Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi
La confusione micidiale sui numeri del terremoto
Titoli. Tutto quello che c’era da sapere sul terremoto ieri è passato in tv e poi sui siti web dei giornali. Ai quotidiani stamattina non restava altro che fare reportage, analisi e fissare un paio di dati certi a beneficio del lettore. Sulla carta. Com’è andata? Ben poco reportage e una confusione micidiale sui numeri. Occhio ai titoli. Il primo caffè e il Corriere della Sera portano subito una certezza: “Crolli, feriti, 40 mila sfollati”. La giornata è avviata su questi fatti incontestabili. Ma lo sfoglio di Carlino-Nazione-Giorno insinua il dubbio: “Scossa catastrofica: 31 mila sfollati”. Uhm… ma sono 40 mila o 31 mila? Una differenza di 9 mila è come se nel conteggio mancasse l’intero paese d’origine (Cabras) del titolare di List. Non è un piccolo numero, provate a metterle insieme, novemila anime. I dubbi si moltiplicano alla visione del Fatto quotidiano: “Centomila senza un tetto sicuro”. Riepilogo: 40 mila, 31 mila, 100 mila. Un caffè ar vetro e Il Messaggero sono il regno della sicurezza: “Fuga dai crolli, 40 mila sfollati”. No, Repubblica riapre il dubbio con un titolo apocalittico (“La terra si è aperta”) e un sommario da esodo biblico: “Evacuati decine di paesi. Si temono centomila sfollati”. Si temono. Ci saranno o no? C’è tempo per verificare, a giudicare dal titolo della Stampa: “Senza fine”. Il Gazzettino non si fa prendere dai dubbi aritmetici: “Trema l’Italia, 40 mila sfollati”. Il Mattino manda in tipografia il numero più alto: “L’incubo dei centomila sfollati”. Libero ha la soluzione in pagina: “Voglia di fuggire”. Tutto chiaro, no?
P.S. Titolo di taglio sulla prima pagina del Mattino, la foto dell’Italia: “Napoli non ha un piano antisismico”. Napoli. Il Vesuvio. Qualche centinaia di migliaia di persone da evacuare, un giorno, forse mai. Forse. Non c’è un piano. Nell’occhiello c’è anche la risposta del Comune, esilarante: “Pronto in tre settimane”. Pronto. Tre settimane. Stupendo, a Napoli tutto è sempre pronto in… anche una pizza al tavolo e un caffè espresso, subito, grazie.
Ancora P.S. Titolo di taglio sulla prima pagina della Gazzetta del Mezzogiorno: “E in Puglia non c’è ancora il servizio geologico nazionale”. Toh, chi l’avrebbe mai detto, nel Mezzogiorno avanzato.
La battaglia per la Banca d’Inghilterra. I Brexiters vogliono farlo secco, ma lui, il governatore Mark Carney, vuole vendere cara la pelle. Il suo mandato alla guida della Banca d’Inghilterra dura otto anni. Carney finora ha lavorato molto bene, ma ha un problema: è canadese e non ha mai favorito la Brexit. Sono inglesi, isolani dal carattere difficile.
La Spagna ha un governo. Tutto a posto, i socialisti hanno fatto quello che era chiaro un anno fa, si sono astenuti e ora Mariano Rajoy può governare. Soprattutto deve presentare un esecutivo che non coli a picco al primo giro di boa. E se affonda? No problem, senza governo la Spagna ha fatto benissimo in economia.
La Grecia continua a fare la Grecia. Non fa le riforme, incassa soldi dall’Unione europea per un salvataggio che non salva niente e a Atene si comincia parlare di nuovo di elezioni anticipate. La compagnia di giro di Syriza è sempre in fase bancarotta. Era più saggio lasciarli fallire.
Sono australiani e non puoi farci niente. Sono senza mezze misure, così per scoraggiare l’immigrazione clandestina hanno deciso di rendere la vita più difficile a chi arriva in Australia in nave. Chi cerca asilo e torna a casa, è bandito per sempre dal territorio. Anche se dovesse metterci piede per fare il turista. Sono australiani, isolani dal carattere difficile.
Inverno a Genova. Pagliuzze d’oro della cronaca locale. Titolo in prima del Secolo XIX: “Caloriferi, esaurite le scorte di valvole: troppe richieste, condomini nel caos”. A Genova, sul mare, arriva il generale inverno, come a Mosca.
Turismo a Venezia. Altro titolo che dovrebbe indurre a qualche riflessione sul dove siamo, chi siamo e dove andiamo: “Troppi turisti, Venezia scoppia. Chiuso il ponte della Libertà”.
31 ottobre. Nel 1892 Arthur Conan Doyle pubblica “Le avventure di Sherlock Holmes”. Curiosità: la frase più famosa che viene attribuita a Holmes (“Elementare, Watson!”) nelle pagine scritte da Conan Doyle non c’è mai. E’ un’invenzione del cinema e della tv. “Elementare, Watson!”.
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