Miliatari libici (foto LaPresse)

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Cosa c'è da sapere sull'intervento americano in Libia

Mario Sechi
Il raid aereo di ieri apre una fase delicatissima per il governo di Faiez Serraj: deve eliminare la presenza di milizie legate allo Stato Islamico, ma nello stesso tempo limitare l’intervento esterno allo stretto necessario, per non compromettere la sua vitale funzione di governo di unità nazionale.

    San Pietro Giuliano Eymard, sacerdote.

     

    Titoli. La guerra in Libia è ripartita. In realtà non si è mai fermata. Unità speciali di Francia, Inghilterra e Stati Uniti sono presenti sul territorio da tempo. Le fazioni armate si combattono per il controllo del territorio e degli affari economici. Il raid aereo di ieri apre una fase delicatissima per il governo di Faiez Serraj: deve eliminare la presenza di milizie legate allo Stato Islamico, ma nello stesso tempo limitare l’intervento esterno allo stretto necessario, per non compromettere la sua vitale funzione di governo di unità nazionale, un’escalation della guerra può diventare incontrollabile, far salire il numero di vittime civili e far deragliare il percorso di Serraj. Nello scorso mese di luglio secondo le Nazioni Unite ci sono stati 12 morti e 29 feriti tra i civili provocati da scontri a fuoco, autobombe e raid aerei. Considerato il numero di armi presenti in Libia e l’intensa battaglia tra i clan, sono numeri piccoli, ma destinati a aumentare se la guerra torna ad essere uno scontro tribale.

     

    La notizia è l’apertura di quasi tutti i quotidiani. Corriere della Sera: “Libia, raid americani sull’Isis”; Repubblica: “Libia, bombe Usa sull’Is”; La Stampa: “Libia, bombe Usa contro l’Isis”; Il Messaggero: “Libia, gli Usa bombardano l’Isis”; Carlino-Nazione-Giorno: “Libia, bombe Usa sull’Isis”; Avvenire: “Libia, ripartono i raid”; Il Manifesto: “Ritorno di bomba”; Il Foglio: “In Libia è cominciata la guerra”.

     

    Le operazioni sono guidate dal Comando degli Stati Uniti in Africa (Africom) che stima la presenza di Isis in Libia in circa 5-6 mila unità combattenti. Il nome in codice dell’azione militare in corso è Operation Odissey Lightning e ha il supporto della nave d’assalto anfibia Wasp. Secondo il Military Times la nave è al largo delle coste libiche, trasporta elementi della ventiduesima unità del corpo dei Marines (è l’unità più decorata, già schierata nel Mediterraneo durante le rivoluzioni arabe del 2011) e aerei da attacco al suolo AV-8B Harrier a decollo corto e atterraggio verticale.

     

    L’Italia sapeva dell’imminente bombardamento americano e ha autorizzato l’uso della base aerea di Sigonella da dove entro la fine del mese potrebbero decollare droni armati verso obiettivi libici. Domani il ministro della Difesa Roberta Pinotti sarà in Parlamento per riferire sugli ultimi sviluppi. Siamo in guerra? Sì. Buona giornata.

     

     

    Clinton torna saldamente in testa. Due sondaggi di Cnn e Cbs danno Hillary in vantaggio di 9 e 6 punti dopo la Convention di Philadelphia. Ma la campagna è ancora molto lunga e l’effetto elastico continuerà.

     

    The Donald e il Vietnam. La guerra negli Stati Uniti resta una cosa seria, se un candidato la strumentalizza, entra in polemica con un eroe (il senatore John McCain) o si scontra pubblicamente con i parenti di religione islamica di un soldato ucciso in Iraq, deve avere tutte le credenziali a posto, essere un soldato, aver servito il paese in un conflitto o esserne rimasto fuori senza furberie, per ragioni che reggono alla prova del ferro e del fuoco. The Donald per cinque volte è riuscito a non essere inviato in guerra in Vietnam. Quattro perché impegnato negli studi, una per un problema ai piedi. Ma secondo il New York Times il ragazzo allora era perfettamente in salute. Trump si è sempre vantato del suo eccellente stato di salute.  Sì, siamo di fronte a un passo falso di Trump.

     

    Italia, il problema è sempre alla cassa. Salvare Monte dei Paschi non basta. Questo pensa il mercato. Ci sono 85 miliardi di sofferenze nette che attendono una sistemazione. Il Financial Times riassume così la giornata infausta di ieri in Borsa:

     

     

    La soluzione è per il Monte. Ma le altre? Il mercato la pensa così: il prezzo di acquisto delle sofferenze della banca senese potrebbe diventare il prezzo di riferimento anche per tutti gli altri crediti deteriorati presenti nei bilanci. Conseguenza: svalutazioni. Risultato: buchi di bilancio. Soluzione: altri aumenti di capitale. E’ un mondo difficile.

     

    2 agosto. Battaglia di Canne. Nel 216 a.c. Annibale distrugge l’esercito romano in una battaglia considerata un capolavoro strategico.