Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Quanto costano i crediti deteriorati di Mps?

Mario Sechi
Chi comprerà i non performing loans? Atlante e JPMorgan. A che prezzo? Questo è il mistero. Dall'estero, Erdogan proclama lo stato di emergenza per i prossimi tre mesi. Oggi prima riunione della Bce dopo la Brexit. Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

    San Lorenzo da Brindisi.

     

    Titoli. “Prima di preoccuparci di chiunque altro nel mondo, ci prenderemo cura di questo paese”, dice Donald Trump in un’intervista al New York Times.
     

     

    Alla vigilia della giornata finale della convention di Cleveland, il candidato repubblicano alla Casa Bianca martella i chiodi della sua futura politica estera. L’articolo 5 della Nato (quello su cui si fonda la reciproca assistenza militare dei paesi dell’Alleanza) non è più un automatismo (e in fondo non era più così da tempo), il caso della Turchia fa luce sulla “dottrina Trump”: “Non penso che abbiamo il diritto di dare lezioni. Guardate a costa sta succedendo nel nostro paese. “Come possiamo rimproverare qualcuno quando si uccidono poliziotti a sangue freddo?”.  Trump è questo, “America First”, e sarebbe ora di cominciare a prenderlo sul serio, analizzarne i discorsi, vedere cosa c’è nel testo e nel sottotesto del suo messaggio. Perché può darsi che la sua risposta sia tremendamente sbagliata, ma la sua ascesa segnala “un male che esiste” (segnaliamo ancora l’articolo di ieri di Martin Wolf sul Financial Times) e che ha bisogno di una cura. La grande stampa americana lo critica, lo attacca, tenta di ridicolizzarlo, ma nelle pagine dei quotidiani ci sono anche articoli che mettono il fenomeno in una prospettiva diversa, fuori dalla propaganda e dal pregiudizio. La campagna elettorale di Trump è una rottura del discorso americano? Non proprio. In realtà fa parte di una storia lunga che ha avuto la sua gloria e oggi è destinata a diventare tutta un’altra storia. Gianni Riotta sulla Stampa (uno dei pochi giornali ad avere oggi un titolo in prima pagina su Cleveland) scrive che “vinca o perda Trump, il vecchio Gop repubblicano è morto” e ha ragione. Quel partito non ha resistito alla spallata dei Tea Party, si è legato mani e piedi alla liturgia del potere di Washington, ma soprattutto ha smesso di fare quello che per trent’anni era riuscito a fare meglio dei democratici, leggere il futuro dell’America, con una rivoluzione culturale che era partita dall’Università di Chicago, le lezioni di Leo Strauss, la nascita del movimento neoconservatore. Il treno per trovare un nuovo inizio è passato oltre dieci anni fa, l’hanno perso. Molte risposte alle domande che pone la candidatura di Trump i repubblicani (e i democratici) le avrebbero trovate in un libro scritto nel 2004 da Samuel Huntington intitolato Who are we? I rischi, le sfide e le risposte per non farsi travolgere da quello che oggi sbrigativamente va sotto il nome di “populismo”. La diffusione del bilinguismo e la difficile impresa di tenere insieme una nazione che si esprime in inglese e spagnolo, l’ascesa della popolazione messicana negli Stati Uniti e la sua impermeabilità a essere cittadino americano fino in fondo, l’istinto nazionalista presente nella classe media a cui le élite non guardano con attenzione, l’importanza della religione dei Padri Fondatori, la sua capacità di coesione e poi la sua rottura, la relativizzazione, il politicamente corretto elevato a culto delle minoranze, il dispotismo della Cultura del piagnisteo (altro libro da leggere, di Robert Hughes). Dodici anni fa Huntington vide la crisi contemporanea avanzare a passo di carica. Fu inascoltato. E ora (forse) bisogna prepararsi a Trump. Buona giornata.

     

    Erdogan che fa? Continua il contro-golpe. Il governo della Turchia ha deciso di far scattare tre mesi di stato d’emergenza.

     

    May be. Theresa May si è incontrata con Angela Merkel. L’accordo con la cancelliera è semplice: Brexit con calma, ma “nessuna cosa sospesa in aria”. Nel frattempo, leggete perché l’articolo 50 del Trattato di Lisbona è così importante.

     

    Riunione della Bce. Non dovrebbero esserci grandi decisioni all’orizzonte, ma è il primo appuntamento della Bce dopo la Brexit e le parole di Draghi saranno lette con attenzione dai mercati. Quanto ai problemi delle banche, sono ormai arcinoti a tutti. Vitor Constancio, membro del board della Bce li ha elencati tutti in un discorso dello scorso sette luglio: scarsi profitti, sofferenze e sovra-capacità del sistema. Cercasi soluzione. Questo grafico spiega meglio di qualsiasi discorso il crollo dei margini di guadagno dal 2008 a oggi:

     

     

    Monte dei Paschi. Il dossier del Monte dei Paschi sarà oggetto di valutazione della vigilanza della Banca centrale europea. Titolo del Sole 24Ore: “Mps, maxi-piano sugli Npl e per l’aumento di capitale”. L’aumento sarà di 3-4 miliardi (e la differenza non è questione di spiccioli). Chi comprerà i non performing loans? Atlante e JPMorgan. A che prezzo? Questo è il mistero, il vero nodo della faccenda. Se è il mercato a fissare il prezzo, allora sarà basso, realistico. Se invece l’operazione è di mercato-non-mercato, un diversivo fatto per non bucare il bilancio di Mps, allora avremo un prezzo drogato e conseguenze tutte da scoprire in futuro. A Palazzo Chigi non sarà sfuggita l’edizione europea di Politico, il problema italiano è sempre la cassa:

     

     

    21 luglio. Nel 1969 Neil Armstrong fa il suo primo passo sulla Luna: “Un piccolo passo per un uomo ma un grande passo per l’umanità”. Qualche ora prima della passeggiata, in Italia durante la diretta televisiva dello sbarco Ruggero Orlando e Tito Stagno litigano sul momento dell’allunaggio. Video.