Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Mentre tutti si interessano a intercettazioni e Panama papers, l'Ue continua a sgretolarsi

Mario Sechi
E’ la Commedia Umana a cui Honoré de Balzac dedicò racconti, saggi, novelle. Tutto dimenticato, in un’epoca che in gran parte ha perso il senso e l’estasi per la parola, degradarsi alla lettura dei verbali scritti in questurese, dà l’esatta dimensione in cui siamo finiti tutti, soprattutto il giornalismo.
    San Dionigi di Corinto.

     

    Titoli. La differenza tra i Panama Papers e il Tempagate? Che il lettore entra ed esce da queste storie da buco della serratura (e cassaforte) con la sensazione che il primo sia un caso da potenti e glamour, mentre per il secondo il rating è fissato sulla frase “sguattera guatemalteca”. I quotidiani impaginano scandali, bagnano la rotativa d’inchiostro che traduce il fiele di alcune intercettazioni, nel frattempo le incrinature dell’Unione Europea si allargano e la contemporaneità, scappata dalla gabbia, ruggisce. Primo caffè, Corriere della Sera: “Tutte le pressioni sui ministri”. Catenaccio: “Richieste a Delrio, citate Pinotti e Boschi. E Gemelli: Antimafia da eliminare”. Lo stesso copione potrebbe essere tranquillamente applicato su un Comune, un’azienda dove si sgomita per il posto di comando, un giornale in cui si vuol far cadere un direttore, un’istituzione culturale dove si lotta per far prevalere una visione o un’idea anche se immersa nell’idiozia. E’ la Commedia Umana a cui Honoré de Balzac dedicò racconti, saggi, novelle. Tutto dimenticato, in un’epoca che in gran parte ha perso il senso e l’estasi per la parola, degradarsi alla lettura dei verbali scritti in questurese, dà l’esatta dimensione in cui siamo finiti tutti, soprattutto il giornalismo. Andiamo avanti. Altro sul Corriere? C’è un’intervista a Pierluigi Bersani, seduto di fronte al Caminetto (spento) che annuncia al popolo: “Voterò no al referendum”. E così, per causar scorno a Renzi, finisce per far torto alla sua intelligenza. Che fanno nella chiesa del progresso, Repubblica? Apertura: “Delrio sotto attacco. “Dossier su di me, trame contro lo Stato”. Come sempre, il senso del limite di se stessi in questi casi salta come il coperchio di una pentola a pressione con la valvola rotta. Lui, il dossierato, reagisce con una vigorosa intervista colma di quella che Fabrizio De Andrè avrebbe chiamato con un sorriso amaro e uno giocoso sbuffo di fumo: “La vibrante protesta”. Piccoli uomini, piccole idee. Altro su Rep.? Sì, ma facciamo un giro di titoli. La Stampa di Maurizio Molinari conferma la sua vocazione a guardare cose che altri snobbano e così spesso impagina cose originali e interessanti: “Vienna: 300 mila migranti dall’Italia”. Ottimo, sta funzionando bene l’accordo sull’immigrazione nell’Unione. Libero fa un titolo lieve sul governo: “I ministri si odiano”. Il Giornale è in una delle sue fasi classiche, quella da elenco: “Ecco i primi cento nomi”, quelli che hanno spedito i soldi a Panama. Il Fatto Quotidiano si occupa del vai e vieni in Parlamento: “Mister Guidi in commissione mentre parlava la Boschi”. Carlino-Nazione-Giorno in filodiffusione: “Veleni su Delrio, lui va dai pm”. Così poi escono sui giornali anche i suoi verbali. Stop. Cose romane, cronache caleidoscopiche dalla Capitale? Daje, un caffè ar vetro e ll Messaggero: “Il Pd moroso: sfratto dalla storica sede di via dei Giubbonari”. Hanno un debito con il Comune di 170 mila euro, affitto arretrato, mai pagato, sono abusivi e senza contratto in due stanze che – racconta quello che al Messaggero ha la penna migliore, Mario Ajello – “hanno visto di tutto. Compreso il passaggio di Silvio Berlusconi. Che un giorno si affacciò qui dentro, si mise a chiacchierare simpaticamente con i compagni, ma uno non gli vuole stringere la mano («Non perché sono comunista ma perché sono juventino», spiega) e il Cavaliere sorridendo: «Come siete tristi». Siamo all’epilogo, il commissario Tronca non perdona, s’è bevuto PlayStation-Orfini e dimostra che a Roma le cose funzionano solo se c’è uno con le balls of steel. Vi prego, tenete Tronca in Campidoglio come Messi, a vita, e inviate la Trojka per il supporto tecnico. Anche Wolfgang Schauble per trattare con Atac e Ama, se possibile. Cose che cambiano la vita? MF è inchiodato allo sportello da giorni e ha ragione a farlo: “Banche, la borsa non crede allo scudo”. Il Sole 24Ore riporta la frase che dice tutto sulla fragilità del nostro tempo: “Draghi: rischi di shock senza Unione monetaria completa”. Allacciate le cinture, buona giornata.

     

    Draghi e gli shock dell’Europa. Cosa vede, cosa prevede, cosa pensa il presidente della Bce sull’oggi e il domani dell’Europa. Il Foglio oggi pubblica la prefazione al rapporto annuale.

    Conclusione di Draghi, micidiale: “Il 2016 non sarà meno foriero di sfide per la Bce. Le prospettive per l’economia mondiale sono circondate da incertezza. Dobbiamo fronteggiare persistenti forze disinflazionistiche. Si pongono interrogativi riguardo alla direzione in cui andrà l’Europa e alla sua capacità di tenuta a fronte di nuovi choc. In questo, il nostro impegno a onorare il mandato conferitoci continuerà a rappresentare un’ancora di fiducia per i cittadini d’Europa”. I naviganti sono avvisati: fate le riforme.

     

    Il rapporto Bce 2015. Integrale, ricco, da studiare. Per sapere, per capire.

     

    Che succede a Renzi? Ha qualche problema di governabilità. Il titolare di List ha fatto un punto sul Pd come partito neo-gramsciano, Giuliano Ferrara fa uno scenario reale sulle difficoltà e invoca lo scatto verso un nuovo soggetto politico, Claudio Cerasa ha una proposta, il Lodo Foglio.

     

    Consiglio dei ministri. E’ convocato per le 18 a Palazzo Chigi, l’ordine del giorno ancora non c’è.

     

    Agenda Mattarella. Il presidente della Repubblica stamattina (ore 11.00) è a casa sua, in Sicilia. Visita alla Cattedrale di San Nicolò a 20 anni dal crollo della cupola. Domenica Mattarella inaugurerà il Vinitaly a Verona.

     

    Panama Papers. Il Brexit di Cameron va offshore. Il premier britannico ha ammesso di avere una quota nella società offshore del padre e pubblicherà la sua dichiarazione dei redditi. In piena campagna referendaria per far restare il Regno Unito nell’Unione europea, una botta.

     

    Panama Papers. Il milione del figlio di Abu Mazen. Toh, soldi palestinesi in giro per il mondo, che grande novità. Haaretz ha tutto quello che c’è da sapere. Ricordate la storia del tesoro di Arafat? Cose che si fanno in Svizzera.

     

    Che succede in America? Ci sono le primarie, la campagna presidenziale è interessantissima e piena di colpi di scena. Cruz e Sanders fanno sudare freddo Trump e Clinton e il dibattito segnala qualche lieve conseguenza per il resto del mondo: gli Stati Uniti stanno chiudendo la porta al free trade. No, non è un paradosso, il protezionismo è nel dna americano più di quanto si immagini. Vai col dazio.

     

    Costruttori d’auto in cerca d’identità (digitale). Il ceo della Ford, Mark Fields, ha detto che la sua casa automobilistica ha l’ambizione di diventare come un’azienda della Silicon Valley. Conferma quanto pensa il titolare di List: il modello di marketing è quello di Tesla.

     

    8 aprile. Twin Peaks debutta sugli schermi. Il canale è quello di ABC, le visioni sono di Mark Frost e David Lynch, il successo è mondiale. “Chi ha ucciso Laura Palmer?”.