Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
La Libia, i droni e il confronto tra Washington e Riad sul greggio
San Modesto
Titoli. La dronizzazione della politica, la sua manovrabilità attraverso il joystick, la guerra come schermata, il videogame. Questo è l’impaginato contemporaneo, la fusoliera di un Northrop Grunman RQ-4 Global Hawk che s’allunga su un Parlamento che a malapena sa a cosa serve un drone. Primo caffè, Corriere della Sera: “Libia, così colpiranno i droni”. Meraviglioso, il catenaccio: “Missioni difensive, 11 gli aerei americani. L’Italia darà l’ok «tempestivo»”. Missioni difensive. Da cosa ci difendiamo, dalla famosa aviazione dell’Isis? Andiamo avanti, c’è altro sul Corriere? L’editoriale di Marco Imarisio sulle primarie del Movimento 5 Stelle: “Il prossimo sindaco della capitale d’Italia, una città di quasi tre milioni di abitanti, potrebbe essere stato scelto da appena duemila persone. Sono quelle che ieri hanno acceso il computer, si sono accreditate presso il blog di Beppe Grillo, e hanno dato il loro voto al candidato del Movimento 5 Stelle che più gli piaceva”. Bello. Rappresentativo. Passiamo direttamente ai like su Facebook. Che fa Repubblica? Fa l’apertura sulla notizia che ieri invece aveva piazzato di spalla: “Wikileaks, caso Italia-Usa”. Vabbè, nei resoconti fatti dalla NSA non c’è niente che non fosse già noto. Ma la sceneggiata è aperta, dunque che si reciti. E allora si convochi con urgenza l’ambasciatore americano, si esprima sdegno, si urli al complotto e si proceda con Maria Elena Boschi oggi in parlamento al question time a rispondere alle interrogazioni urgenti sulle intercettazioni degli spioni americani su Berlusconi. Pulcinella top secret. Altro? La Stampa apre sul rapporto Ue sulla stabilità: “Banche italiane troppo fragili”. Il Giornale ha un titolo a centro pagina su un tema che il titolare di List ha appuntato sul taccuino da tempo: “L’ultima follia del Parlamento: politici di professione per legge”. E’ il disegno di legge sul conflitto di interessi, un testo che si definisce perfettamente grazie a un conio original di Calderoli: “Una porcata”. Libero ha un Obama con le orecchie extra-large: “Il grande Orecchione”. Taci, la Nsa ti ascolta. Carlino-Nazione-Giorno sono stereofonicamente concentrati sulle unioni civili: “Unioni gay senza adozioni”. Money? Avvisate i nemici di Berlino, passate un pizzino agli occhiuti strateghi della campagna di Renzi in Germania: le borse delle City e Francoforte si fondono, così la Borsa Italiana (controllata dal London Stock Exchange) diventerà tedesca. MF fa questo titolo: “Padrone tedesco per Piazza Affari”. Il Sole 24 Ore chiude il capitolo: “Verso la superborsa europea”. Occhiello: “Lse e Deutsche Börse studiano una fusione tra pari - Al termine dell’operazione i tedeschi avranno il 54,4%”. Achtung. Buona giornata. Anzi no, c’è un titolo involontariamente ironico del Messagero: “Libia, il piano B dell’Italia”. Strano, c’era il piano A?
Felix Libia. Liete notizie dalla Libia, via Agi: “I miliziani dello Stato islamico hanno occupato la sede centrale della sicurezza della città di Sabrata, nell'ovest della Libia. Secondo il sito informativo locale "al Wasat", i jihadisti occupano il centro della città dove al momento non si registrano combattimenti dopo l'attacco sferrato ieri sera. Testimoni oculari parlando di bandiere nere con la Shahada, la professione di fede islamica, nel centro della cittadina libica e sui palazzi del potere come la stazione di polizia, la centrale elettrica e l'ospedale. Il consiglio comunale, da parte sua, ha annunciato tramite la sua pagina ufficiale su internet che "le milizie rivoluzionarie di Sabrata stanno effettuando dei rastrellamenti alla ricerca dei miliziani dello Stato islamico presenti in città".
Libia & droni. Question time alla Camera con il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Ore 15, diretta Rai.
Il Brexit, Johnson, Churchill e i suoi fratelli. Fermi tutti, se il Regno Unito lascia l’Unione europea, allora anche la Repubblica Ceca comincia ad accarezzare l’idea di uscire. E’ un effetto domino dagli esiti imprevedibili. La mossa di Boris Johnson ha rovinato i piani di Cameron e il referendum ora è a rischio. Come si ferma? Di certo non scrivendo come ha fatto il Financial Times che Johnson non è Churchill. What a surprise. A chi vota questo non interessa. Lo scenario angloamericano è cambiato.
…e Trump fa tris. Dopo otto anni di Obama, gli Stati Uniti sono cambiati. Profondamente. Terza vittoria consecutiva per Donald Trump nelle primarie repubblicane. Conquista il Nevada con largo margine e si avvia verso la nomination per la Casa Bianca. Non ha avversari. Tutti i contendenti sono comparse che di volta in volta si alternano sul palcoscenico. Il suo messaggio è quello di un populismo senza un’idea di governo, ma è un racconto hard-boiled perfetto per catturare voti in questo momento storico. Trump ora è atteso alla prova del Super Tuesday, si vota in 11 stati. Trump fa campagna elettorale, poi (forse) governerà. E sarà diverso. That’s America.
Petrolio. Che succede? Succede che l’Arabia Saudita continua a giocare all’omino nel pozzo. Ieri il ministro del Petrolio, Ali al Naimi, ha annunciato che per il momento non ci sarà nessun taglio della produzione. Questo è un problema per gli Stati Uniti, tanto che lo stesso ministro ha detto: o tagliano i costi, o escono dal business. Il riferimento per niente casuale è alla moria di produttori di shale oil.
Tormentare un robot. Boston Dynamics fa i suoi esperimenti sull’ultima generazione di Atlas. Inquietante.
24 febbraio. Nel 2003 muore a Roma Alberto Sordi.
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