Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Meglio il commissario Tronca dei candidati sindaco di Roma

Mario Sechi
Ieri c’è stato anche il confronto a cinque dei candidati al Campidoglio su Sky e si è capito che era meglio sospendere la democrazia e chiamare la Trojka per almeno cinque anni. Pazienza, si vota domenica.
    San Giustino, martire.

     

    Titoli. Il Paese ha un grande dilemma: Salvini conosce Trump? O quello scatto con The Donald fu solo un caso? E’ questo il dubbio che assale gli italiani (e Repubblica), un rebus che va risolto. E così anche la lettura dei giornali, dove ci sarebbero perfino delle notizie ogni tanto, passa in secondo piano. Visco chiede alle banche medio-piccole di aggregarsi? Robetta di fronte alla domanda se Matteo conosca The Donald o no. Poi ieri c’è stato anche il confronto a cinque dei candidati al Campidoglio su Sky e si è capito che era meglio sospendere la democrazia, tenersi il commissario Tronca e chiamare la Trojka per almeno cinque anni. Pazienza, si vota domenica. Primo caffè, Corriere della Sera: “Spinta di Visco sulla ripresa”. Diciamo che è un auspicio, la spinta, perché poi la ripresa non è affare solo del governo, ma delle imprese e di quella borghesia (quella rimasta) che dovrebbe passare dal lamentificio al rimboccarsi le maniche per il Paese. E’ una questione che passa anche attraverso la cultura e l’immaginario, ma gli intellò di casa nostra hanno come cifra culturale il gomorrismo e la banalità etica elevata a soluzione per la contemporaneità. Risultato di questo ciclopico sforzo per immaginare il futuro? Il magistrato Ilda Boccassini scrive su Gomorra un pensoso pezzo sulla nobile spalla di Repubblica. Andiamo avanti. La Stampa è l’unico giornale a fare un titolo (piccolo, ma c’è ed è cosa ben fatta) su un tema importante per l’Iraq e il Medio Oriente, la battaglia di Falluja: “Falluja, l’Isis combatte per difendere la roccaforte”. Gli esiti di questa battaglia sono fondamentali per sconfiggere quel che resta dello stato islamico in Iraq un luogo che per noi italiani non è lontano. Come anticipato su List qualche giorno fa, siamo tornati in forze in Iraq e a Mosul i nostri soldati avranno un compito delicatissimo e rischioso. Altro? Giro di titoli, rapido. Carlino-Nazione-Giorno hanno il titolo corale: “Migranti, l’Ue avvisa Renzi”. Con tutto il rispetto per Bruxelles, l’avviso è autobiografico. L’Italia sta facendo uno sforzo immane e sul piano umanitario il nostro paese è un esempio per tutti. La realtà è che l’Europa non riesce a immaginare, a sua volta, il proprio futuro e tratta come un’emergenza l’immigrazione quando anche gli ingenui hanno percepito che si tratta di un problema strutturale che va affrontato con uno sguardo di medio e lungo periodo. Può un continente, l’Europa, afflitto da senilità pensare di fare a meno dell’immigrazione, di nuovi nati, di braccia, di menti, di giovinezza e futuro? Semplicemente impossibile, le cose, le forze della storia (guerra, fame, demografia) sono più forti delle parole di piccoli uomini. Altro? D’altronde, se il problema diventa “Come non pagare il canone Rai” (Il Giornale) o l’indagine (non la sentenza, l’indagine) sul “giudice tifoso del Sì” (Il Fatto Quotidiano) è più facile cadere nel sonno del micro-presente e lasciare che altri decidano per noi quel domani che il governatore di Bankitalia (istituzione da difendere e rinnovare nella sua missione) ha cercato di tracciare nelle sue considerazioni finali. Visco ha messo l’accento sulle fragilità del nostro sistema finanziario, ha auspicato un intervento più forte dello Stato (sì, c’è l’interesse nazionale) e messo in guardia dai rischi delle autarchie europee. L’Italia è un grande paese che ha i suoi appuntamenti (il referendum costituzionale domina l’agenda) e il suo motto dovrebbe essere quello della missione Apollo 13: “Failure is not an option”. Buona giornata.

     

     

    Cosa succede? Volete capire come girano le cose nel mondo? Allora prendete taccuino e penna e cominciate ad annotare gli appuntamenti di oggi che danno numeri sui quali riflettere. Esce il dato sulle vendite di automobili negli Stati Uniti. Ci interessa? Sì, perché un pezzo della produzione italiana è attaccato alla Jeep di Marchionne. Poi? Controllare l’indice PMI della manifattura del Giappone, dell’India, della Cina (e con questo vedremo quanto è forte il ruggito di tre tigri asiatiche) e sempre nell’area del Pacifico dare un’occhiata al prodotto interno lordo dell’Australia. Lo stato di salute dell’Europa è fotografato dall’indice PMI della manifattura in Germania, Francia e Regno Unito, cioè le principali economie dell’Unione. Occhio al prodotto interno lordo della Svizzera e poi a una raffica di dati in arrivo dagli Stati Uniti: indice PMI della manifattura, il dato sulle nuove costruzioni residenziali e non, il beige book (che è un report sull’economia americana compilato dalle dodici banche federali). Duro lavoro, quello dell’analisi economica.

     

    Renzi al San Gottardo. Viene inaugurato oggi il tunnel ferroviario più lungo del mondo: 17 anni di lavori, 11 miliardi di euro di investimento. Merci che correranno su un asse di prolungamento da Rotterdam fino a Genova.  Ecco un pezzo concreto di futuro.

     

    Corsa alle armi in Asia. Comincia il 3 giugno a Singapore il più importante summit sulla Difesa in Asia, il vertice di Shangri-La. L’Asia e l’Oceania si stanno armando fino ai denti. Bloomberg riassume in grafici e numeri l’arsenale.  Secondo i dati del Sipri di Stoccolma, dal 2006 al 2015 la spesa militare è salita del 64%, pari a 436 miliardi di dollari.

     

     

    1 giugno. Nel 1941 gli inglesi riprendono il controllo di Baghdad.