Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Obama chiude la sua éra con il riarmo missilistico dell'Europa

Mario Sechi
Gli Stati Uniti piazzeranno in Romania un sistema missilistico Aegis e irritano i russi. Nel Regno Unito, intanto, nasce la nuova Bcc. Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi.

    Titoli. L’Italia svolta. Pare sia proprio così. L’Italia svolta. E’ un sollievo per qualche milione di disoccupati e per gli imprenditori in difficoltà sapere che sì, finalmente, l’Italia svolta. Ha svoltato, senza dubbi. E il titolare di List non se n’è accorto. Capita di esser distratti. Ma l’Italia nel frattempo, in quei minuti di colpevole distrazione, ha decisamente svoltato. Non era mai accaduto. D’altronde, se lo dice La Stampa a tutta pagina, è così e basta: “L’Italia svolta, sì alle unioni civili”. Il fatto c’è, è un passo avanti, la legge è passata, Renzi ha incassato la fiducia, il governo è al suo posto e la svolta, perbacco, è incontestabile. Con questa sensazione avvolgente di svolta totale, inesorabile e progressiva, leggiamo i giornali con i titoli tutti uguali e questa, invece, non è una svolta. Primo caffè, Corriere della Sera: “Unioni civili, ecco cosa cambia”. La Repubblica: “Unioni civili, il giorno del sì. La Lega ai sindaci: disobbedite”. Il Messaggero: “Unioni civili, ecco i nuovi diritti”. Carlino-Nazione-Giorno: “Ecco i diritti alle coppie gay”. Il Giornale ha un tocco di originalità (e anche un problema insito nelle pieghe della nuova legge): “Renzi sdogana la bigamia”. Avvenire va giù piatto con la posizione dei vescovi in materia: “Una legge sbagliata”. Libero cambia spartito rispetto all’orchestra a una dimensione: “Autogol di Renzi così perde Milano”. C’è un problema per Sala, la burocrazia potrebbe renderlo ineleggibile? Vedremo. Altre cose interessanti? Sulla stampa locale, parecchie. Il Mattino: “Tritolo per uccidere Colangelo”. Sulla Gazzetta del Mezzogiorno c’è il welfare locale e la spesa pubblica che camminano a passo di carica, a spese del contribuente ignaro: “Puglia, reddito di dignità. Si può procedere con i bandi”. Money? MF ci ricorda che è tempo di fusioni e riorganizzazioni nel caveau: “Aumento subito. Il Banco sfida la borsa”.  La fusione con Bpm cerca di bruciare i tempi. Il Sole 24Ore fa un viaggio nella ripresa, o meglio, nella sua ricerca: “L’Italia «polarizzata» alla sfida degli investimenti”. Sommario: “Pil basso, produzione stagnante, più occupati: così il Paese cerca il decollo”. Allacciate le cinture. Buona giornata.

     

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    Eurostat: produzione industriale a meno 0,8 per cento in marzo. La ripresa si sta raffreddando? I numeri non sono incoraggianti, il prossimo mese i dati ci diranno molto del futuro dell’Eurozona.

     

     

    I nuovi missili. Gli Stati Uniti piazzeranno in Romania un sistema missilistico Aegis che poi entrerà in funziona nel 2018 anche in Polonia. Il Pentagono dice che servono a difendersi dai missili a lungo raggio, dagli iraniani in particolare. I russi dicono: no, li avete messi per tenere noi sotto il vostro tiro. Insomma, l’era Obama si sta chiudendo con il riarmo missilistico dell’Europa.

     

    Eni si fa rinnovabile. Il piano della compagnia petrolifera anticipato dall’amministratore delegato Claudio De Scalzi. Le Big Oil firms si stanno attrezzando per il futuro, ma il petrolio sarà sempre la fonte di ricavi numero uno per lungo tempo ancora.

     

    La nuova Bbc. Oggi il governo inglese presenta la riforma della Bbc. Il segretario alla Cultura John Whittingale proporrà una nuova carta per la tv di Stato della durata di 11 anni, un contratto di servizio che si rinnova di anno in anno, un nuovo organismo di gestione e azzeramento degli attuali vertici, un taglio del 20 per cento del budget fino al 2020, una pubblicizzazione dei compensi delle star che eccedono le 450 mila sterline, un aumento delle tariffe legato all’inflazione. Bbc è un titano nel Regno Unito: un terzo dell’audience televisiva, metà di quella radiofonica e il 15 per cento del traffico online.

     

    12 maggio. Nel 1974 vincono i No nel referendum per l'abrogazione della legge sul divorzio con il 59,3 per cento.