Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
L'attentato ad Ankara e il voto Germania sono due pagine della stessa crisi della contemporaneità
Sant'Alessandro di Macedonia, martire a Pidna.
Titoli. I giornali vanno letti come mappe. Bisogna unire i puntini e vedere dove conducono. Così l’impaginato è utile per andare da un posto all’altro, cogliere una destinazione, capire il prima e il dopo. La strage di Ankara (37 morti e oltre cento feriti) e il voto regionale in Germania (crollo della Cdu e balzo di Afd) fanno parte di un disegno della storia, della crisi della contemporaneità. Grandi crisi migratorie, confini che saltano, guerre tribali che diventano globali. La Turchia stamattina ha bombardato i curdi in Iraq. E’ la stessa Turchia che ha oscurato tutti i media e a cui l’Europa ha affidato le chiavi dei suoi confini. E’ la stessa Germania, quella che ha votato, che ha accolto un milione di profughi e oggi potrebbe chiudere le sue frontiere e sbattere in faccia la realtà – che non abbiamo mai voluto vedere – all’Italia. I profughi li hanno accolti un paio di Paesi, la Germania in testa. Senza, che faremo? Bella domanda, in Italia si discute di cose ben più grandi, cribbio. Il Pd è impegnato a litigare sulla natura del comando, mentre il centrodestra fa le gazzebbarie e ormai non si capisce chi è il candidato a Roma. Primo caffè, Corriere della Sera: “Doppio attacco del terrorismo”. Non solo Turchia, ma anche Costa d’Avorio, fuoco contro tre resort, sedici morti, attentato rivendicato da Al Qaeda. E’ quello che Guido Olimpio racconta, “Il fronte jihadista in Africa”, un intrico di piccoli gruppi con grandi disegni stragisti. Che fa Repubblica? “Schiaffo a Merkel, la paura profughi fa volare la destra”. Eccola, l’altra parte della mappa, le inquietudini del paese cuore dell’Europa, la Germania. Cose fondamentali sul giornale in cerca di una nuova identità? Questa: “Quant’è maschilista il sorriso dell’emoticon”. Sì, ci meritiamo tutto. Il mondo esplode, uomini, donne e bambini muoiono dilaniati, nuove minacce avanzano, nuove armi proliferano, preoccupiamoci dell’emoticon, impaginiamolo per bene, facciamoci sopra un forum. Andiamo avanti, giro di titoli. La Stampa prosegue il cammino tra le macerie del terrorismo: “Al Qaeda, la strage arriva dal mare”. Libero cambia apertura e presenta una vicenda molto interessante sul costume (e la corruzione) italiana: “Brogli e soldi spariti: l’altro doping del Coni”. Il Giornale è nel solito caos delle libertà: “Meloni e Salvini rompono. Berlusconi ha un piano B”. Il piano B. Ci mancava. Carlino-Nazione-Giorno in stereofonia danno il lieto annuncio: “Svolta Libia, c’è il governo”. Svolta? Un po’ troppo, c’è il chiodo per appendere il quadro della guerra. Poi si vedrà. E’ l’ora di chiudere le pagine dei giornali, finale con la confusione Capitale, un caffè ar vetro e il Messaggero: “Roma, sì a Bertolaso dai gazebo. Meloni: «Pronta a candidarmi»”. Meraviglioso, chiamate Totò. Buona giornata.
Che fa Renzi? Scrive messaggi di cordoglio e nel pomeriggio interviene al WorldMun 2016.
Petrolio. Come sarà il 2016. L’Opec pubblica il suo scenario. Da prendere con le pinze, ma sempre da leggere.
Samurai Money. Che cosa farà domani la Banca del Giappone? Dopo il colpo sparato dalla Bce, la BOJ ha ancora frecce al suo arco? O l’Abenomics è finita? Vedremo.
Libia Felix. Nonostante i mille tentativi fatti per farla sparire dall’agenda, la Libia è là, con tutti i suoi problemi. Oggi a Bruxelles c’è un vertice dei ministri degli Esteri dell’Unione europea. E in nella lista, toh, c’è la Libia con “gli ultimi sviluppi”. Quali sviluppi? Ieri c’è stato un vertice con il segretario di Stato americano John Kerry a Parigi e la via è chiara: formare un governo libico anche senza l’unanimità e poi avviare la campagna militare contro Isis. Per questo sono state annunciate sanzioni europee contro le fazioni libiche che ostacolano la formazione del governo. Tutto questo processo da burocratico in realtà serve a stare dentro la cornice delle Nazioni Unite. E poi? Poi si vedranno esattamente i pezzi sulla scacchiera e, a quel punto, Renzi dovrà prendere una decisione diversa da quella di fare il pesce in barile.
Turchia vs curdi. Via Agi: “L'aviazione turca ha bombardato le postazioni dei ribelli curdi in Iraq all'indomani della strage di Ankara. Lo ha reso noto l'esercito turco. In azione nel nord dell'Iraq nove caccia F16 e due F4 hanno, che hanno colpito "con precisione" 18 postazioni ribelli, tra rifugi e depositi armi, nella regione del monte Kandil, dove si trova il comando del gruppo separatista curdo. La Turchia ritiene che il Pkk sia responsabile della strage di ieri alla fermata di un bus nel cuore di Ankara, costata la vita a 37 persone e non ancora rivendicata”. Ritiene.
14 marzo. Il tricolore nel 1861 diviene la bandiera del Regno d’Italia.
Il Foglio sportivo - in corpore sano