I Gardens by the Bay, un parco di 101 ettari reclamati al mare, probabile ispirazione del post di Grillo

Fulminato sulla via di Singapore

Massimo Morello

Un post sul blog di Grillo potrebbe far sperare che sia stato fulminato sulla via del progresso, dello sviluppo, delle grandi opere, della meritocrazia, dei vaccini, del primato della scienza e della tecnica.  Ma forse è stato solo un abbaglio.

“Singapore è divenuta la “città simbolo del sogno ambientale…al centro dell’innovazione architettonica e del design tecnologico ed è diventata una centrale elettrica globale e verde”. Così si legge in un recente post pubblicato sul blog di Beppe Grillo. L’ho scoperto grazie a Google Alert che mi segnala pagine che contengono alcune parole chiave: “Singapore”, in questo caso, che sembra aver molto colpito l’immaginazione e l’immaginario di Grillo.

 


 


 

È un post semplice, di quelli che si possono leggere in molti blog di turisti per caso. Scritto da altri non varrebbe la citazione. In questo caso, però, è sorprendente. Perché Singapore materializza una filosofia politica tanto lontana dal movimento creato da Grillo quanto la preparazione e la statura dei due fondatori: Grillo e Lee Kuan Yew, demiurgo della città stato, teorico del neoconfucianesimo, dei “valori asiatici”, modello per i nuovi mandarini cinesi (primo ministro dal 1959 al 1990, scomparso nel 2015).

 

Uniche similitudini sono la vocazione all’autoritarismo e la concessione alla successione dinastica. La prima, però, nel modello singaporeano, è “giustificata” dal contesto storico-culturale dell’Asia ed è strettamente connessa all’idea confuciana di governo dei migliori. In termini occidentali l’aristocrazia del pensiero platonico-aristotelico.

 

La successione dinastica a Singapore s’incarna in Lee Hsien Loong, figlio di Lee Kuan Yew, primo ministro dal 2004. Al tempo stesso, tuttavia, Lee incarna anche l’idea di governo dei migliori: per il suo curriculum di studi (Harvard e Cambridge) e per la sua lunga carriera militare e politica prima di assumere l’incarico di premier. Ma soprattutto il delfino ha dimostrato di essere degno dell’eredità paterna, guidando Singapore in un periodo molto complesso della sua storia e, a quanto pare, avviando un reale processo di democratizzazione. È stato sotto il suo governo, tra l’altro, che si sono materializzati molti dei progetti della “città giardino” ammirata da Grillo. Che, a differenza di quanto si riesce a capire dal post di Grillo, non si è sviluppata sulla base di un movimento popolare mentre tutti “davano per scontato che l’unico sviluppo possibile era quello già in atto”. Era già nei progetti a lungo termine del governo di Singapore.

 

Un video sulla Singapore futura. Ovvero il trionfo della scienza, della tecnologia, delle grandi opere. Un progetto di “crescita felice”.

 

Già dalle similitudini, dunque, emergono le differenze tra i movimenti politici, s’intuisce la distanza siderale tra i Cinque Stelle e il People’s Action Party (Pap) fondato nel 1954 da Lee Kuan Yew. Differenze antropologiche prima ancora che politiche.
Il concetto della meritocrazia assoluta, ad esempio, che si esprime anche nell’idea che il merito vada adeguatamente compensato. Tanto più nel caso di chi si dedichi alla politica. “I ministri che gestiscono miliardi di dollari non possono essere pagati poco, a rischio di un malfunzionamento del sistema” ha detto Lee Kuan Yew. Attenzione, però: l’avvertenza di Lee non si riferiva al rischio di corruzione, perennemente in agguato nel retropensiero italiano. Bensì, ancora una volta, al merito. “Stipendi bassi non attraggono persone che hanno o possono avere successo nella loro professione o negli affari”.
Idea riaffermata da Kishore Mahbubani, ex diplomatico, preside della Lee Kuan Yew School of Public Policy alla National University of Singapore. “La città stato ha coltivato la cultura della meritocrazia. Singapore si è assicurata che i suoi funzionari fossero reclutati e promossi in funzione del merito e adeguatamente retribuiti”. Retribuzione che viene calcolata in circa il 60% della media dei 1000 migliori stipendi in varie categorie.

 

Ciò dimostra, o deriva, da quella che, secondo Mahbubani, è una caratteristica fondamentale della filosofia politica di Singapore: evitare ogni misura populistica. Compreso il welfare state, che minerebbe le volontà individuali d’affermazione, creando dipendenza dallo stato. Il “workfare” in opposizione al “welfare” era uno di concetti cardine di Lee Kuan Yew. In compenso lo stato deve assicurare ai cittadini educazione, assistenza sanitaria e trasporti di alto livello.

 

Il populismo, secondo i teorici e i tecnocrati di Singapore, rappresenta la degenerazione della democrazia. Scrive Parag Khanna, esperto di relazioni internazionali e ricercatore alla Lee Kuan Yew School of Public Policy: “l’overdose di rappresentanza e, di conseguenza, l’infinita ricerca del consenso espone gli amministratori della cosa pubblica a ciò che, con molta approssimazione, chiamiamo populismo”. La soluzione sta in “un blend di democrazia e tecnocrazia”, “democrazia sociale e aristocrazia politica”.

 

In un complesso confronto di idee, Singapore diviene un modello di utopia o distopia. È talmente forte il suo potere d’attrazione che accade anche partendo da un post di Grillo.

 

Ma torniamo a quello per rilevare qualche altra incongruenza tra il suo movimento e la politica di Singapore.  I vaccini ad esempio. Anche a un profano appare chiaro che a Singapore sia in vigore un programma di vaccinazioni ad ampio spettro. Ed è molto ben evidenziato che le vaccinazioni contro morbillo e difterite sono OBBLIGATORIE per legge.

 

Le grandi opere, poi, sono alla base stessa di tutti i programmi del ministero per lo sviluppo nazionale (il nome stesso è un programma). Tanto che, come ha dichiarato il ministro responsabile Lawrence Wong: “Singapore potrebbe apparire compiuta… Ma non basta». Nei prossimi dieci anni, ad esempio, è prevista la costruzione di un nuovo porto che raddoppierà le capacità di quello già esistente (oggi al secondo posto al mondo per traffico di container).

 

Grande opera anche il Tuas South, il quarto inceneritore di Singapore, costruito su altri 10,5 ettari di terra reclamati al mare. Tutti assieme smaltiscono i rifiuti residuali dopo la raccolta differenziata riducendone il volume del 90% e alimentando turbine per la produzione di energia elettrica.

 

Restando in tema energetico - nel post di Grillo, Singapore è definita "una centrale elettrica globale e verde" - è bene chiarire che l’80% del fabbisogno elettrico della città è prodotto da gas naturale. Come quel gas che dovrebbe passare attraverso la Trans-Adriatic Pipeline. La minacciosa Tap. Solo che qui arriva via mare da Indonesia e Malaysia per confluire nel terminal di stoccaggio di Jurong, isola nella baia di Singapore (collegata al centro dalla metropolitana).

 

Ultimi, ma certo non meno importanti, “i poteri forti”, la finanza. I demoni della “Weltanschauung grillina” – ossimoro pari alla “decrescita felice” - si annidano tra i boschi verticali, le serre e i superalberi della “città giardino”.  E non solo perché, secondo il Global Financial Centres Index, è al quarto posto nella classifica dei maggiori centri finanziari mondiali. Ma soprattutto perché è nel suo Dna. Singapore si è sviluppata proprio per diventare tale: un centro globale in grado di attrarre investimenti, capitali finanziari e umani, divenire un laboratorio di ricerche scientifiche, geopolitiche e strategiche in grado di estendere la sua influenza ben oltre i confini della Città Stato. 

 

Se poi, nonostante tutte queste contraddizioni, Grillo continuerà nel suo percorso d’illuminato sulla via di Singapore, allora potrebbe vedere con altri occhi la potenziale Singapore italiana: Milano. Con la sua Expo che dovrebbe divenire il Milano Innovation District, il nuovo Parco della scienza, del sapere e dell’innovazione. E, sì, con i suoi boschi verticali, che proprio qui hanno l’esempio più bello nel grattacielo disegnato dallo Stefano Boeri architetti. Insomma: Milapore.

 


Stefano Boeri Architetti