Le francesi non sono di questa terra
Laure Boulleau torna in campo a 31 anni dopo un serio infortunio. E se dovesse andar male? “Nuove generazioni stanno arrivando, una vita da donna mi attende”
Del perché le francesi ci danno una pista (pure al giuoco del calcio e pure se non sono Catherine Deneuve). La ragazza si chiama Laure Boulleau, è bionda avendone l’aria in quel modo distratto e irresistibile che riesce solo alle francesi e, come a tutte loro, anche addosso a lei un maglione liso e imbarazzante diventa lingerie. E’ una sintesi perfetta tra Diane Kruger e Laetitia Casta e, naturalmente, non ne è consapevole. Al giornalista che le ha domandato dove ha trovato la forza per rimettersi in sesto e tornare a giocare, dopo l’infortunio che le ha spappolato il bicipite femorale della coscia sinistra, dal momento che era l’ultimo di una lunga serie e, soprattutto, alla luce del fatto che ha 31 anni e, quindi, non molti altri da passare in campo, ha risposto: “Voglio un finale elegante per il libro che potrei voler scrivere, un giorno, sulla mia vita”. E all’altro del Figaro che ha insistito per estorcerle una dichiarazione melodrammatica, ha detto che, se proprio non dovesse riuscire a ristabilirsi in pieno, pas mal: “Nuove generazioni stanno arrivando, una vita da donna mi attende”. E’ difensore della Nazionale francese e del Paris Saint Germain (spesso retwitta Ibrahimovic, ma lui non fa altrettanto: sembra quella canzone di Georges Dor, si tu savais comme on s’ennuie, à La Manique, te tu m’ecriraisbien plus souvent) e grandissima giocatrice di Fifa (“Una volta feci vincere il Clermont Foot contro il Barcellona: lo racconterò ai miei nipoti!”). Le giornaliste francesi scrivono al New York Times (vedasi Agnès C. Poirier, 12 gennaio) per spiegare agli americani che per loro “esistono le zone grigie” e “donne e uomini non sono in guerra permanente”, poiché per eleganza non possono scrivere la sola verità inconfutabile e cioè che le francesi non sono di questa terra. Facciamocene una ragione.
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