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Tutto quello che c'è da sapere sulle dimissioni di Federica Guidi
Sant' Ugo di Grenoble, vescovo.
Titoli. L’unica volta che il ministro Federica Guidi fa notizia, becca tutte le aperture dei giornali. La notizia è quella delle sue dimissioni, i titoli, tra varianti più o meno riuscite, dicono tutti la stessa cosa: un emendamento per il fidanzato le costa il posto. Il titolare di List evita il rosario dei titoli fotocopia e ne segnala uno per tutti, quello della Stampa: “La Guidi se ne va, Renzi non la ferma”. C’è qualcosa in più, l’uscita della Guidi era spintanea. Cosa bisogna sapere? Questa è la lettura del titolare di List:
- Le dimissioni della Guidi erano ineludibili, bene ha fatto Renzi a chiederle;
- La Guidi non era una renziana di stretta osservanza, un problema in meno;
- La Boschi avrà un quesito a cui rispondere: sapeva perché la Guidi aveva un particolare interesse a quell’emendamento a cui poi Boschi ha dato il via libera?
- Che cosa è sufficiente (e cosa non lo è) oggi nel governo Renzi per provocare l’uscita di un ministro? La geometria variabile dei casi di dimissioni sta diventando difficile da gestire e a breve potrebbe diventare impossibile (leggere alla voce Banca Etruria);
- Renzi ha un problema: la gestione della sua war room. Appare evidente che il motore del governo è la Boschi, la gestione di Palazzo Chigi nel format quattro + (Renzi, Boschi, Lotti, Manzione, + Alfano che ogni tanto apre e chiude la porta) alla lunga non funziona;
- L’inchiesta, per i soliti effetti distorsivi del dibattito italiano, potrebbe influenzare il referendum No-Triv (che No-Triv non è) del 17 aprile, di sicuro verrà strumentalizzato;
- La Guidi non era un buon ministro, ma il ministero dell’Industria ha grandissima importanza. Che cosa sceglierà Renzi? Un tecnico esterno ai partiti? Un suo fedelissimo? Una figura dentro il gioco politico ma competente? Vedremo, il premier ha l’occasione per piazzare una pedina importante e dare qualità all’esecutivo, se vuole;
C’è altro da sapere? Un paio di titoli, su altri argomenti ben più importanti del destino della Guidi. Primo caffè, Corriere della Sera: “Bandiere, caramelle, dubbi. La festa forzata di Tripoli”, Francesco Battistini racconta la verità che sta davanti e dietro, sopra e sotto l’insediamento del governo di Al Serraj a Tripoli. Tanti auguri. Repubblica ha una spalla interessante: “Il divorzio è brevissimo, ma la coda dura un anno”. Classico, italians. E due titoli di economia e finanza. Il primo di MF sull’affare più atteso dell’anno: “Vivendi-Premium è quasi fatta”. Il secondo del Sole 24Ore sul futuro di Confindustria: “Presidenza Confindustria, designato Boccia: un percorso di continuità e cambiamento”. Il Messaggero non è in edicola, il caffè ar vetro arriva regolarmente. Buona giornata.
Che succede in Libia? Tutto bene, il governo sul gommone è a terra. Il premier al Serraj incontra tribù, fazioni, clan. Nel frattempo, nel porto di Misurata sono esplose due navi cariche di armi. E il governo ribelle di Tripoli si è spostato anch’esso a Misurata. Come si vede, le cose procedono verso la riconciliazione nazionale.
La fusione di Isis e Al Qaeda. Ecco un tema da tenere d’occhio. Su Foreign Affairs c’è molto da leggere e da imparare.
Renzi nucleare. Oggi il premier partecipa al vertice sulla sicurezza nucleare a Washington.
Su la disoccupazione, occupati in calo a Febbraio. Disoccupazione a +11,7 per cento. Per sapere, per capire. Ecco i dati Istat, via Agi: “Dopo la crescita di gennaio 2016 (+0,3%, pari a +73 mila), a febbraio la stima degli occupati diminuisce dello 0,4% (-97 mila persone occupate). La diminuzione di occupati coinvolge uomini e donne e si concentra tra i 25-49enni”. C’è lavoro (poco) solo per gli over 50. Le stime su occupazione e disoccupazione sono da oscillazioni millimetrica. Meditate.
1 aprile. Nel 1979 l’Iran diventa Repubblica islamica dell'Iran. Si apre l’era del khomeinismo.
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