La sede di Deutsche Bank

Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Schadenfreude? I guai di Deutsche Bank sono anche i nostri

Mario Sechi
Il crollo dell'istituto tedesco si porta dietro tutto il listino e per le banche italiane è un’altra disgrazia. A Roma intanto la Giunta è nel cassonetto. Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
    San Girolamo.

     

    Titoli. Schadenfreude. E’ una parola tedesca sinuosa, ricca di significato: è il piacere provocato dalla sfortuna altrui. Dietro la parola si cela il volto di chi gode delle disgrazie degli altri, uno sguardo sinistro che in una tragedia di Shakespeare prelude sempre a un destino senza ritorno per chi prova questo appagamento. Stamattina il titolo di Deutsche Bank è crollato, sta sotto del 9 per cento e il colpo era atteso dopo l’uscita di alcuni hedge fund dal business con la banca tedesca. Nel contesto della battaglia politica italiana, questo provoca un qualche godimento, la tentazione di pronunciare un “ve l’avevo detto e ora tié”. Vedremo nelle prossime ore chi sarà il primo a manifestare la schadenfreude. Il titolare di List avvisa i naviganti: il crollo di Deutsche Bank si porta dietro tutto il listino e per le banche italiane è un’altra disgrazia. Ecco il grafico dell’indice Euro Stoxx Banks negli ultimi cinque giorni:

     

     

    Dovrebbe essere chiaro a chiunque cosa sta succedendo. Se ancora non fosse sufficiente, ecco la splendida prestazione dell’indice del settore bancario della borsa di Milano nell’ultimo mese:

     

     

    Serve altro? No, la finanza italiana non è un pianeta isolato, fa parte di una galassia dove ruota secondo le regole imposte dalla forza di gravità di tutti gli altri. Crolla uno, cambia lo scenario per tutti. Per questo si consiglia di non cedere alla schadenfreude, il piacere della disgrazia altrui è puro masochismo. Buona giornata.

     

    Roma 1. Una giunta nel cassonetto. Apertura del Corriere della Sera: “Roma, nuovo caso giudiziario”. La giunta Raggi è un residuato bellico e la guerra non è neanche iniziata: l’assessore all’Ambiente, Paola Muraro, è indagata per abuso d’ufficio con il direttore generale di Ama, Giovanni Fiscon, già imputato nel processo Mafia Capitale. E’ la nemesi dei pentastellati, “onestà, onestà, onestà”. A forza di mostrare la forca agli avversari politici, si sono impiccati con le loro mani. Spazzatura politica.

     

    Roma 2. Di Maio: non ci sarà commissariamento. Uscito dalla sartoria, il pentastellato che non sa leggere le email (e si parlava del caso Muraro) ha rassicurato il popolo: “A Roma stiamo avendo delle difficoltà perché è Roma ma le supereremo. Quindi, andiamo avanti. Abbiamo deciso di accogliere questa sfida e la porteremo avanti”. Fa quasi tenerezza, Luigino. Non deve aver compreso bene il titolo del Messaggero: “Roma, si aggrava il caso Muraro”.

     

    Roma 3. Assessore al bilancio e ragioniere generale cercasi. L’assessore al Bilancio in Campidoglio non c’è ancora, ormai i candidati si dimettono prima ancora di essere nominati. Il ragioniere generale se ne va per manifesta incapacità della giunta di gestire il bilancio. I conti della città più indebitata d’Italia sono al sicuro: non ci pensa più nessuno.

     

    Roma 4. Marino è finito sotto il treno giudiziario. L’altro campione della legalità, quello intelligente a prescindere, il fenomeno in bicicletta, l’uomo nuovo che doveva rimettere in carreggiata la sinistra, Ignazio Marino, ha un problema: la procura di Roma ha chiesto per lui tre anni di condanna per la vicenda dei pranzi a sbafo. Pagava il contribuente, consumava lui in ristorante. Ha restituito i soldi (12 mila euro) ma il fatto resta e il Comune che si sente danneggiato nell’immagine ora vuole indietro 600 mila euro. E’ una richiesta della procura, non una sentenza, siamo sempre garantisti. Anche quando si tratta di magna magna.

     

    Referendum, i voti a destra (e a sinistra). Matteo Renzi ha detto al Foglio che la battaglia referendaria si vince a destra. A sinistra dicono che “non si vince con i voti della destra” (sommario sulla prima pagina di Repubblica), come se quei voti non contassero. Sono le elezioni a compartimenti stagni.

     

    Manovra in testacoda in Europa. Le previsioni di crescita sono al ribasso, il deficit in rialzo, la manovra economica è un gioco di spesa e rincorsa al popolo dei pensionati e pensionandi in anticipo. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan intervistato dalla Stampa: “Manovra, trattativa difficile con l’Ue”. Non avevamo dubbi, signor ministro.

     

    Cambiamento climatico a Napoli. Titolo del Mattino: “Napoli-Governo, il disgelo”. Il fatto? Il sindaco Giggino De Magistris ha incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio De Vincenti. Cose grosse.

     

    La fine del mondo. In molte parti del globo oggi si potrà osservare la luna nera. C’è chi dice che è un chiaro segnale della fine del mondo. I cospiratori esibiscono un passo del Vangelo di Matteo (24:29): " Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà e la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate”. Citofonate i catastrofisti: il fenomeno si ripete ogni 32 mesi.

     

    30 settembre. Nel 1938 si tiene la Conferenza di Monaco. Regno Unito, Francia, Germania e Italia si riuniscono per concedere a Hitler porzioni del territorio della Cecoslovacchia, la regione dei Sudeti. Credono così di soddisfare la fame di spazi di Adolf Hitler. E’ l’inizio della fine.