Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
Renzi vola da Merkel e Hollande per il dopo-Brexit
San Cirillo, vescovo e dottore della Chiesa.
Post Brexit e Spagna. Questa è la prima pagina del Paìs. Domanda: chi governa? Risposta: Marian Rajoy. E Podemos? Non podemos.
Il dopo Brexit è così riassunto dall’incertezza pazza del voto spagnolo, dalla sua regolare instabilità. Con un punto fermo però: i Popolari hanno vinto e Podemos ha fatto crac. Il partito del risentimento spagnolo è rimasto ai margini della corrida, come un novillero senza muleta e spada. E’ il giusto epilogo per quello del codino, Pablo Iglesias. Il suo gesto politico più significativo in questi mesi di crisi è stato quello di sciogliersi la capigliatura sulle riviste glamour, ora scopre una semplice verità: prima o poi il popolo riapre gli occhi. “Dobbiamo riflettere”, ora dice Pablo. Nel frattempo, chi governa? Una maggioranza automatica non c’è, ma un terzo turno di votazioni è improponibile, dunque? Troveranno la formula di un’alleanza, perché non podemos e poi “Rajoy promete hablar con todos y reclama su derecho a gobernar”. Ci proverà – e riuscirà – quel gattone di Mariano Rajoy e tanti saluti ai grillones iberici. In tempi di Brexit, questo è un risultato perfino ottimo. Sui giornali italiani il risultato è così sintetizzato dal Corriere della Sera: “Spagna senza maggioranza”. Vero, ma… Il primo caffè se ne va con una raffica di titoli tutti uguali e d’altronde se vuoi capire che succede devi leggere la prensa iberica. Ecco la prima pagina di El Mundo:
Rajoy sorprende. Podemos fracasa. E’ l’autoscontro iberico. Altre cose dal mondo? Brexit, Sir. Una nuova realtà per il Regno Disunito, come spiega bene la prima pagina del Financial Times. What else?
George Osborne, il cancelliere dello Scacchiere, stamattina ha parlato prima che i mercati cominciassero a ballare il fox trot. La scelta è giusta, ma il risultato è fiacco, le Borse sono con il morale sotto i tacchi, la Sterlina rimane sotto pressione dopo aver toccato la quotazione minima degli ultimi trent’anni.
Guadagna solo Madrid (poco e vedremo quanto terrà nel corso della giornata) le altre piazze sono in rosso fisso. E poi? Resta l’incubo di un crollo, nei giorni scorsi c’è chi avrebbe scommesso forte sul Remain e ora si ritrova con le mani bruciate, in ogni caso si è entrati in una terra sconosciuta e la crisi costituzionale nel Regno Unito è un fatto. Londra si ritrova in ginocchio a chiedere clemenza a Angela Merkel che a sua volta deve tenere bada i francesi e gli italiani che premono per chiarire subito la situazione con gli inglesi. Sembra una sit-com. Hanno detto: ce ne andiamo! Poi hanno detto: sì, ma non subito! Ora dicono: cielo, i soldi! Tra un po' diranno: ci siamo sbagliati. Scenario tanto vero al punto che Osborne stamattina ha dovuto chiedere clemenza per non finire travolto da un’ondata di ulteriore vendite in Borsa: “Articolo 50 scatti solo quando siamo pronti". E’ l’articolo della separazione. Non sono pronti. Tanto che le voci in favore di uno stop parlamentare della Brexit si moltiplicano. Philip Stephens sul Financial Times scrive che tutto è possibile. Si sono resi conto di aver fatto un grande errore, ma è troppo tardi. Il titolare di List ha intervistato sulla faccenda Sir Winston Churchill, la sua risposta è stata fulminante: “Annoti sul suo taccuino: di solitudine si muore. Per quello che può, ricordi il mio discorso di Zurigo, ha un messaggio facile: facciamo gli Stati Uniti d’Europa”. Ora i sudditi di sua Maestà la Regina d’Inghilterra devono sperare in un’altra donna, la Cancelliera Angela Merkel. I tedeschi hanno sempre un piano per qualsiasi situazione. Anche quando si siedono a tavola, pianificano. E così non dovrebbe essere una sorpresa la rivelazione fatta da Handelsblatt di un piano tedesco per salvare la relazione con il Regno Unito, ma senza concedere troppo.
E l’Italia? Matteo Renzi è in una posizione di forza e di debolezza. Di forza perché la Brexit catapulta l’Italia nella cabina di regia dell’Unione Europea, di debolezza perché il debito pubblico e le banche italiane restano una grande incognita. Il premier va stasera a Berlino consapevole di questo (forse) e nell’incontro con Merkel, Hollande e Tusk avrà le sue carte da giocare. La Brexit è diventata anche un terreno di competizione economica, molte attività lasceranno l’isola di Inghilterra per dirigersi altrove. Dove? E’ una questione di concorrenza legislativa, fiscale e di infrastrutture. Vedremo presto. Nel frattempo, sarà interessante ascoltare le comunicazioni di Renzi prima del vertice di Berlino e del Consiglio europeo che si apre domani. Attenzione anche al Portogallo: a Sintra si apre oggi il Forum della Banca centrale europea, saranno presenti banchieri centrali, economisti e mercoledì l’ex presidente della Bce Jean-Claude Trichet sarà il moderatore di un panel eccezionale con Mario Draghi (Bce), Mark Carney (Banca d’Inghilterra) e Janet Yellen (Federal Reserve). Come diceva Gordon Gekko, money never sleeps, il denaro non dorme mai. Buona giornata.
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