paradossalmente si dà la possibilità solo ai ricchi e ai politici professionisti di candidarsi. La borghesia, la middle class viene fatta fuori. Cosa stupefacente, tra le tante, è la seguente: tre membri dell’Antistrust vengono eletti dalla Camera dei deputati e due – fermi tutti – dal Senato, cioè da un ramo del Parlamento che doveva essere abolito e invece, pur avendo un’elezione di secondo livello, fatta tra i consiglieri regionali, ha parola e potere di voto su temi delicati come questo. Vade retro.
Bill Gates si schiera con l'FBI e fa rotolare la mela. Il fondatore di Microsoft ha detto al Financial Times che i titani hi-tech devono collaborare con la giustizia americana nei casi di terrorismo. La questione in gioco tra gli investigatori e Apple ha un nome: crittografia dei dati. Chi ha visto The Imitation Game sa di cosa parlo. Il film è la storia di Alan Turing, padre dell’informatica, che insieme a un gruppo di matematici e fisici arruolati dai servizi segreti inglesi scopre i codici cifrati di Enigma, la macchina che i tedeschi usavano per blindare gli ordini. Apple ha un Enigma che riguarda l’attentato di San Bernardino e la giustizia vuole intervenire sui dati custoditi in un iPhone, vuole cioè sciogliere la catena della cifratura. Semplice. Non per Apple. La sortita controvento di Gates, ancora una volta, dimostra chi è il migliore della Silicon Valley.
…e gli americani con chi stanno? Con l’FBI. Un sondaggio di Pew Research dice che il 51 per cento degli americani ritiene che Apple debba collaborare con la giustizia.
23 febbraio. Nel 1991 le truppe americane attraversano il confine con l’Arabia Saudita ed entrano in Iraq. E’ la prima Guerra del Golfo.
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