Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice
I coccodrilli*
Non si possono evitare. Sono quasi sempre tutti pieni di elogi, tranne quei pochi che vogliono essere diversi. Ecco allora come orientarsi nella giungla dei media “In morte di”
• Andarne matti.
• Gareggiare con gli amici a chi scoprirà per primo un articolo critico sulla figura del defunto in mezzo a una marea di encomi.
• È molto chic mostrare agli amici alcuni articoli che vi davano per morti.
• Ricordare la celebre frase di Mark Twain: “Le notizie sulla mia morte sono state enormemente esagerate”.
• Se si ha possibilità di scrivere sui giornali, non mancare di pubblicare un pezzo che sappia sapientemente bilanciare le zone d’ombra e di luce del defunto per segnalarsi come attento esegeta della contemporaneità e distinguersi dal coro stereotipato degli elogiatori.
• Sui social network postare dei commenti in cui si chiama lo scomparso col nome di battesimo, a significare un’intimità in realtà inesistente. Per esempio: “Ciao, Lucio. RIP.”. Valutare se tale tecnica possa essere considerata una variante estrema del name dropping.
• Al terzo giorno che i telegiornali parlano della scomparsa di un personaggio pubblico indignarsi dicendo che di X non se ne può più, a suggerire una virile ruvidezza che in realtà nasconde una profonda tenerezza.
• Tuttora insuperato il compianto televisivo sulla poltrona vuota di Aiazzone da parte di Guido Angeli.
• Da bambino avere immaginato spesso folle in lacrime che compiangevano la propria prematura scomparsa. Per suggerire un vasto bagaglio culturale ricordare una scena analoga in Tom Sawyer.
• Con tono opportunamente cinico rivelare che nella redazione dei giornali ogni dicembre si aggiorna la lista dei coccodrilli da tenere pronti per i morituri del nuovo anno.
• Ricordare il grandissimo Dino Risi che negli ultimi anni della sua vita ha rilasciato un’intervista in cui dichiarava che gli sarebbe seccato moltissimo morire a pochi giorni di distanza da Mario Monicelli, incorrendo così nella stessa spiacevole evenienza toccata in sorte a Ranieri di Monaco, del tutto eclissato dalla morte di Giovanni Paolo II.
• Continuare da anni a rimaneggiare il proprio epitaffio a scopo apotropaico: “Proprio ora che cominciavo ad abituarmi.”
• Divertirsi a scrivere coccodrilli per i propri amici. Chic. (Vedi seguente)
• Preferire la raffinata pratica dell’epitaffio preventivo. Si segnalano quelli composti da Indro Montanelli per molti suoi contemporanei. Su tutti, per perfidia, il proprio: “Qui riposa Indro Montanelli. Genio compreso, spiegava agli altri ciò ch’egli stesso non capiva”.
• Trovare profondamente scorretto che alcuni personaggi pubblici decidano di morire improvvisamente, senza alcun segno premonitore, obbligando i giornalisti a frenetiche stesure di pezzi encomiastici. Ugualmente scorretto il comportamento di chi si ostina a sopravvivere oltre oltre ogni ragionevolezza, impedendo l’uso di magnifici coccodrilli pronti da anni.
• Non appena se ne ha l’occasione spiegare con precisione da zoologo che i coccodrilli lacrimano per espellere i sali accumulati nell’organismo, non avendo sudorazione.
*Nel gergo giornalistico, articoli celebrativi pubblicati alla scomparsa di un personaggio noto ma scritti con largo anticipo.
Il Foglio sportivo - in corpore sano