Navarro e la guerra monetaria alla Germania
Il capo del National Trade Council ha accusato Berlino di aver fatto fallire il trattato di libero scambio tra Stati Uniti e Europa per difendere il suo surplus commerciale
San Severo
Il giudice e gli smemorati democratici. Neil Gorsuch è la nomina di Trump alla Corte Suprema. Un conservatore che a 49 anni è considerato da tutti una star del diritto americano, ha il pedigree dell’intellettuale con tre proiettili d’argento, Columbia-Harvard-Oxford, è un “originalista”, un esponente di quella corrente di pensiero punta a affermare l’original understanding del legislatore, il pensiero, le intenzioni dei padri fondatori. Insomma, il giusto successore di Scalia. Per mille saette, i democratici hanno cominciato il girotondo contro la nomina. E’ un conservatore!!! Se tutto quello che fa Trump è il Male anche Gorsuch lo è. E’ il segno dello stato confusionale in cui sono piombati dopo la sconfitta dell’8 novembre: nel 2006 il Senato confermò all’unanimità la nomina di Gorsuch – che allora aveva solo 38 anni - a giudice federale. Ecco i senatori democratici che non ebbero nulla da obiettare sul giudice oggi scelto da Trump per sostituire il seggio vacante dopo la morte del grande Antonin Scalia, una figura carismatica nella storia del diritto – e della politica – degli Stati Uniti:
La linea di fuoco dell’amministrazione uscente e del partito democratico non fece alcuna opposizione: Obama, Biden, Kerry, Clinton. Tutti per Gorsuch, oggi per nessuno. Sono gli strabilianti effetti chimici del Never Trump: perdono la memoria. Passerà qualche ora, poi (forse) avranno un flashback improvviso.
Guerra monetaria. E alla fine, il fulmine arrivò fino alla Foresta Nera. Gli Stati Uniti hanno cominciato la marcia di avvicinamento sul fronte tedesco. Peter Navarro, capo del National Trade Council nominato dal presidente Trump ha puntato il radar sull’euro: “Di fatto è il marco tedesco ed è troppo sottovalutato. La Germania danneggia gli Stati Uniti e gli altri paesi europei”. Angela Merkel ha risposto da Stoccolma: “Noi sosteniamo l’indipendenza della Banca centrale europea”. Boom. Attendiamo reazione di Jens Weidmann, presidente della Bundesbank. Trump ha più volte accusato altri paesi di giocare alla svalutazione e la sortita di Navarro è da spia rossa accesa nel sommergibile. Navarro è da seguire con molta attenzione, non è un boscaiolo con la motosega monetaria, si è laureato a Harvard, ha insegnato per vent’anni alla University of California-Irvine, è un ex democratico, è un abile comunicatore, ha scritto dieci libri, tre dei quali dedicati non proprio amorevolmente alla Cina (Death by China, dal quale è stato tratto un documentario in onda su Netflix, The Coming China Wars e Crouching Tiger: What China's Militarism Means for the World, dal quale è stato tratto un altro documentario) e insieme a Wilbur Ross costituisce la coppia di falchi che governa le rotte del commercio americano. Navarro ha accusato la Germania di aver fatto fallire il trattato di libero scambio tra Stati Uniti e Europa per difendere il suo surplus commerciale. Il tema è stato oggetto più volte di scambi di cortesie con la carta vetrata anche tra i paesi europei. La tensione con Berlino è destinata a crescere, ora sappiamo che la dissoluzione dell’Unione europea è un gioco a testa o croce con la sua moneta.
Mercati e Fed. Le borse sono partite bene, si attendono le decisioni della Federal Reserve.
Al voto al voto. In questo scenario, l’Italia è posseduta dalla discussione sulla data del voto e avanza il partito delle urne tutte, maledette e subito. Il Corriere della Sera francobolla la lieta novella in prima pagina con un registro stilistico berlusconiano: “Scende in campo il partito del voto”, mentre Repubblica la butta giù così: “Asse Pd-Lega-M5S per il voto subito”. A leggere le sigle, si capisce che c’è qualcosa che non torna. Il principale avversario del Pd vuole il voto, il Pd vuole il voto. Ma non è poi così difficile capire cosa ci sta sotto, il gioco delle due palle e un soldo. Prima palla: Renzi teme il logoramento della sua figura; Seconda palla: Renzi deve levare a D’Alema il tempo di manovra: più tempo significa più soldi e più organizzazione per il nascente partito scissionista; Il soldo: è la manovra, Renzi non vuole intestarsi tagli e tasse, meglio votare a giugno e poi si vedrà. C’è un solo particolare, quello che un collega con molte primavere chiacchierando con il titolare di List ha così definito mentre accendeva un sigaro toscano: “L’ingovernabilità delle crisi pilotate”. Prendere appunti, ne riparliamo presto.
Il Senato e la Protezione civile. Ecco l’ordine del giorno di Palazzo Madama: “Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale della protezione civile”. Bene, reazione rapida dopo il terremoto. No, attenzione alle date. Da quando è in discussione il provvedimento? 24 settembre 2015. Quindici mesi. L’importante è andare veloci.
1 febbraio. Nel 1790 si riunisce per la prima volta la Corte Suprema degli Stati Uniti.
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