Manifesti elettorali per il referendum costituzionale (foto laPresse)

Manuale di Conversazione

Il referendum

Andrea Ballarini

Inevitabilmente da domenica notte bisognerà parlarne a vanvera. Meglio non farsi trovare impreparati. Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice

- "Cosa voti al referendum?" è il nuovo "Cosa fai per Capodanno?". Convenirne.

 

- Ricordarsi sempre di affermare che abbiamo la costituzione più bella del mondo. Se lo si sente dire, coprirsi di bolle.

 

- Il problema non è cambiare la Costituzione, ma applicarne le parti che sono state disattese.

 

- Cambiare per cambiare non è un valore. Peraltro sono quarant'anni che non cambia niente: che palle!

 

- Dire che siamo rimasti i soli in Europa ad avere il bicameralismo perfetto. Replicare che siamo rimasti anche i soli a mangiare gli spaghetti al dente.

 

- Non ricordarsi mai la differenza tra il bicameralismo perfetto e quello paritario: ci sono cose che non vi entrano in testa, come Manet o Monet. Dolersene.

 

- Tuonare che la Costituzione dovrebbero insegnarla a scuola. Obiettare che a scuola la insegnano. Replicare che sì, vabbe', si sa come va la scuola italiana.

 

- Durante una cena tra intellettuali trovare il modo di buttare lì l'etimologia di referendum: gerundivo neutro sostantivato del verbo 'referre' «riferire», dalla locuzione 'ad referendum' «(convocazione) per riferire». Non temere di tirarsela troppo.

 

- Votare no per opporsi ai poteri forti. Vale anche votare sì per le medesime ragioni.

 

- Stilare un elenco di Vip che votano per il sì e di quelli che votano per il no. Allorché se ne incontra uno che si detesta particolarmente, schierarsi dall'altra parte.

 

- Votare con la pancia o votare con la testa? Proporre un referendum per deciderlo.

 

- Prefigurarsi le dichiarazioni neurologiche che si scateneranno dalla notte di domenica e cadere in deliquio fin d'ora.

 

- A ogni referendum si riattiva la sindrome Coppi-Bartali, detta anche di Binda-Guerra o di Moser-Saronni. Considerare che non c'è ragionamento in grado di indurre a cambiare campo. Rassegnarsi.

 

- Proporre di deciderne l'esito mediante la lettura dei Tarocchi, dell'I-Ching o altre tecniche mantiche, al fine si svelenire il clima politico.

 

- Trovarlo una pratica manichea. Suggerire l'introduzione del Ni e del So, perché il rifiuto delle semplificazioni è un valore democratico.

 

- Domenica sera cercare sul satellite la diretta sulle elezioni austriache e seguire quella. Chic.

 

- In questo momento il sondaggista è solo di poco meno attendibile del mago di Arcella. Dolersene. (Vedi seguente)

 

- Sospettare l'esistenza di un complotto mondiale che induce a dire ai sondaggisti il contrario di quello che poi si fa nella cabina elettorale. Attribuirne la colpa alle oscure trame dei poteri forti. Valutare se citare il gruppo Bilderberg.

 

- Qualunque sarà il risultato, accoglierlo con un sorriso amaro, a significare che era tutto già scritto con mesi d'anticipo.

 

- Da lunedì gareggiare con gli amici a chi scopre l'articolo che per primo aveva dato il responso corretto. Di seguito affermare che bastava un minimo di capacità di lettura della realtà per sapere chi avrebbe vinto.

 

- Non andare a votare perché ci si rifiuta di farsi prendere per il culo. Meno si spiega, maggiore è l'effetto anticasta.

 

- Chiedere se Borghezio abbia rilasciato qualche dichiarazione muscolare sul referendum o se vi sia sfuggita. In ogni caso concluderne che nemmeno lui è più quello di una volta: ai bei tempi avrebbe già occupato i Sudeti.