Il Natale
Tra meno di un mese ci risiamo con la festa più importante dell'anno per i credenti e per la società dei consumi. Ognuno affronta il Natale a modo suo: chi lo sopporta in attesa che passi, chi si inebria dello shopping rituale. In ogni caso non si può non parlarne
– Siamo già a Natale.
– Come passa il tempo: solo ieri era Pasqua.
– Prefigurarsi il delirio degli acquisti e la frenesia del traffico. Esprimere il desiderio di risvegliarsi il 7 gennaio.
– Senza neve non è Natale.
– Avere abolito i regali qualifica come persone di grande indipendenza di spirito, restie ai compromessi della società consumistica. Spiare con compiacimento gli sguardi d’invidia degli astanti.
– Il Natale quest’anno non l’ho sentito per niente. Ogni anno sentirlo meno del precedente.
– Le pubblicità dei panettoni e dei pandori sono le stesse anno dopo anno, così hanno finito per diventare loro la vera tradizione.
– Detestare tutti i bambini delle pubblicità natalizie senza eccezione.
– Sono spariti gli zampognari. Dolersene.
– Sono ricomparsi gli zampognari. Rallegrarsene.
– Ricordare che Babbo Natale è un’invenzione della Coca-Cola suggerisce una visione laica e disincantata della vita.
– Ma Babbo Natale e la Befana hanno una relazione clandestina? E se sì, perché non la ufficializzano invece di continuare ad andare per tetti?
– Sostenere l’inopportunità di rivelare troppo presto ai bambini che non è Babbo Natale a portare i regali, affinché non diventino stronzi materialisti prima dell’adolescenza.
– A Natale si dovrebbe essere tutti più buoni, per questo, di solito, si litiga con i familiari: le aspettative sono una iattura.
– Ogni anno ripromettersi di mangiare normalmente, quindi lasciarsi travolgere dal cenone di sei ore.
– Ogni anno c’è sempre un invitato al cenone che non avete la minima idea chi sia.
– Ci sono due grandi partiti: quelli che aprono i regali alla mezzanotte e non un attimo prima e quelli che non resistono e all’antivigilia scartano i pacchi. Poi c’è una minoranza perniciosa che non sa trattenersi e rivela quel che c’è nel pacco.
– Per via della crisi le luminarie natalizie cominciano ad assomigliare a decorazioni funebri. Lagnarsene scuotendo la testa e ricordare anni in cui l’intera città era illuminata a festa.
– Dopo i pranzi natalizi resta sempre un panettone appena cominciato che poi viene intinto nel tè per la settimana seguente. Dirlo in tono sognante come se si trattasse della madeleine proustiana.
– Più che altro è una festa per i bambini, perché se fosse per me…
– Riciclare i regali è legittimo, il difficile è sapersi fermare. Per esempio, il set da parmigiano con il tagliere rotondo diviso in sei settori con relativi coltellini è già oltre.
– L’albero di Natale è laico, il presepe è confessionale, inoltre fa subito Natale in casa Cupiello.
– Il Natale allora sì che era una festa vera/cominciavo ad aspettarlo quattro mesi prima/i regali mi duravano una settimana... (Francesco De Gregori)
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