Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
La partitona per la nomina del Procuratore capo di Milano: "Il ritorno di Mani Pulite"
Santi Teodoro e Pausílipo
Titoli. Il Trivella ciao c’è tutto, sul territorio si è espressa anche l’Anpi, i vescovi si sono dati da fare con il turibolo, Giorgio Napolitano forse non torna in tempo da Londra. Il referendum No-Triv (che No-Triv non è) è nel solco della tradizione del paese: il merito conta poco o nulla e, come si diceva tanto tempo fa, “è una questione politica”. Quale? Vedere se Matteo Renzi perde un colpo. Il referendum ha questo significato, poi eventualmente c’è l’industria, l’ambiente, la modernità, lo sviluppo, l’energia e soprattutto un quesito che è lunare rispetto al dibattito alimentato da forze politiche e comitati. L’unica vera domanda, a questo punto, è solo una: fa il quorum o no? Primo caffè, Corriere della Sera: “Referendum, attacco di Renzi”. Catenaccio: “Legittimo astenersi, una bufala che si decida sulle rinnovabili”. Ira dei No Triv”. Michele Ainis e Angelo Panebianco fanno un bibì e bibò sul referendum (“io vado a votare”, “ma prego, si figuri, le faccio strada, io però mi astengo”). Ci sarebbe da leggere un editoriale di Sabino Cassese, ma il titolare di List si astiene (dalla lettura) non perché manchino argomenti (Cassese ne ha fin troppi) ma perché siamo al terzo professore che firma in prima pagina sul Corriere con conseguenze devastanti sulla brillantezza della prosa: “Le vicende del giacimento Tempa Rossa, venute agli onori della cronaca nazionale…”. Gli “onori della cronaca nazionale” è una frase tratta da uno scambio epistolare tra latifondisti dell’Ottocento, emerge nell’impaginato insieme alle ragnatele e allo sbuffare di un treno a vapore. Andiamo avanti, altro sul Corriere? Sulla spalla c’è un giornalista, Giovanni Bianconi, che racconta la partitona in corso per la nomina del Procuratore capo di Milano dove Francesco Greco è favorito: “Il voto di ieri ha confermato la solidità della sua candidatura, ma affinché prevalga bisogna che altre correnti convergano su quel nome; da soli non basterebbero nemmeno i «laici» di centrosinistra (3 più il vicepresidente Legnini che solitamente non vota)”. Greco a Milano, Ielo a Roma e Davigo all’Anm, se Di Pietro scende dal trattore, possiamo titolare “a volte ritornano”, o meglio, non se ne sono mai andati. Non riesce a contenere l’esultanza Il Fatto Quotidiano: “Il ritorno di Mani Pulite”. Cosa fanno a Repubblica? Apertura su Renzi e il referendum, titolo esteso sul tema immigrazione, Brennero e Libia, foto centrale su Sanders in Vaticano. C’è una lettera del presidente austriaco Heinz Fischer a Repubblica che precisa: “La realtà attuale però, in assenza di una efficace protezione dei confini esterni europei, costringe un Paese come l’Austria a ricorrere a misure aggiuntive per impedire l’ingresso di persone di cui si ignorano identità e motivazioni, provenienti da Paesi extraeuropei, in numero illimitato. Questo è il vero problema”. Herr President, il vero problema è che in Austria non c’è il Mar Mediterraneo, non c’è la guerra, non c’è la fame, non si muore tutti i giorni sotto le bombe o una sventagliata di mitra. Il vero problema è che si vuol ignorare la geografia, la geopolitica, la storia e la cronaca. E quest’ultima, per fortuna e grazie ai giornalisti è illuminante. Titolo della Stampa: “Il mio negozio di sci diventerà il posto di polizia della dogana”. Passaggio della cronaca di Davide Lessi: “Per capire cosa succede al confine più discusso d’Europa non basta andare nella prima area di servizio autostradale austriaca, dove si stanno mettendo le incerte basi di una nuova zona di controlli alla frontiera. Bisogna scendere più a Sud, tornare in Italia e imboccare la statale 12, la romana Claudia Augusta che taglia in due il comune di Brennero. Qui un piccolo negozio sta per essere «espropriato», o meglio, affittato dalle autorità austriache. L’obiettivo? Farne, di nuovo, una sede degli uffici di polizia doganale. Una storia che si ripete. Vent’anni dopo”. Questa sarebbe l’Europa? Andiamo a fare un giro di titoli. Il Giornale: “I giudici spengono il canone Rai”. Le norme sul prelievo in bolletta sono scritte male, chissà perché il titolare di List non è sorpreso dall’esito del controllo del Consiglio di Stato. Libero è sul pezzo: “Stop al canone Rai in bolletta”. Carlino-Nazione-Giorno in filodiffusione hanno un titolo interessante: “Deputati, reversibilità d’oro”, misura doppia rispetto alla media. E’ l’ora di un caffè ar vetro e Il Messaggero, Roma metropoli, sublime, tenetevi attaccati alla poltrona: “Multe non riscosse per 1,5miliardi”; “Ciampino, laser dei rom contro gli aerei «Voli a rischio»”; “Affittopoli, arrivano gli sgomberi. Casapound nella lista dei rinvii”; “«Mafia Capitale. Odevaine moroso», sfrattato dai domiciliari”. A questo punto ci vuole anche un babà, prendiamo Il Mattino, edizione Napoli Sud Costiera: “Bagnoli, Napoli dice sì al piano”; “Valente, 10 liste. Improta in campo per Lettieri”; “Arco Naturale «ingabbiato» l’ira di Capri”; “Caos barelle anche al Loreto Mare”; “De Santis: «Ho sparato ma la pistola non era mia»”. O’ Mezzogiorno. Passiamo alla cassa, money. Si parla ancora di Atlante, il fondo che serve a garantire lo smaltimento delle sofferenze bancarie. MF: “Padoan: sbloccati 50 mld di sofferenze”. Il Sole 24Ore batte sul tasto: “Banche, dal fondo Atlante effetto-leva da 50 miliardi”. Funzionerà? Vedremo. Buona giornata.
Renzi a Bologna. Agenda di Palazzo Chigi: il presidente del Consiglio Matteo Renzi sarà venerdì 15 aprile alle 18 a Bologna, per la firma dell’accordo sul Passante di mezzo, che si terrà presso la Sala Polivalente Guido Fanti della Regione Emilia Romagna.
La corrida dei Panama Papers. In Spagna si è dimesso il ministro dell’Industria, José Manuel Soria. Beccato offshore, è finito fuorigioco.
Brexit. La campagna per il referendum comincia oggi. Tutto quello che c’è da sapere lo dice la BBC.
Il Pil attaccato all’auto. Continua la serie positiva del mercato dell’auto, vero traino della produzione in Italia e non solo. In Europa le vendite in marzo sono cresciute del 6% a 1.700.683 unità, un risultato vicino ai livelli di marzo 2007, poco prima dell'inizio della crisi dell'industria dell'auto.
Volkswagen si salva con la Cina. La flessione dopo il Dieselgate c’è e si sente, ma il mercato asiatico sostiene il marchio.
15 aprile. Nel 1792 a Parigi viene collaudata la ghigliottina.
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