Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
L'Europa ci dà una libertà condizionata
Sant’Ivo.
Titoli. L’Europa ci dà una libertà condizionata. Più flessibilità in bilancio in cambio di riforme e obiettivi centrati. E’ un giusto scambio e sta al governo a questo punto rispettare i patti: l’Unione europea ha dato, Renzi ha preso, l’esecutivo deve restituire ai cittadini riforme durature e non provvedimenti spot. Vedremo. Il resto, francamente, è campagna elettorale, arena dove accadono cose interessanti (poche) e cose inutili (tante). Primo caffè, Corriere della Sera: “Le condizioni Ue: verifica a ottobre sui conti italiani”. Fin qui, siamo al noto. Le cose future le annuncia il presidente del Consiglio nel catenaccio: “Renzi: tagliamo l’Irpef e chiudiamo Equitalia”. Attendiamo il come. Altro sul Corriere? Un Franco Venturini doc sull’Africa, la nostra frontiera, vari passaggi come sempre interessanti, in particolare sulla Libia: “Armare il governo Sarraj per aiutarlo a combattere l'Isis, come deciso a Vienna d' accordo con gli americani, significa armare un esercito nazionale che non esiste, rafforzare in realtà le milizie alleate di Tripoli, e dunque schierare l' Occidente nella lotta interna libica che minaccia di portare a una divisione del Paese. Il rimedio dovrebbe essere un accordo con il generale Haftar e la creazione di un comando militare unificato. Speriamo. Ma appare più probabile una corsa al riarmo che Egitto ed Emirati Arabi Uniti estenderebbero più di quanto già facciano alla Cirenaica, scatenando una diffusa guerra civile territoriale e petrolifera. Le piroette della comunità internazionale rischiano così di portare in secondo piano quello che dovrebbe essere l'obbiettivo prioritario: la lotta all' Isis”. Bene, prendere appunti. Che messa celebrano nella chiesa del progresso, a Repubblica? Tradizionale, in realtà: apertura su Ue e flessibilità di bilancio, articolo di spalla da “mai più senza” su Cuba e le connessioni wi-fi, foto al centro sulla ragazza sfuggita alle grinfie dei terroristi di Boko Haram, titoletti vari di qua e di là, neanche un commento in prima pagina. Andiamo oltre. Forse c’è qualcosa da leggere sulla Stampa. Titolo d’apertura: “Padoan: troppe banche in Italia”. C’è l’intervista a Padoan, ma la notizia no. Che banche e sportelli siano presenti in numero esorbitante è cosa arcinota. Altro? La Stampa dà molta importanza al vertice dei leader socialisti in programma a Roma domani. Stanno lavorando con Renzi a un manifesto sulla crescita. Tutto bene, c’è solo un particolare: la sinistra europea è bollita e quella renziana è un esperimento in corso che ha buone chance (forse) di restare in campo dopo la strage delle illusioni e degli -ismi vari. Andiamo avanti, giro di titoli. Il Giornale ha un titolo curioso: “Ecco l’ipotesi patrimoniale”. Nota sul taccuino: ma taglia l’Irpef o cosa? Libero in versione Vittorio Feltri comincia così: “Stupri in casa Merkel”. D’altronde, l’editoriale è chiaro: “L' impegno è questo: dire pane al pane e vino al vino, e sul vino saremo moderati per non alimentare i pettegolezzi secondo i quali ne abuseremmo. Quando non si sa come diffamare una donna si dice che sia di facili costumi, quando invece si desidera sporcare la reputazione di un uomo si dice che non è in sentore. Una tecnica vecchia quanto il mondo. Un giorno il grande Churchill incontrò una signora e le rivolse le seguenti parole: «Siete brutta». Costei rispose: «E voi siete ubriaco». Al che lo statista replicò: «Forse è vero, ma io domani mattina sarò sobrio, voi invece sarete ancora brutta»”. Cose belle dal Mezzogiorno? Titolo del Mattino: “Abusivismo, lite sulle demolizioni”. Costruire in fretta, demolire mai. E’ decisamente il momento di un caffè ar vetro e Il Messaggero dove c’è la notizia più commentata al bar da Ginetto: “Totti, firma vicina per il contratto da dirigente: non penso ai soldi”. A proposito di soldi, ecco MF ricordarci che c’è una battaglia per il controllo di via Solferino: “Cairo a caccia di un fondo per rispondere all’Opa di Bonomi”. La lettura si chiude con Il Sole 24Ore che dà un puntuale scenario economico. Primo titolo, di taglio: “L’Europa torna in deflazione”. Secondo titolo, il colonnino sui focus: “La sorpresa Giappone: balzo del Pil e dei consumi”. E infine, le parole della politica che diventano numeri: “Con l’ipotesi-Irpef non bastano risorse per 12-15 miliardi di euro”. Caccia al tesoro di Padoan. Buona giornata.
EgyptAir. Decollato da Parigi, diretto al Cairo, l’aereo è scomparso dai radar, i rottami sono stati individuati al largo dell’isola greca di Karpathos, 66 persone a bordo. Non si esclude l’ipotesi terrorismo. Aggiornamenti live su le Monde.
La Germania? Su Bloomberg View c’è chi dice che è stanca. Tanti auguri, Europa.
Petrolio vicino ai 50 dollari. Che succede? Da gennaio a oggi il barile ha fatto un balzo dell’80 per cento. Il brent il 20 gennaio aveva toccato i 27 dollari e ieri ha chiuso a 48. Cosa sta succedendo? Un paio di cose da tenere d'occhio: la Nigeria, la cui produzione è crollata al minimo negli ultimi vent’anni, la Libia che ha troppi guai per produrre ai livelli pre-rivoluzione, gli incendi in Canada, i cambi di poltrone in Arabia Saudita, lo shale oil americano che a 50 dollari diventa conveniente estrarre e poi occhio agli hedge fund, agli investitori, ai Gordon Gekko che da gennaio a oggi hanno comprato futures di petrolio accumulando fino a 700 milioni di barili.
Il telefonino cinese. Se prendi un raffreddore in Cina, puoi finire al tappeto per sempre. Anche al telefono. Quanto vale il mercato del telefonino in Cina? 500 milioni di pezzi. Queste sono le stime per il futuro, le unità vendute l’anno scorso sono state pari a 438 milioni. La sfida è enorme, in Cina ci sono 300 produttori e i marchi che si contendono il mercato facendo leva sul prezzo sono Xiaomi e Huawei. Costo accessibile, bel design, ottima tecnologia, sistemi android. Ciao, Apple (l’India forse non basta e gli amici di Samsung da quelle parti non stanno certo a guardare).
19 maggio. Sublimi cronache reali. Nel 1536 Anna Bolena viene decapitata, il marito Enrico VIII l’accusa di adulterio. Nel 1568 la regina Elisabetta I fa arrestare Maria Stuarda, regina di Scozia.
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