La bolla dei media generazionali corre il rischio di scoppiare come l'anguria di BuzzFeed

Ottocentomila utenti convinti a guardare per quaranta minuti due persone che fanno esplodere un’anguria mettendole attorno circa 650 elastici. M pagarsi le grandi inchieste giornalistiche con i gattini, le liste e le angurie non è una scelta vincente nel lungo termine.

New York. Quando una piattaforma online riesce a convincere ottocentomila utenti a guardare per quaranta minuti due persone che fanno esplodere un’anguria mettendole attorno circa 650 elastici significa che a) la candidatura di Donald Trump non è questa cosa assurda e inspiegabile che tutti dicono e b) la suddetta piattaforma sa qualcosa che gli altri non sanno. Il “watermelon” di BuzzFeed si è lentamente deformato sotto la pressione degli elastici e infine è esploso diventando un meme, un fenomeno virale, un trending topic, gif sono state fatte e articoli serissimi sono stati scritti, migliaia di persone sui social si sono sentite in colpa e deplorate per avere usato in quel modo tre quarti d’ora di un venerdì qualunque, ma intanto lo avevano fatto, il modello BuzzFeed aveva vinto.

 

O per lo meno così è sembrato. Il Financial Times, che con la sua pressione può far esplodere qualcosa di più di un’anguria, dice invece che BuzzFeed non ha trovato il modello che l’intero universo del giornalismo andava cercando. Per un momento è sembrato che pagarsi le grandi inchieste giornalistiche con i gattini, le liste e le angurie fosse il futuro, ma lo scorso anno l’azienda ha chiuso con un 32 per cento in meno rispetto agli obiettivi di ricavo, e quest’anno le stime sono dimezzate: doveva incamerare 500 milioni di dollari, ne prenderà se va bene 250. Il board si è affrettato a dire che è tutta una bufala virale, mica vorrete dare retta a quei boriosi del Financial Times che passano il loro tempo a scrivere articoli, ricordando che investitori istituzionali e angeli della Silicon Valley in questi anni hanno colato d’oro un network passato da sensazione giovanilistica a impresa globale.

 

Questi numeri, però, hanno instillato un dubbio più generale: e se questa simpatica ondata dei media fatti a immagine e somiglianza della generazione millennial fosse soltanto una bolla? La triade degli unicorni BuzzFeed-Vice-Vox sta attraversando momenti di flessione o ridefinizione, e comunque si voglia chiamarli il fatto è la quadratura del cerchio mediatico ancora non si è trovata. Altri, ambiziosi tentativi di svecchiamento sono già scoppiati, come una bolla o come un’anguria. Il principe dei fallimenti è quello di Chris Hughes, che con il suo fare disruptive s’era illuso di traghettare nel futuro l’autorevolezza colta di New Republic. Anche a Mashable e all’Huffington Post tira aria di tagli e licenziamenti, ovunque si viaggi al di sotto delle stime di crescita. L’anguria non salverà questa generazione.

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