Gli audiolibri
Al momento sono di gran moda. Dureranno per secoli? Scompariranno come i minidisc? Comunque, nel frattempo, ecco cosa dirne
• Essere contro.
• Roba da millennials.
• Lamentarsi che il bello di leggere “I tre moschettieri” era che si poteva immaginarsi la voce di D’Artagnan come si voleva, ora invece è quella di un attore che magari neppure si sa chi sia. Scagliarsi contro l’irregimentazione della fantasia.
• Oggi se non hai Audible sei un paria della società. Convenirne.
• Se anagraficamente adeguati, ricordare con struggimento gli sceneggiati radiofonici di Radio Uno, quando ancora si chiamava Canale Nazionale. Per esempio, “Guerra e Pace” con Claudio Gora e Andrea Giordana. Eventualmente chiedersi cosa ci facesse il Conte di Montecristo in un romanzo di Tolstoj.
• In metropolitana mentre la maggior parte delle persone gioca col telefonino o consulta febbrilmente i social network, sentirsi negli auricolari “La coscienza di Zeno” è un poderoso ricostituente del proprio narcisismo e fa sentire molto migliori del prossimo. Convenirne.
• Non riuscire a sentirli perché si perde inevitabilmente il filo. Eventualmente dissertare sulle specificità dei media: il libro sta fermo, è lì a tua disposizione, e puoi leggerlo secondo i tuoi ritmi; l’audiolibro va alla sua velocità e se ti distrai concentrandoti, per esempio, su una musica o una voce particolare finisce che ti perdi la trama. Deplorare.
• Tutta la mitologia del libro: il profumo della carta, la fisicità dell’oggetto, la bellezza dei font e così via: evitare. Usurata.
• Ascoltare un audiolibro mentre si guida l’auto sarebbe un po’ come far l’amore con la fidanzata mentre si sta rispondendo a una mail del proprio capo. Arabescare.
• Avere ascoltato il passo della Madeleine della Recherche mangiando un panino Fattoria all’autogrill Cantalupa Ovest della Milano-Genova. Un’esperienza da non ripetere.
• Dichiarare che per voi il libro è solo quello di carta; tutti gli altri sono succedanei, come la Maria senza thc. Attenzione a evitare di impegnarsi in battaglie di retroguardia.
• Non avere ancora pienamente accettato l’ebook, figurarsi l’audiolibro...
• Dichiararsi una creatura analogica, quindi non amarli. Valutare se citare Goliarda Sapienza, che diceva: “Sono un organismo preindustriale.”
• Quando si ricomincia a leggere un libro di carta, si riprende dal segnalibro o, al massimo, si rilegge l’ultima pagina; quando invece si riprende un audiolibro tocca riascoltarsi l’ultima mezz’ora, ci cui, misteriosamente, non si è serbata memoria alcuna. Dolersene.
• Uno dei grandi piaceri della vita è sdraiarsi sul divano la domenica pomeriggio con un bel libro e scivolare dolcemente nell’oblio. L’audiolibro, invece, è la variante intellettuale dell’abbioccarsi davanti al televisore cullati dai rumori del Gran Premio di Formula Uno. Deplorare.
• Considerare che ogni nuova tecnologia all’inizio è stata avversata perché considerata un’involuzione. Per tirarsela dire che anche quando è stata inventata la stampa, molti intellettuali la consideravano una novità che avrebbe portato alla perdita dell’uso della memoria.
• audiolibriL’altro giorno vostro figlio adolescente si è alzato da tavola dicendo “Vado di là ad ascoltare un libro.” Avere concionato per un quarto d’ora contro le storture della contemporaneità. Avere smesso solo quando vostra moglie vi ha detto: “Caro, oggi niente caffè, eh, che ti sale la pressione.”
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