Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice
Vivere in città, vivere in campagna
- Osservare un terrazzo spettacolare in una zona centralissima della propria citta e dire che sì, è molto bello, ma non si vorrebbe mai vivere lì: troppo casino, il parcheggio è un'utopia, per comprare delle mele devi cambiare quartiere, i vicini sono tutti stronzissimi e con la puzza al naso, e poi l'aria in centro è davvero mefitica... Continuare a soggetto.
- Da quando si è andati a vivere in campagna avere riscoperto uno stile di vita più naturale, dei ritmi più lenti e una dolcezza del vivere sconosciuta in città. Ora non sarebbe più possibile tornare indietro.
- Se qualcuno proclama orgogliosamente che da quando ha scelto di vivere in campagna può fare il barbecue la domenica mattina, domandare se non sia un po' monotono fare il barbecue tutte le domeniche mattina.
- Dire che non si potrebbe mai rinunciare alla vita in centro, perché si ha bisogno di stimoli e dell'offerta culturale che solo una città può offrire: teatri, cinema, conferenze... Sorvolare sul fatto che da anni non si frequenti nulla di tutto ciò.
- Per un single vivere in città è la sola speranza di avere un'ancorché minima vita sessuale.
- Il principale vantaggio di vivere in campagna è che lì non sanno neppure cosa sia l'happy hour.
- Senza contare che la campagna è enormemente più economica. Con gli stessi soldi a Roma si vivrebbe in venti metri quadrati con vista su un muro.
- Basta uscire appena dalla città e lo si sente subito che l'aria è diversa. Convenirne.
- Anche se si abita a 120 chilometri dalla città, sostenere che con i mezzi raggiungere il centro è comodissimo e che ad andare al lavoro ci si mette lo stesso tempo che ci si metteva quando si abitava in centro. Cercare di convincere un amico che vive in un attico a Piazza di Spagna. Non insistere troppo.
- Ricordarsi sempre di dire che in campagna la sicurezza è incomparabilmente superiore: ci si conosce tutti e quindi il controllo sociale è fortissimo. Valutare se spingersi fino a dire che si lasciano le porte aperte con le chiavi appese dalla parte esterna.
- Non avere mai dormito meglio come da quando si è andati a vivere in campagna. Descrivere minuziosamente la qualità del silenzio.
- Sostenere che la natura è bella solo in tv; nella realtà è piena di insetti, di animali indesiderabili e di schifezze di ogni genere. Dire di amare l'affidabilità del cemento.
- Avere riscoperto il sapore delle carote e dei pomodori. Incidentalmente commentare il potere calmante della coltivazione dell'orto. Se il contesto è sufficientemente intellettuale arrivare a paragonarla a una sorta di meditazione trascendentale del corpo. Replicare con scetticismo che "la terra l'è bassa."
- Essere entusiasti di aver scelto di vivere in campagna, ma ammettere che ci sono delle rinunce da fare. Per esempio, l'ultimo film visto al cinema è "9 settimane e mezzo". Dolersene.
- Oggi con internet si può benissimo vivere in campagna senza perdere i contatti con la civiltà. Anzi, a ben guardare è molto cool. Dilungarsi sul tema.
- Una volta alla settimana passare una notte in città da un'amica per evitare di impazzire. Lamentarsi di come ciò faccia nascere delle periodiche incomprensioni con il proprio consorte.
- Lagnarsi della distanza spirituale con le vicine di casa, per le quali il massimo del glamour è trascorrere la giornata al centro commerciale. Citare Desperate Housewives.
- Non farcela più a sopportare lo stress della città (ricordarsi sempre di dire che è peggiorata moltissimo negli ultimi anni) e sentirsi soffocare. Convenirne.
- Vagheggiare di mollare tutto e ritirarsi a vivere in campagna. Ripeterlo tanto più spesso quanto meno si intende farlo davvero.
- Lamentare che i ragazzi di oggi non abbiano mai visto una pecora o una gallina. Scandalizzarsene.
- La campagna vi fa venire la depressione. Capire perché Cesare Pavese si sia suicidato.
Il Foglio sportivo - in corpore sano