La pennichella
C'è chi la evita come la peste per non diminuire le sue prestazioni e chi non ne può fare a meno per continuare a fornire delle prestazioni. Fans del divano o puristi della sdraio, anfetaminici o narcolettici, non fatevi mancare una sintetica ma compendiosa collezione di luoghi comuni sulla pennichella.
- Una delle supreme conquiste della storia dell'umanità.
- Dichiararsi un grande invalido se non la si fa.
- Non ha nulla a che vedere con l'avvento della mezza età: è una scelta esistenziale, come il vegetarianesimo, la non violenza o il buddismo.
- Il solo, vero benefit dei freelance in tempi di crisi.
- Avere avuto un direttore che si era attrezzato una zona pennica sul luogo di lavoro. Per una mezz'ora dopo pranzo si chiudeva a chiave nel suo ufficio e non rispondeva a nessuno, nemmeno al presidente.
- La pennica migliore è quella della domenica pomeriggio davanti al Gran Premio. Convenirne e chiosare di non riuscire neppure a finire il primo giro.
- In un consesso di intellettuali chiedere che male abbia mai fatto il pisolino da volerlo schiacciare. Très chic.
- Attesta solida cultura classica lasciare cadere con nonchalance che l'etimologia deriva dal latino parlato “pendiculare”, essere sospeso, inclinarsi in un verso, allusione al movimento declinante e oscillatorio del capo di chi sta per addormentarsi seduto.
- Raccontare che in Germania un'impiegata di banca si è addormentata con il viso sulla tastiera del computer, autorizzando un pagamento di 222.222.222 milioni di Euro. È stata licenziata. Di seguito far partire una pippa sull'efficienza dei tedeschi.
- Sfogliando i giornali si desume che la pennichella è come la carne rossa: un anno fa bene e l'anno dopo fa malissimo. Regolarsi secondo il buonsenso della nonna.
- Vantarsi di essere cintura nera di pennichella.
- Avere sviluppato una capacità fantozziana di appennicarsi con gli occhi aperti davanti al computer nelle prime ore del pomeriggio. Avere perfezionato la tecnica fino al punto da riuscire anche a cambiare schermata senza riprendere conoscenza.
- La cosa peggiore è quando ti fissano una riunione importante alle due e mezza del pomeriggio. In quei casi riuscire a sbadigliare dilatando a dismisura le narici è vitale per la propria carriera.
- Plaudire alla cultura ispanica che ha istituzionalizzato la pratica della siesta.
- Dimostrare a un milanese che il romanesco è una lingua, e non un dialetto, spiegando le sottili differenze semantiche tra “cecagna” e “abbiocco”* dà sempre grande soddisfazione.
- Stilare la classifica dei parlamentari che si abbioccano di più in aula.
- Avere un amico che legge prima della pennichella. Dileggiarlo.
- Sostenere che durante la pennichella pomeridiana si facciano sogni molto più interessanti che durante la notte.
- Quella vera richiede il divano. Stigmatizzare gli zelanti che si mettono a letto sotto le coperte.
- Desiderare di essere un gatto. Convenirne.
*Cecagna. Socchiudere ripetutamente gli occhi, come si fa per proteggerli dal sole, a causa di una prepotente sonnolenza. / Abbiocco. Colpo di sonno. Deriva dalla gallina (biocca) che si mette in un angolo, pronta alla cova, addormentandosi.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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