Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
La produzione italiana zavorrata dai prezzi delle materie energetiche
Santa Agnese.
Titoli. Riepiloghiamo: in 72 ore la coalizione anti-Renzi ha collezionato un flop al referendum e poi è colata a picco in Parlamento con 2 voti di sfiducia falliti. Grande strategia. La politica è come l’amore. Non basta dichiararlo, bisogna realizzarlo. Contano i fatti. Far cadere Renzi significa avere le idee chiare su cosa si fa prima, durante e dopo. Cosa che in questo momento nella variopinta opposizione non c’è. Probabilmente il voto delle amministrative per Renzi non sarà una festa (Roma, Napoli e la stessa Milano sono città in bilico per il Pd) e il referendum costituzionale sarà più combattuto di quanto si immagini (gli italiani sono irriformabili, chiacchierano molto leggono pochissimo) ma i fatti messi in fila dicono che il governo non ha nessuna alternativa e la costruzione di quest’ultima è un percorso lungo che richiede un cambio di sceneggiatura e personaggi. E chi è al governo è vero che è al centro del Maelstrom, ma nello stesso tempo ha molti pulsanti da cliccare. Certo, in politica esistono anche gli sgretolamenti improvvisi, la magistratura in Italia ha già fatto cadere un bel po’ di governi e cambiato maggioranze, l’Anm e l’ala militante della magistratura hanno intenzioni bellicose, ma la realtà è che è cambiato lo scenario. Perfino una caduta di Renzi (che non è in agenda) non sortirebbe un ritorno all’indietro, si sono messi in moto processi di mutazione in Italia e in Europa. Brutti o belli, sono in corso. Primo caffè, Corriere della Sera: “Pensioni flessibili non per tutti”. Catenaccio: “Le ipotesi per anticipare l’uscita dal lavoro. Palazzo Chigi: meno tasse sui fondi”. La coperta è corta, vedremo. Da leggere sul Corriere il pezzo di Alesina e Giavazzi sull’economia e gli impulsi per stimolare la crescita, eccoli, i pulsanti da premere: stimolo della concorrenza, dimensione delle imprese (troppo piccole), debito e costo del lavoro, vigilanza e sviluppo del credito. Niente di astronomico, tutte cose che il governo può fare. Altro? Dario di Vico ci ricorda che “oggi, dopo otto anni, i metalmeccanici scioperano insieme e le bandiere di Fiom, Fim e Uilm si confonderanno nei tre cortei a Milano, Napoli e Reggio Emilia”. Che Italia è questa? Bisogna pur chiederselo e preparare una risposta. Cosa fanno a Repubblica? Stesso titolo di apertura del Corriere, tutto molto ordinato come sempre in pagina, il pezzo di Sebastiano Messina è un buon appuntamento per farsi un’idea del quadro politico, finalmente una cronaca politica old style, un racconto della seduta, una descrizione perfetta del Renzi che socchiude gli occhi, fa finta di essere annoiato, distratto e poi… “colpo finale, la citazione di Martinazzoli: «La politica è altrove, e noi vi aspetteremo lì». Zac! C’è tutto Renzi in quel finale. E c’è un bravo giornalista a ritrarlo. Facciamo un giro di titoli. La Stampa cambia lo spartito e apre sul tema che sta frantumando l’Europa: “Migranti e populismo Così l’Unione europea rischia l’effetto paralisi”. Il Giornale non cambia spartito e fa il consueto titolo anti-Renzi: “Terrorismo sulle pensioni”. Libero è sulla scia: “Banche e pensioni, altre sorprese”. Il Fatto Quotidiano ha battezzato il suo nuovo beniamino da schierare contro il governo: Piercamillo Davigo. E così disegna una pagina spaccata a metà con i volti di Renzi e Davigo, l’avviso (senza garanzia) di una nuova stagione di Mani Pulite? Vedremo. Cose che deliziano lo spirito mentre il titolare di List beve un caffè ar vetro? La cronaca di Roma del Messaggero: “Roma, bimbi picchiati all'asilo nido comunale: arrestata una maestra, altre due sospese”. I famosi diritti dell’infanzia. Altro? Money, chiudiamo con il portafoglio in mano. MF informa sulla campagna di sconti bancari in corso: “Pop Vicenza in saldo per Atlante”. Allegria, cari piccoli azionisti. Il Sole 24Ore ha un titolo che centra uno dei temi sui quali ci giochiamo un pezzo di futuro: “Tetto ai titoli di Stato, no di Roma e Parigi”. Ah, ci sono le tasse, ma pare siano un problema che non c’è, eppure, su Italia Oggi il problema esiste, eccome: “Ridurremo le imposte? Negli ultimi cinque anni le famiglie hanno pagato 29,3 mld di tasse in più”. Allacciate le cinture, buona giornata.
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The Donald e Hillary. A New York hanno vinto loro, senza problemi. Cruz e Sanders ora possono (quasi) riposare in pace. Citofonare a quelli che spacciavano Sanders come l’alternativa social e Cruz come un sincero democratico: i fatti sono fatti.
Occhio all’energia. La produzione italiana è tirata giù dai prezzi bassi delle materie energetiche. E arrivano brutte notizie da Berlino a confermare un quadro di crescita problematico per l’Eurozona. I prezzi alla produzione sono in calo del 3,1 per cento annuale a marzo, il calo più forte da sei anni. Le materie prime energetiche hanno zavorrato il risultato. Al netto dell'energia, i prezzi alla produzione arretrano dello 0,9 per cento annuale e dello 0,1 per cento mensile. Siamo lontanissimi dagli obiettivi della Bce per evitare il collasso dei prezzi.
Dova va il mercato del lavoro? Si automatizza e si sposta dal luogo fisico di produzione. Basta guardare i trend tecnologici per rendersi conto che la disoccupazione è destinata ad aumentare. Intel, il gigante dei microchip, licenzierà 12 mila persone, l’11 per cento della forza lavoro, nei prossimi anni per effetto dei mutamenti nel settore: sviluppo del cloud e declino delle vendite di personal computer.
Libia Felix. Serraj senza fiducia. Difficile percorso del governo. L'inviato dell'Onu, Martin Kobler, ha lasciato Tobruk dopo il mancato voto di fiducia della Camera dei rappresentanti al governo di riconciliazione.
20 aprile. Nel 1945 le truppe sovietiche entrano a Berlino.
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