Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
L'asse Roma-Berlino sui migranti
Titoli. Là in fondo, a destra. La realtà vince sempre e alla fine – dopo poche e molte clessidre rovesciate - fa luce sulle buone idee e quelle invece dannose. Fu una buona idea provare a fare un governo di larghe intese con Matteo Renzi. Fu una cattiva idea sganciarsi dal patto del Nazareno senza avere un’alternativa politica. Fu una cattiva idea entrare nello stesso spazio politico di Salvini e Meloni. Si potrebbe anche salire sulla macchina del tempo e tornare indietro, ma il titolare di List lascia questo compito agli appassionati di archeologia. Primo caffè, Corriere della Sera: “Meloni in campo. Da Roma a Torino, si rompe l’alleanza”. C’è mai stata una vera alleanza? Dopo il regno leghista di Umberto Bossi (e anche con il Senatur i problemi furono tanti) i patti erano frantumati come piatti che volano in cucina. Altro sul Corriere? In via Solferino dicono che “soltanto Kasich può fermare Trump”. Neanche lui, boys. Attenzione, sulla spalla del Corriere c’è questo titolo: “Corsi per dare il verderame. Il calvario degli onesti”. Spalla, in alto. E’ un pezzo di Susanna Tamaro sulle follie burocratiche. Ah, naturalmente c’è Michela Marzano – sempre dispensatrice di cose filosoficamente ultracorrette – con un articolo che risveglia l’istinto di sopravvivenza del lettore, la ricerca disperata di un libro di Jane Austen per riprendersi dallo choc. Sì, comincia proprio così: “Le recenti polemiche…”. Meglio il cloroformio. Che fa Repubblica? E’ ancora in Egitto. Parla ancora il presidente Al Sisi (si vede che si sono affezionati all’impaginato) e dice che “manca un’exit strategy, ricordatevi della Somalia”. Traduzione: non disturbate il mio caro generale Haftar, combatte lui per noi (e un po’ per voi), in Libia. Altro? Titolo epico: “Meloni campo sfida a Berlusconi: io, mamma Roma”. Mamma mia. Cose che fanno battere il cuore, preoccupano le masse, danno un tono al dibattito nazionale? Strega, il premio: “Feltrinelli, il gran rifiuto. No al premio Strega”. Non partecipano, loro. Dicono che non funziona, insomma è una mandrakata. Facciamo un giro di titoli. La Stampa: “L’assalto di Salvini al centrodestra”. Addirittura? Neanche fosse Alessandro Magno. Il Giornale: “Gli sfascisti”, ah, una battuta su Meloni e Salvini. Libero: “Le stupidarie del centrodestra”, il miglior titolo del giorno. Carlino-Nazione-Giorno: “Salvini scarica Berlusconi”, così siamo al giorno del camallo. Un caffè ar vetro e Il Messaggero: “Sfida a destra: stop a Berlusconi”, meglio leggere l’oroscopo di Branko: “Il segno del cancro verso un nuovo inizio”. Vabbè, chiudiamo dando un’occhiata ai mercati. MF è in fase spezzeremo le reni alla Germania: “Banche tedesche peggio delle italiane”. Sul Sole 24Ore, per sapere, per capire, leggere Paolo Bricco su una storia italiana che funziona alla grande: “Ferrero oltre 10 miliardi: esempio per il made in Italy”. Che voglia di pane e Nutella. E un altro caffè, buona giornata.
Italia-Germania, si può fare. Cosa? Il piano sull’immigrazione. Lo scrive il Council on Foreign Relations, lo pensano molti think tank tedeschi che all’Italia non hanno mai guardato con grande fiducia in passato. Ma su questo punto, l’asse con Berlino c’è. E va preso sul serio. Oggi comincia il vertice straordinario dei capi di Stato europei, Renzi sarà tra i protagonisti. Stamattina il Financial Times informava i suoi lettori – divisi dal Brexit – sulla crescente opposizione di Renzi all’Europa e i sondaggi che indicano una forte sfiducia degli italiani per l’Unione. Sono segnali. Alcuni buoni (l’interesse per Renzi come fenomeno politico), altri cattivi (non si capisce ancora quale sia il suo piano, ammesso che ne abbia uno). Il nodo del vertice? La Turchia. Batte cassa, costa e non è affidabile.
Renzi in the news. Una paginata sul Financial Times e Politico che anticipa il documento sull’Europa pensato da “Volta”, il think tank brussellese di Renzi diretto da Giuliano da Empoli. Ah, gli intellettuali organici. Prendiamo nota sul taccuino, a futura memoria.
Fiscal Compact e Pd. Serve, prendere appunti e conservare il taccuino. A proposito di futura memoria. Ieri Renzi ha criticato il Fiscal Compact. E’ la sua linea politica, la conosciamo. Quella invece dei suoi deputati è tutta in questa tabella, consultabile online su Openpolis. E’ il voto finale alla Camera sul Fiscal Compact: nel Pd zero contrari, zero astenuti, tutti favorevoli. Ieri approvavano, oggi applaudono la demolizione di quel che hanno votato all’unanimità. Prezioso, il taccuino. Tutto dimenticato, tutto perdonato.
Che fare con Lula (e Dilma)? Il Brasile è nei guai. Seri. E non solo economici. La nomina dell’ex presidente Ignacio Lula da Silva è la mossa disperata della presidente Dilma Roussef per impedire l’arresto dell’ex capo dello Stato. Supposizioni? No. E’ stato pubblicato un colloquio telefonico – intercettazione legale e pubblicazione autorizzata dal magistrato – in cui Roussef e Lula concordano la mossa per schivare le manette. E ora? Il Brasile non è un piccolo paese, la sua stabilità interessa tutti, vediamo quale soluzione trovano per evitare il crac.
17 marzo. Buon San Patrizio a tutti. Il santo d’Irlanda che nacque in Britannia.
Il Foglio sportivo - in corpore sano