Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
Renzi ora è davvero Commander in Chief
Come nasce l’intervento in Libia e perché cambia la natura della presidenza del Consiglio. Una legge approvata alla fine del 2015 gli dà la guida di unità speciali. Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
Titoli. Se c’è la guerra di mezzo, il racconto italiano diventa immediatamente surreale, tragico e comico. Siamo sempre al Monicelli che dipinge i caratteri della Grande Guerra. Una semplice carrellata dei titoli di oggi darà al lettore di List il quadro dell’operetta in tuta mimetica.
Cinquemila italiani in Libia. Primo caffè, Corriere della Sera: “Così hanno ucciso i due italiani rapiti”. Cronaca, perfetto. Il Corriere è lo specchio perfetto di tutto quello che si agita nel Palazzo e leggerlo è uno spasso. Non ci credete? Seguite il titolare di List tra i titoli. L’editoriale di Franco Venturini è come al solito preciso e alla fine della colonna in prima c’è l’esito della faccenda: “…se si aggiunge che l’Italia ha da tutelare i suoi rifornimenti energetici, e deve prevenire ulteriori sfruttamenti dei flussi migratori, la conclusione, malgrado il comprensibile timore di rappresaglie, può essere una soltanto: l’Isis va fermato”. Dunque siamo in guerra? Be’, calma, ecco spuntare un altro titolo, Francesco Verderami scatta l’istantanea che spiega tutto sul generale Matteo: “Renzi spera di evitare la guerra”. Ma subito, come Gianni e Pinotto, ecco avanzare l’Angelino di fuoco: “Ora Alfano non esclude l’intervento”. Che bello, citofonatevi. E infine, di spalla, in un tripudio di fuochi d’artificio, ecco l’intervista all’ambasciatore americano, John R. Phillips, prodigo di consigli per l’invio di almeno “cinquemila uomini”. Cinquemila? Noi? In Libia? Con questo parlamento? Interessante, l’ambasciatore. Immaginiamo sia tema già discusso con il governo, perché in caso contrario il diplomatico è uno sprovveduto a mezzo stampa. Andiamo avanti.
Pronto l’attacco! Repubblica è in fase più realista del Re(nzi) e il titolo è da reazione rapida dopo Pearl Harbour, con la giusta enfasi patriottica ma rigorosamente democratica, senza eccessi nazionalistici perché sono pur sempre di sinistra, anche quando devono sparare: “Pronto l’attacco con aerei e navi”. Eh sì, aerei e navi, perché in Libia, come si sa, i militari finora ci sono andati in treno.
Renzi? Prudente. E naturalmente il Re(nzi) non è un bischero, è sempre un filo più accorto dei suoi supporter di cellulosa. E dunque dopo lo spiffero sul Corriere, eccone uno su La Stampa dove il sempre bene informato Fabio Martini dipinge la volontà del Commander in Chief di Rignano: “In Libia niente fughe in avanti”. Caro ambasciatore, quanti erano? Cinquemila? Mamma, butta la pasta.
Guerra seria. Al Giornale hanno messo già l’elmetto: “E adesso guerra seria”. Tutto intorno, nessuno.
Sbornia dei mutui. Se volete un esempio di pasticcio governativo, dilettantismo, sbornia istituzionale e stato confusionale, la storia delle banche, delle rate dei mutui scadute e del pignoramento rapido della casa è qualcosa di tragico e esilarante. Titolo di taglio del Sole 24 Ore: “Casa alla banca dopo 18 rate non pagate”. Erano 7, son diventate 18. L’importante è avere idee chiare e granitiche. E scusate, chi paga regolarmente il mutuo vince almeno un orsacchiotto? O si mette in coda per avere un bonus per un futuro rimborso da Banca Etruria?
Roma, alberi e topi. Non è roba per la penna titanica di Steinbeck, al massimo ci sta perfettamente Trilussa, ma la Capitale tra cronaca e politica (si fondono e la sfondano, l’Urbe) è un romanzone nero e lercio come pochi. Caffè ar vetro e Messaggero per gustare due titoli. Uno: “Alberi killer e topi padroni salvate la Capitale dai flagelli”. E se dicessimo la verità? Va salvata dai romani. Due: “Roma, Berlusconi apre alle primarie: punto su Bertolaso”. Gajardo.
Vade retro. Il titolo sull’immigrazione oggi è di Libero: “Vade retro immigrati”. Riprendono le cose dure dette dal presidente del consiglio europeo, Donald Tusk. Ora a Palazzo Chigi sono impegnati con i soldatini, ma ci sarà un vertice straordinario Ue sul tema e – come scrive Angelo Bolaffi su Repubblica, Merkel va aiutata. Su Politico le dichiarazioni hard di Tusk.
Telecom à la carte. Nel frattempo una delle più grandi aziende italiane viene shakerata dai francesi. MF ha un titolo eloquente: “Vivendi fa la voce grossa in Telecom”. Si parlava di un tuffo dalla finestra dell’ad Capuano, invece no. Ma le richieste di Bollorè sono chiare: “Dopo l’ingresso di quattro suoi esponenti in cda, Bolloré, ormai a un passo dal 24% della società italiana, vuole contare di più Non intende per ora cambiare l’ad, ma pretende maggiori tagli e la riapertura del dossier Brasile. Il titolo vola verso quota 1 euro”. L’azienda è loro, salutateci l’asset strategico. Rien ne va plus, les jeux sont faits. E buona giornata.
Libia, liberati due ostaggi italiani. Via Agi: “E' arrivata la notizia anche a me (della liberazione dei due ostaggi italiani, ndr), ma devo ancora confermarla con l'intelligence": lo ha detto il presidente del Copasir, il senatore leghista Stefano Stucchi, ai microfoni di Rai News 24, alla notizia che i due ostaggi italiani ancora nelle mani dell'Isis in Libia siano stati liberati. "Avevamo sempre detto che l'importante era riportarli a casa vivi". La Farnesina fa sapere che sono in corso verifiche.
La guerra di Renzi. Come nasce l’intervento in Libia e perché cambia la natura della presidenza del Consiglio. Renzi ora è davvero Commander in Chief. Una legge approvata alla fine del 2015 dà a Renzi la guida di unità speciali. Sul blog del titolare di List, la prima puntata.
Turchia & Unione Europea. Sarebbe vicino l’accordo per un effettivo controllo dei confini con la Siria. Il ruolo della Turchia è vitale.
Armi e Cina. Pechino nel 2016 spenderà circa l’8 per cento in più per il bilancio della Difesa. Il Pacifico non è come dice il nome.
L’auto (e l’aereo) senza pilota. Non solo Google Car. E se domani fosse possibile decollare senza un pilota sul volo di linea? The Atlantic prova a immaginare il volo.
4 marzo. Nel 1848 viene emanato lo Statuto Albertino. E’ la nostra prima costituzione, breve.
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