Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice
Le serie tv
Si guarda la tv solo per loro. Secondo alcuni sono molto meglio dei film. Secondo altri sono i feuilletton della nostra epoca. Che ne siate dipendenti o le snobbiate non potete esimervi dal tranciare giudizi in merito
- Appena possibile infilare l’espressione “binge watching” in qualunque discorso. Sperare che ci sia ancora qualcuno che non sa cosa sia per tirarsela.
- Fino a pochi mesi fa in ogni ufficio c’era sempre il collega smanettone e pusher che intasava la rete scaricando come un pazzo e poi distribuiva le serie tv a tutti gli altri.(*) Ora tutto passa da Netflix, Sky e da ultimo dal Netflix di Amazon, che ha anche un nome suo, ma tutti lo chiamano così. Dirlo in tono sociologico.
- Sono diventate un argomento inevitabile. Qualora ci si ritrovi a un aperitivo con qualcuno/a dalla conversazione non esattamente brillante, vi si può sempre ripiegare evitando la catastrofe.
- Per le prime due stagioni sono molte le serie tv interessanti, poi dalla terza in poi diventano quasi tutte una puttanata. Convenirne. Affermare che è una faticaccia riuscire a mantenere un costante livello qualitativo in una lunga serialità suggerisce che si è addentro all’affascinante mondo della creatività.
- Dire che la differenza tra le serie tv nostrane e quelle americane è che loro dispongono di un numero infinito di attori, per cui anche quello che chiude solo una porta è il miglior chiuditore di porte del mondo, mentre da noi magari il protagonista è anche bravo ma tutti gli altri sono incresciosi. Arabescare a soggetto.
- La sola forma d’arte autenticamente americana, dopo il jazz.
- Leggere saggi sulle nuove frontiere dell’intrattenimento televisivo qualifica come attenti osservatori della contemporaneità. Non è indispensabile farlo davvero, basta ricordarsi di spostare il segnalibro con regolarità.
- Sostenere che si può capire moltissimo di una persona dalle serie tv che guarda. Una volta avere smesso di frequentare uno perché aveva detto che la sua serie preferita era l’Ispettore Derrick.
- La finestrina che si apre non appena è finito un episodio, annunciando il prossimo, dovrebbe essere messa fuori legge: è a causa sua che si va a letto alle quattro. Tuonare contro.
- Stilare la classifica delle serie preferite e confrontarla con quelle degli amici. È molto chic scoprire prima degli altri il prossimo fenomeno collettivo.
- Però quelli di Game of Thrones hanno rotto con questo fatto che bisogna aspettare ogni volta un anno per la nuova stagione. Poi arriva, te la fumi tutta in qualche settimana e sei di nuovo in astinenza per un anno: è una vita da drogati. Deplorare.
- Uno studio dell’Università del Texas del 2015 stabilisce una correlazione tra depressione e consumo compulsivo di serie tv e paragona il binge watching al consumo maniacale di cibo. Concluderne che per questo si preferisce un buon libro superappassionante. Se l’affermazione suscita eccessivo scetticismo ammettere che si stava scherzando. (Vedi seguente)
- Sostenere che le serie tv possono svolgere una formidabile funzione terapeutica in alcuni momenti particolarmente difficili della vita, come quando si è appena stati lasciati dal/la partner; la stessa che fino a qualche anno fa veniva assolta dai dvd di commedie romantiche. Convenirne.
- Alla domanda “Cosa ti ha tolto la dietologa per perdere dieci chili?” rispondere “Il binge watching”. Molto avanti.
- Soffrire di una particolare forma di narcolessia per cui dopo venti minuti di qualunque serie tv si perde conoscenza, indipendentemente dal valore della stessa. Notare che se si soffre di questa frustrante sindrome è inutile mandare indietro l’episodio fino all’ultima scena in cui si era ancora svegli, giacché ci si riaddormenterà inesorabilmente allo stesso punto. Dopo tre o quattro tentativi rinunciare, arrivare a fine episodio per un senso di completezza e andare a dormire senza aver capito nulla. Rammaricarsene.
- Le serie tratte dai personaggi della Marvel devono per forza essere tutte immancabilmente una cazzata? Lanciare la domanda e aspettare lo scatenamento della rissa.
- Aborrire il malcostume di postare in tempo reale sui social notework commenti relativi all’ultimo episodio della serie tv del momento. Proporre l’istituzione del reato di spoiling.
- Alcune settimane fa avere chiamato per sbaglio durante una cena tra amici una serie tv “telefilm” e avere suscitato un impetuoso moto di solidarietà tra i cinquantenni che si sono alzati e sono venuti ad abbracciarvi calorosamente. Esserne rimasti turbati.
(*) Vedi Manuale di conversazione “Le serie tv” del 25 marzo 2011.
Il Foglio sportivo - in corpore sano