Virginia Raggi (foto LaPresse)

Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Le bugie di Virginia Raggi e la base irrazionale del voto in Germania

Mario Sechi
La nave della giunta grillina ha già le vele sbrindellate. Dall'estero, il voto in Meclenburgo-Pomerania dimostra quanto siano decisivi percezioni e sentimenti (piuttosto che i fatti) nelle tornate elettorali. Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
    San Zaccaria.

     

    Titoli. Quiz. La Raggi sta pensando: A. alle dimissioni da sindaco; B. alle dimissioni da grillina ma non da sindaco; C. al generatore automatico di bugie e complotti che non ha funzionato. La risposta giusta in un mondo normale sarebbe A, nel meraviglioso mondo di Virgi è C. Purtroppo per lei e i suoi sodali c’è anche la realtà e in una situazione del genere noi abbiamo visto l’ex sindaco Marino colare a picco come una goletta francese nella battaglia di Trafalgar. Non c’è bisogno di Orazio Nelson per affondare la barchetta di Virgi, fa tutto da sola. La giunta ha le vele sbrindellate. Le pietose bugie di cui il sindaco ha infarcito tutta la sua ricostruzione del caso Minenna (il complotto dei poteri forti che non c’è e la storia vera è questa) e poi la vicenda giudiziaria della Muraro (indagata e lei sapeva) sono il preludio dell’avanti un altro in Campidoglio. Sul Foglio, mesi fa, avevamo suggerito di lasciar perdere le elezioni nella Capitale e chiamare la Trojka, avevamo messo sul taccuino una passeggiata elettorale a Roma (fase Mel Brooks), avevamo sognato con una certa precisione i primi cento giorni del sindaco Raggi (ma siamo stati superati dalla realtà). Al Bilancio è arrivato un magistrato, Raffaele De Dominicis, ex procuratore generale della Corte dei conti del Lazio, che indagò sulle agenzie di rating che avevano declassato l’Italia. Indagine a vuoto. Allegria, in queste meravigliose condizioni, il prefetto Francesco Paolo Tronca si prepari, presto sarà (ri)chiamato a spegnere l’incendio di Roma.

     

    Sulle prime pagine dei giornali la flotta pentastellata brucia: “Muraro, i 5Stelle sapevano” (Corriere della Sera); “Assessora indagata, Raggi sapeva. Informai i vertici, lite tra i 5Stelle” (Repubblica); “Roma, gelo tra Raggi e i vertici grillini” (La Stampa); “Raggi: Muraro, anche M5S sapeva” (Il Messaggero); “Roma, i grillini sapevano” (Carlino-Nazione-Giorno); “Muraro indagata: “Sap evo. Raggi: Me lo disse a luglio” (Il Fatto Quotidiano); “La Raggi ammette la bugia e tira in ballo i vertici: sapevano dell’indagine” (Il Giornale); “Acqua in bocca” (Il Manifesto). Benvenuti nel diluvio. Che succederà? Il quiz ha anche la risposta D, quella che potrebbe maturare nelle prossime ore: l’assessore Muraro si dimette con il bollino della bugia appuntato sul petto e il sindaco Raggi va avanti con il cabaret, tra Dibba in motorino e Di Maio in sartoria. Tranquilli, il peggio deve ancora venire: tra una settimana riaprono le scuole, Roma sarà nel caos. Testo di lettura consigliato a Raggi, a Grillo, al Direttorio (un nome al di sotto del ridicolo) e ai penta-euforici: Pinocchio.

     

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    Germania. Angela, Frauke e la rappresentazione della realtà. La realtà e l’illusione. In Meclenburgo-Pomerania non ci sono immigrati (numero fornito ieri da List: sono appena dodicimila in un paese che solo l’anno scorso ha accolto un milione di rifugiati), ma il voto di una larga parte dell’elettorato si basa su percezioni, sentimenti, irrazionalità. Così Petry supera Merkel. Voto piccolo, ma grande lezione. Sui media e la rappresentazione del mondo. Da leggere Giuliano Ferrara sul Foglio: “Il sistema mediatico crea nell’immediatezza, dunque in modo irriflessivo, primitivo, emozionale, l’opinione pubblica, e le corrisponde per ragioni deontologiche e commerciali mischiate. A Roma ormai non si sbaglia: il peggiore, di sinistra o grillino, Marino o Raggi, ce la fa alla grande, a condizione disponga dell’appoggio devoto del conformismo dei media. I barconi sulle coste italiane sono un fatto, lo vediamo tutti i giorni, l’accento non è sul salvataggio e sullo sbarco ma sul viaggio, sull’ombra dello straniero che si allunga sulla nostra pace”. E’ il giornalismo collettivo allevato a dosi industriali di peggiorismo, il pensiero a una dimensione del think negative.

     

    Asia-Pacifico. La sfida del mare. Si apre in Laos il vertice Asean. Ci sarà anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Dossier delicato: l’espansione militare della Cina e il controllo dei mari. La potenza navale cinese è in espansione, i concetti di questa strategia furono fissati nel diciottesimo congresso del Partito comunista cinese nel 2012. Storia. Geopolitica. Lettura consigliata: Terra e Mare, di Carl Schmitt. Un libretto delizioso in cui il giurista tedesco racconta alla figlia Anima una storia del mondo in forma di racconto: “La storia del mondo è la storia della lotta delle potenze marittime contro le potenze terrestri e delle potenze terrestri contro le potenze marittime”.

     

    Draghi ha finito i proiettili del suo bazooka? Se lo chiede il quotidiano economico tedesco Handelsblatt e bisogna tenere d’occhio cosa pensa la Germania in prossimità delle elezioni.

     

    America. L’eredità di Nixon. Il trentasettesimo presidente degli Stati Uniti allunga la sua ombra sulla campagna elettorale di Trump. La sua storia è il Watergate? Non c’è solo lo scandalo, ci sono altri 48 anni di politica da studiare nei nuovi documenti e percorsi della Nixon Library.

     

    Quirinale. C’era una volta la Dc. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è a Brescia per partecipare alla commemorazione del senatore Mino Martinazzoli.

     

    Sì, viaggiare. Laura Boldrini, presidente della Camera, è ancora in Giappone.

     

    6 settembre. Nel 1943 Winston Churchill tiene ad Harvard un  discorso sul fondamentale ruolo della lingua inglese nel dominio del mondo.