Tiziano Renzi con Luca Lotti (foto LaPresse)

C'è un problema politico nell'inchiesta Consip?

Mario Sechi

Bisogna sollecitare qualche risposta che dia ancora una ragione agli elettori per non gettarsi tra le braccia di Grillo

San Luca Casale di Nicosía

 

Padri e figli. Le dimissioni da padre non sono possibili, quelle da figlio neppure, ma una soluzione al loro tran tran familiare i Renzis dovranno trovarla. Il problema dell’inchiesta Consip prima che giudiziario è politico ed è bene che l’ex segretario del Pd e i suoi parenti, amici, consiglieri e aficionados ci mettano sopra la testa, prima di perderla. Il problema, dicevamo, non sono i soldi che secondo l’accusa sarebbero stati promessi a Tiziano Renzi, perché anche se Renzi babbo esce immacolato dalla vicenda giudiziaria, al centro della piazza resta il vero tema di questa storia: perché il padre dell’allora presidente del Consiglio e segretario del Pd si mette a smistare traffico imprenditoriale che gira come la pinna di uno squalo intorno agli appalti di Stato? A questa domanda, che si conficca nel cuore e nella mente della politica, nessuno ha risposto. Pare che la cosa non sfiori neppure il cervello dei renziani. Luca Lotti, oggi ministro dello Sport e ieri sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, risponde candido: “Sono tranquillissimo”. Fa piacere a tutti saperlo più che sereno, circondato dagli angioletti, ma anche Lotti sembra aver la mente annebbiata dal faldone e perde di vista il fatto politico: la sua vicenda giudiziaria è del tutto irrilevante, quali che siano gli esiti, quello che davvero impatta in questa storia è un interrogativo politico: perché ha mandato degli sms al presidente della regione Puglia Michele Emiliano – un arci-nemico di Renzi - suggerendogli di incontrare l’imprenditore Carlo Russo? Se c’era un disegno politico, siamo di fronte a un’idiozia (e se ne vedono i frutti), se non c’erano motivazioni politiche, allora cos’era?

Sul taccuino del titolare di List c’è un quiz.

Russo e Emiliano nelle intenzioni di Lotti dovevano incontrarsi per:

A. Scrivere insieme un programma unitario per il Pd;

B. Preparare una candidatura di Emiliano contro Renzi al fine di evitare un consenso bulgaro nel partito;

C. Lanciare una conferenza programmatica sul Mezzogiorno con un manifesto firmato da intellettuali meridionali.

Sembra necessario ricorrere all’iperbole e all’ironia per riportare tutti sulla terra, sollecitare qualche risposta che dia ancora una ragione agli elettori per non gettarsi tra le braccia di Grillo, poi arriva la realtà e aziona la freccia del sorpasso di ogni intenzione di rivelazione comica. Ecco cosa dice Angelino Alfano, ministro degli Esteri: “E' una iperbole infondata dire che l'inchiesta Consip abbia ricadute sul governo”. Risate in sala. Tanti auguri.

 

Liberté! Egalité! Cabaret! Sarà Marine Le Pen a trarre vantaggio dall’accelerazione dell’inchiesta su Fillon? E’ ancora presto per dirlo, ma le cose nelle elezioni francesi si stanno complicando. La reazione di Fillon, il suo attacco alla magistratura, la sua decisione di restare in corsa potrebbero perfino giovargli. Macron presenta oggi il suo programma e resta il favoritissimo del secondo turno. Ma la confusione è testimoniata dai mercati, dove sta schizzando verso l’alto il tasso di copertura dal rischio di Frexit:

 

L’Olandese volante. Mentre infuria la battaglia francese, tutti si sono dimenticati che si vota in Olanda tra pochi giorni. Il 15 marzo si terranno le elezioni politiche per eleggere 150 parlamentari. In testa ai sondaggi c’è il partito di Geert Wilders che vincerà ma poi non governerà per l’impossibilità di fare coalizione con gli altri. Non è una buona notizia, perché segna una spaccatura tra le istituzioni e la società olandese. La prova arriva dal Financial Times che pubblica una ricerca in cui emergono le differenze tra le esigenze delle aree urbane e le zone rurali, la diversa reazione alla massiccia presenza di immigrati, la minore educazione che – attenzione – non significa inconsapevolezza degli elettori, tutt’altro. Gli elettori di Wilders sanno esattamente cosa votano e perché, esattamente quello che le presunte classi colte non hanno capito. Risolvono tutto liquidando la pratica con la parola “populismo”, alla quale negli ultimi tempi associano l’altra magica formuletta del non-sense: fake news. Poi arriva la realtà e si chiedono con le lacrime agli occhi come mai c’è stata la Brexit, ha vinto Trump e Renzi ha fatto crac al referendum.

 

Trump inseguito dalla Russia. Ci risiamo, dopo Flynn un altro esponente dell’amministrazione Trump avrebbe incontrato diplomatici russi durante la campagna presidenziale. Sessions è il ministro della Giustizia e il problema è che durante le audizioni del Senato per la sua conferma, di questi incontri non si è fatto cenno. Vero o falso? Tra qualche ora avremo una risposta. Se sentite il cigolio di una porta, è Sessions che sta tornando casa. Quando Trump vede la manina di Obama… non sbaglia.

 

Trump e Wall Street. Fase Cremlino a parte, il momento di Trump dopo il suo intervento al Congresso è (era) perfetto. Ieri Wall Street ha macinato il tredicesimo rialzo consecutivo, un nuovo record storico per il Dow Jones che in soli 66 giorni è passato da 19 mila a 21 mila punti.

 

Camere aperte. Torniamo in Italia, cose fondamentali dal parlamento. Montecitorio lavora domani, oggi no, quindi domani ci sarà il deserto e d’altronde si procede all’esame di “interpellanze urgenti” la cui importanza sarà testimoniata dal vuoto d’aula. Al Senato invece proseguono le grandi discussioni sul reddito minimo garantito e sull’istituzione delle commissioni di inchiesta sui crac bancari. E’ tutta una gran perdita di tempo, la legislatura è ampiamente finita.

 

2 marzo. Nel 1919 si tiene a Mosca la prima Internazionale Comunista.

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