Francia, assalto in chiesa a Rouen, fiori e candele per il prete sgozzato

Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

La Chiesa diventa scena del crimine

Mario Sechi
Nell’epoca della secolarizzazione, dell’Europa che non prega, dell’Italia in cui la pratica religiosa è al suo minimo storico, la chiesa ritrova la sua forza simbolica, perché siamo di fronte a qualcosa di enorme, quasi indicibile, non all’assassinio, ma al martirio e alla profanazione della nostra vita e della storia europea.
    San Celestino I, papa.

     

    Titoli. La Chiesa. Eccolo, il simbolo della nostra storia grondare sangue, in Europa. Come un lampo nella notte, improvvisamente, siamo fermi, impietriti, “garder l’eglise au milieu du village”, guardare la chiesa al centro del villaggio. Un prete sgozzato. In Francia, a Saint-Etienne-du Rouvray, vicino a Rouen, la città cantata da Victor Hugo ne Le foglie d’autunno: “Amis! c'est donc Rouen, la ville aux vieilles rues / Aux vieilles tours, débris des races disparues / La ville aux cent clochers carillonnant dans l'air”. I cento campanili di Rouen. Hanno tagliato la gola a un prete. “Assassinato dai barbari”, titola Le Figaro.

     

     

     “La jihad colpisce in chiesa”, scrive Repubblica. La Chiesa diventa scena del crimine, quel nastro giallo che sembra quasi una benda posata su una ferita, uno squarcio che segna la nostra storia: "Police technique et scientifique – zone interdite”. 

     

     

    Nell’epoca della secolarizzazione, dell’Europa che non prega, dell’Italia in cui la pratica religiosa è al suo minimo storico, la chiesa ritrova la sua forza simbolica, perché siamo di fronte a qualcosa di enorme, quasi indicibile, non all’assassinio, ma al martirio e alla profanazione della nostra vita e della storia europea.

     

    I titoli dei giornali sono un rosario dell’orrore. Il Corriere della Sera: “Il terrore colpisce in chiesa”. La Stampa: “Il terrorismo colpisce in chiesa”. Il Messaggero: “Sgozzato in chiesa, offensiva Isis”. Carlino-Nazione-Giorno: “Isis, tagliagole in chiesa”. Il Giornale: “Hanno sgozzato Dio”. Libero: “Occhio, ti sgozzano in chiesa”. Il Mattino: “L’orrore dell’Isis anche in Chiesa”.

     

    Avvenire, il giornale dei vescovi, fa questo titolo: “Odio contro amore”.

     

     

    Ma è nel catenaccio che leggiamo uno dei punti sui quali riflettere, con durezza: “Condanne sporadiche dal mondo islamico”. E’ un elemento del titolo, un pezzo di realtà che entra in rotta di collisione con il commento di Andrea Riccardi: “Con grande chiarezza, la Chiesa di Francia e quella universale – da Giovanni Paolo II a Francesco – non hanno mai riconosciuto l’esistenza di una guerra di religione tra Occidente (cristiano) e islam. Nel gennaio 2002, dopo gli attentati dell’11 settembre, papa Wojtyla chiamò i leader religiosi a pregare per la pace a Assisi. Prima, volle un giorno di digiuno dei cattolici in coincidenza con la fine del Ramadan”. Non c’è guerra di religione. Non c’è scontro di civiltà. Ma allora che cosa è tutto questo? E’ una domanda che resta sospesa. A meno che non si voglia ancora una volta far passare tutto questo come l’ennesimo caso di depressione. E’ ora di chiamare le cose con il loro nome: è terrorismo islamista e la religione non è un dettaglio, è il cuore del problema.

     

    Accordo sui migranti, Erdogan attacca l’Ue. C’era da attenderselo, è partito con puntualità il giochino dei ricatti del presidente della Turchia. Erdogan vuole i miliardi promessi dall’Unione. Ha in mano il rubinetto dell’immigrazione dalla Siria.

     

    Make History. Fare la storia. E di certo la nomination di Hillary Clinton per le presidenziali americane sono un passaggio che resterà nella storia politica americana. Ma vincerà? C’è stata molta enfasi sul discorso di Michelle Obama (diventata icona pop e rapper) ma poi alla fine gli americani dovranno votare lei, Hillary. E qui le cose si fanno decisamente meno facili di quanto lascino trasparire le cronache (ve le risparmio) dell’inviato collettivo italiano negli Stati Uniti. A Cleveland Trump è stato molto efficace, i sondaggi sono là a dimostrarlo. Non politico, senza un piano per governare, ma tremendamente capace di svegliare il suo potenziale elettore. Gli ultimi sondaggi di Cnn, Los Angeles Times e Nbc danno Trump in vantaggio. Ma negli stati chiave è ancora la Clinton a prendere più voti. Una cosa è certa: Trump va preso sul serio.

     

    Intanto la Cina si arma. Gigante commerciale, potenza produttiva, tigre dell’economia. Tutto vero. Ma anche titano che si sta armando rapidamente. Il presidente Xi ha ambizioni che vanno al di là dell’export. Politica di potenza in un ottimo servizio del Financial Times.

     

     

    27 luglio. Nel 1794 la Convenzione ordina l’arresto di Maximilien Robespierre, uno dei padri della rivoluzione francese.