La pennichella

Andrea Ballarini

C'è chi la evita come la peste per non diminuire le sue prestazioni e chi non ne può fare a meno per continuare a fornire delle prestazioni. Fans del divano o puristi della sdraio, anfetaminici o narcolettici, non fatevi mancare una sintetica ma compendiosa collezione di luoghi comuni sulla pennichella.

    - Una delle supreme conquiste della storia dell'umanità.

    - Dichiararsi un grande invalido se non la si fa.

    - Non ha nulla a che vedere con l'avvento della mezza età: è una scelta esistenziale, come il vegetarianesimo, la non violenza o il buddismo.

    - Il solo, vero benefit dei freelance in tempi di crisi.

    - Avere avuto un direttore che si era attrezzato una zona pennica sul luogo di lavoro. Per una mezz'ora dopo pranzo si chiudeva a chiave nel suo ufficio e non rispondeva a nessuno, nemmeno al presidente.

    - La pennica migliore è quella della domenica pomeriggio davanti al Gran Premio. Convenirne e chiosare di non riuscire neppure a finire il primo giro.

    - In un consesso di intellettuali chiedere che male abbia mai fatto il pisolino da volerlo schiacciare. Très chic.

    - Attesta solida cultura classica lasciare cadere con nonchalance che l'etimologia deriva dal latino parlato “pendiculare”, essere sospeso, inclinarsi in un verso, allusione al movimento declinante e oscillatorio del capo di chi sta per addormentarsi seduto.

    - Raccontare che in Germania un'impiegata di banca si è addormentata con il viso sulla tastiera del computer, autorizzando un pagamento di 222.222.222 milioni di Euro. È stata licenziata. Di seguito far partire una pippa sull'efficienza dei tedeschi.

    - Sfogliando i giornali si desume che la pennichella è come la carne rossa: un anno fa bene e l'anno dopo fa malissimo. Regolarsi secondo il buonsenso della nonna.

    - Vantarsi di essere cintura nera di pennichella.

    - Avere sviluppato una capacità fantozziana di appennicarsi con gli occhi aperti davanti al computer nelle prime ore del pomeriggio. Avere perfezionato la tecnica fino al punto da riuscire anche a cambiare schermata senza riprendere conoscenza.

    - La cosa peggiore è quando ti fissano una riunione importante alle due e mezza del pomeriggio. In quei casi riuscire a sbadigliare dilatando a dismisura le narici è vitale per la propria carriera.

    - Plaudire alla cultura ispanica che ha istituzionalizzato la pratica della siesta.

    - Dimostrare a un milanese che il romanesco è una lingua, e non un dialetto, spiegando le sottili differenze semantiche tra “cecagna” e “abbiocco”* dà sempre grande soddisfazione.

    - Stilare la classifica dei parlamentari che si abbioccano di più in aula.

    - Avere un amico che legge prima della pennichella. Dileggiarlo.

    - Sostenere che durante la pennichella pomeridiana si facciano sogni molto più interessanti che durante la notte.

    - Quella vera richiede il divano. Stigmatizzare gli zelanti che si mettono a letto sotto le coperte.

    - Desiderare di essere un gatto. Convenirne.

    *Cecagna. Socchiudere ripetutamente gli occhi, come si fa per proteggerli dal sole, a causa di una prepotente sonnolenza. / Abbiocco. Colpo di sonno. Deriva dalla gallina (biocca) che si mette in un angolo, pronta alla cova, addormentandosi.