Dipendenza digitale
Qualcuno cerca di resisterle. La maggior parte la subisce e, a volte, non se ne rende neanche conto. Ecco allora cosa dire per sembrare meglio di come si è
- Controllare il telefonino ogni tre minuti, a scongiurare l'improbabile ipotesi che si sia avuto un momentaneo abbassamento dell'udito e non si sia sentito il segnale di arrivo dell'sms. Deplorare. (Variante) Se si aspetta da più di tre minuti la risposta di una persona a cui si è sentimentalmente interessati/e, considerare la possibilità che si possa essere verificata un'anomala caduta del campo.
- Ogni mattina aprire Facebook proponendosi di dedicargli cinque minuti; quindi trascorrere un'ora leggendo cazzate sull'ultima cura per il cancro a base di acqua e limone. Eventualmente arrivare in ritardo al lavoro.
- Girare per casa con il telefonino in tasca perché le poche volte che non lo si è fatto, sentendolo squillare ci si è precipitati a rispondere, urtando dolorosamente il tavolo, il tavolino e la libreria. Vergognarsene.
- Tenere il telefonino sul tavolo durante un appuntamento galante è giusta causa per l'abbandono immediato. Convenirne.
- Non appena si mette piede in un albergo, meglio se su un'isola, brandire il cellulare e cominciare a vagare come un rabdomante alla ricerca del campo. Stigmatizzare.
- Avere individuato un paio di siti porno di riferimento, ma frequentarli con ansia crescente da quando Facebook a cominciato a far apparire gli annunci per l'acquisto a prezzi scontati di Cialis, Viagra ecc. Valutare se tuonare contro i temibili algoritmi dei giganti di internet.
- La volta che ci si è dimenticati di ricaricare la powerbank del cellulare avere perso anni di vita a causa dello stress ed essersi comportati come tossici per tutta la sera domandando urbi et orbi: "Scusa, hai mica il caricabatterie?" Evitare.
- Notare con piglio sociologico che l'avvento dell'ebook ha reso troppo facile l'acquisto di libri incresciosi, come manuali per realizzare tutti i propri desideri in dieci giorni o saggi che promettono di insegnare a sedurre qualunque donna. Rimpiangere i tempi in cui lo sguardo di commiserazione della cassiera era un deterrente sufficiente a inibire le pulsioni d'acquisto più deteriori.
- Essere diventati bravissimi ad apparire fighissimi nelle chat, grazie al sapiente dosaggio di frasi a effetto, citazioni pseudocolte e cospicue dosi di delicata sensibilità, ma dileguarsi non appena lei propone di incontrarsi nella vita reale. Aborrire.
- Avere trascorso tre ore sul Milano-Roma guardando inutilmente malissimo due workaholic che hanno telefonato ad alta voce per tutto il tempo.
- Tuonare contro quelli che possiedono più di un cellulare, ma non rispondono mai. Se il contesto è sufficientemente basico far partire una gran pippa sulle aberrazioni della contemporaneità.
- Di tanto in tanto rievocare l'immortale battuta guzzantiana: "A abboriggeno, ma io te, ma che cazzo se dovemo di'?"
- Notare con disincanto che negli Stati Uniti per curare la IAD (Internet Addiction Disorder) si sta sempre più diffondendo la psicoterapia online. Per lasciare immaginare un vasto retroterra culturale, citare il Comma 22.[1]
- Interrogarsi se lo shopping online possa essere considerato una forma di dipendenza digitale. Rispondersi di no, quindi acquistare un indispensabile utensile che tiene in ordine le chiavi, affinché non facciano rumore nelle tasche, e all'occorrenza si può trasformare in un pratico e divertente coltello da trapper.
- Vietare ai figli di giocare alla Playstation per più di un'ora al giorno. Se richiesti dagli stessi di giustificare tale divieto e incalzati con domande sempre più specifiche, chiudere la questione con: "Perché di no." Recriminare sulla diffusione degli sciagurati insegnamenti del dottor Spock.
- Non appena si sente il segnale di arrivo di un sms, interrompere qualunque attività – sposarsi; sesso; farsi otturare una carie – per leggerlo assolutamente entro tre secondi. Di seguito, sorridere smodatamente per alleggerire l'atmosfera e, se possibile, dissertare a casaccio sulla schiavitù tecnologica.
- Ricordare che Bernardo Provenzano è riuscito a protrarre la sua latitanza per 43 anni comunicando solo con i pizzini.
[1] Comma 22. "Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo." (da Catch 22, Joseph Heller, 1961)
Il Foglio sportivo - in corpore sano