Le riunioni
Sono la spada di Damocle che pende su ogni impiego. Sapere che atteggiamenti tenere durante il loro svolgimento è l’unica, vera, efficace chiave del successo. Ecco allora alcune perle di saggezza da mandare a memoria
• Il loro scopo è essenzialmente quello di fare un’altra riunione.
• Qualunque piccolo problema può diventare irrisolvibile se si riescono a fare abbastanza riunioni per risolverlo.
• L’unica cosa che bisogna assolutamente imparare a fare in un’organizzazione complessa. Non è indispensabile che tali riunioni abbiano uno scopo preciso.
• Di tanto in tanto citare Churchill: “La democrazia è il peggior sistema di governo. Sfortunatamente non se ne è ancora trovato uno migliore.” Di seguito, decidere autocraticamente cosa fare.
• Se qualcuno suggerisce una modifica della verbalizzazione del concetto alla base della vostra presentazione, evitare di prenderlo per il collo, ma superarlo sul piano culturale replicando: “Se Leopardi invece di ‘Sempre caro mi fu quest’ermo colle’ avesse scritto ‘Mi piace andare in collina’ forse non ne parleremmo ancora oggi”.
• Essenziale è riuscire a partecipare a un gran numero di riunioni senza mai prendere alcuna decisione. Se si riesce a non prenderne un numero sufficiente, la presidenza è la naturale conseguenza.
• Lo scopo primario delle conference call è riuscire a capire chi vi partecipi e se “Ci siamo tutti?”
• Se durante una conference call non si capisce bene un intervento a causa del gap linguistico, è fondamentale dire “I got your point”. In questo modo ci si può esimere dal tenerne conto in alcun modo. Peraltro se l’autore dell’intervento è il più alto in grado, consente anche di prendere tempo, nella speranza che l’intervento di qualcun altro offra la possibilità di capire cosa è stato detto.
• Ricordarsi sempre di dire che le riunioni in inglese sono facili da seguire, tranne quando vi partecipano degli inglesi, gli unici al mondo a non parlare quella forma del tutto particolare della loro lingua che il meeting english.
• Chiamarle sempre meeting. Contestualmente non mancare di stigmatizzare la mania anglofila.
• Se si è saliti sufficientemente in alto nella gerarchia aziendale, uno dei massimi spassi è fare un’affermazione e poco dopo, quando tutti si sono già affrettati a convenire, cambiare repentinamente idea per stanare i leccaculo.
• Cos’è un cammello? Un cavallo dopo la riunione con gli account. (Antico adagio polemico dell’advertising internazionale)
• Prima di dare un suggerimento che manda al macero sei mesi di lavoro ricordarsi sempre di pronunciare la formula: “Non voglio fare il vostro lavoro, ma io qui ci vedrei...”
• Avere sviluppato la più grande ammirazione per un’azienda di Amburgo, dove la sala riunioni è priva di sedie, affinché le riunioni durino non più di quindici minuti.
• La perfezione mistica di una riunione si raggiunge quando dopo due ore nessuno ha capito cosa è stato deciso e quindi viene subito fissata un’altra riunione per capirlo. Convenirne.
• Divertirsi a distruggere sistematicamente qualunque affermazione di un partecipante alla riunione scelto a caso, a prescindere dall’erroneità, perché è dura essere uomini dopo le cinque del pomeriggio.
• Indire una riunione dopo le sei di sera dovrebbe essere consentito solo qualora gli Estranei di Game of Thrones abbiano lanciato l’attacco. Convenirne.
• Una legge non scritta della vita aziendale dice che un concetto strategico che alle 15 è mediocre, alle 18 diventa brillante. Per questo i dirigenti più rampanti indicono sempre le riunioni alle 18. Saperlo.
• I più bravi riescono a ricevere fino a dieci telefonate durante una riunione, a cui devono rispondere assolutamente. Quindi, quando è palese che è impossibile continuare così, spostano la riunione a data da destinarsi. I migliori riescono a non destinarla mai più.
• Flirtare durante le riunioni è un buon modo per combattere la noia. Se si flirta con il/la cliente, il quid sacrilego rende tutto più interessante.
• Piuttosto che farsi cogliere a cercare di resistere inutilmente al colpo di sonno, è molto più saggio chiudere palesemente gli occhi non appena comincia la riunione, simulando un’intensa concentrazione.
• Se qualcuno vi sta innervosendo con domande incalzanti o obiezioni scomode, cercare di liquidare l’importuno affermando che la questione non è all’ordine del giorno.
• Se si è sufficientemente alti in grado, dire una parolaccia di tanto in tanto accorcia le distanze con i sottoposti; buttare lì un’espressione in dialetto, specialmente dopo una telefonata in inglese o – meglio – in francese, fa capire che in fondo siete rimasti il ragazzo semplice di una volta; lasciare trapelare una certa intolleranza per le tortuosità burocratiche palesa che non siete proni alle logiche aziendali.
• Più alto è il grado all’interno di un’organizzazione, minore è lo sforzo che si deve sostenere per partecipare a una riunione, giacché è sufficiente ripetere quanto è già stato detto in tono ultimativo.
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