
Come fare bella figura senza necessariamente sapere quel che si dice
I malmostosi
- A un invito di un/una amico/a non rispondere né sì, né no, bensì tenere aperte tutte le possibilità fino agli ultimi cinque minuti, a suggerire un ventaglio di proposte tra cui scegliere per la medesima sera. Poi, cinque minuti prima dell'ora fissata, declinare adducendo una generica stanchezza o un'improbabile lontananza del luogo dell'appuntamento. (Vedi seguente)
- Variante della precedente. All'invito di un/una amico/a, non rispondere né sì, né no, bensì informarsi minuziosamente su chi ci sia, cosa si faccia, dove si vada. Quindi declinare con scuse distratte; meglio dopo aver procrastinato la risposta fino agli ultimi cinque minuti.
- All'uscita del cinema, dopo aver visto un film che è piaciuto a tutti, commentare negativamente la scelta delle comparse, così tragicamente cani, come in tutte le produzioni italiane; al contrario di quelle americane che, anche per quello che deve solo aprire la porta, selezionano attori shakespeariani. Replicare che quella è un'industria di professionisti e non una conventicola di quattro famiglie... arabescare a soggetto.
- In inverno restare cupamente taciturni tutta la serata, ma riscoprire un'improvvisa voglia di chiacchierare al momento di lasciarsi, con il risultato di bivaccare mezz'ora al gelo sul marciapiede, occhieggiando cupidamente le rispettive automobili.
- Al ristorante, per ordinare condurre un'indagine da Nucleo Antisofisticazione sugli ingredienti di ogni singolo piatto, accompagnandola con avvertimenti allarmistici al cameriere: "Ma nella trilogia di tartare c’è mica della carne di zibellino, vero? No, perché sono allergica ai mustelidi: muoio, eh!". Scartare per futili motivi una dopo l'altro le proposte che rispettano tutti i criteri e, infine, optare per spaghetti pomodoro e basilico. Quindi lamentarsi di essere costretti a mangiare come all'ospedale.
- Una cosa non è mai buona, né bella, né perfetta. Al massimo può essere non male, carina o così così. Esercitarsi a lungo per suggerire un alto livello di competenza.
- Uscire con una ragazza malmostosissima ma molto bella, ostinandosi a sorvolare sulla sua palese stronzaggine, e giustificarsi con gli amici con formule del tipo: "È una donna complessa, ma molto stimolante." Se la cosa dura il tempo di consumare una torrida relazione sessuale è accettabile, se la si sposa, no.
- Notare che solo i malmostosi più abili riescono a palesare la propria natura prima della formazione della coppia, facendone, anzi, un punto di forza del proprio fascino. Quasi tutti lo fanno col tempo, dapprima sollevando obiezioni alle proposte della partner e, progressivamente, arrivando ad archiviarle con un semplice grugnito. Se la vittima è sufficientemente fragile emotivamente, si può arrivare anche ad autentiche apoteosi di schiavismo psicologico.
- Se un amico abitualmente socievole è colto da un improvviso attacco di malmostosità, citare la famosa scena di Moretti: "Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?" Non abusarne.
- Notare che, diversamente dagli stronzi, che hanno un loro folto pubblico di appassionate distribuito uniformente in tutti gli strati della società, i malmostosi beneficiano di una cerchia ben più ristretta, ma estremamente entusiasta, di estimatrici.
- Cogliere ogni occasione per spiegare l’etimologia di malmostoso (composto di male e mostoso, sugoso, cioè di poco sugo, insipiente, arido; per estensione scontroso, sgarbato, musone) attesta cultura umanistica.
- Pronunciare il termine alla milanese (malmùstuus) è una delle rarissime opportunità di generare un moto di simpatia nei confronti del dialetto meneghino: ricordarlo.
- Stupirsi che non di rado donne intelligentissime, bellissime, simpaticissime stiano con cupi sfelicitatori mortiferi. Discettare ad libitum sul tema. No spiegazioni psicanalitiche economiche.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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