La dichiarazione d'amore in pubblico
È di gran moda di questi tempi. Praticamente è la versione superturbo dei bigliettini dei Baci Perugina. In ogni caso, che pratichiate la disciplina o la disprezziate, non mancate di parlarne con superficialità e convinzione
• Essere contro.
• Trovarla un’americanata insopportabile. Deplorare.
• È una questione culturale: per noi è incomprensibile, ma se si è nate in California è la cosa più bella che possa accadere. Di seguito chiosare che gli USA sono un paese pronto per una dittatura.
• Al di fuori degli Stati Uniti il proprio fidanzato che si inginocchia porgendo un anello nel mezzo di un ristorante affollato, è giusta causa per interrompere il fidanzamento. Convenirne.
• Non avere mai capito perché le commedie romatiche hollywoodiane si concludano spesso con improbabili dichiarazioni d’amore in pubbico. Interrogarsi se siano state queste a creare il malcostume o se, invece, non si siano limitate a riflettere un malcostume già diffuso. In ogni caso, deprecare.
• Sostenere che, in fondo, checché ne dica, anche l’europea più smaliziata vorrebbe essere protagonista di una dichiarazione d’amore con tanto di inginocchiamento e presentazione dell’anello in piazza del duomo. Chiosare che gli americani hanno il privilegio di poter essere ingenui.
• Sostenere che in America la psicanalisi ha avuto così tanto successo fondamentalmente per venire in soccorso di quelli che hanno investito cifre considerevoli per dichiararsi nel modo più plateale possibile e si sono visti respingere.
• Tuonare contro la pedissequa importazione di modelli culturali anglosassoni che non ci appartengono.
• Ti desidero come un piatto di pasta di ritorno da un viaggio all’estero. (Graffito murale)
• Notare che è sempre l’uomo che la fa alla donna e mai il contrario. Far partire un pippone sui ruoli archetipici e/o sulle differenze di genere.
• Fedez- Ferragni: evitare di parlarne. Usuratissimo.
• Scrivere frasi d’amore sul marciapiede davanti alla casa della propria amata sperando così di convincerla a tornare, nella scala dei comportamenti umani umilianti viene persino più in basso del farsi beccare a guardare un porno dalla propria fidanzata sostenendo di esserci capitati per caso facendo zapping. Convenirne.
• Speaker del telegiornale che propongono in diretta alla collega di sposarli; calciatori che baciano la giornalista sportiva che li sta intervistando; cantanti che chiamano sul palco la fidanzata per presentarle l’anello: deplorare senza distinzione. Tacciarli di esibizionismo.
• Essere scettici sull’opportunità di dichiararsi via Facebook. Convenire, però, che è sempre meno patetico del mettere “Mi piace” a qualunque post, per quanto cretino, di quella che si vorrebbe sedurre.
• Detestare tutte le dichiarazioni d’amore in pubblico, tranne quelle di “Innamorato fisso” di Maurizio Milani. Convenirne.
• Aborrire. A meno di non trovarsi in un reality show. Replicare che anche il trash bisogna saperlo portare.
• Essere contrario perché si crea un livello di aspettative che sarà inevitabilmente disatteso nel corso della relazione: se per dichiararsi si è affittato un’affissione a Times Square, per il primo anniversario cosi si dovrebbe fare? Comprare uno spot durante il Superbowl? E per il decimo? Scrivere “I love you” sui tetti dei grattacieli di New York, così che si possa leggere con Google Earth? Accumulare esempi ad libitum.
• Proporre punizioni esemplari per quelle coppie di grafomani che dichiarano il proprio amore sui muri del Colosseo o di altri monumenti storici.
• È lo status del momento; ha sostituito l’homevideo porno in rete, in gran voga fino a qualche tempo fa. Oggi non avere sul proprio sito neppure un video con una dichiarazione d’amore in pubblico è una poveracciata. Convenirne.
• Se anagraficamente adeguati, si può citare “Ho scritto t’amo sulla sabbia” di Franco IV e Franco I (Un disco per l’Estate 1968), come esempio di discrezione.
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