Gli americani spaventati da Trump leggono 1984, gli italiani un libro per affrontare la preadolescenza
La classifica di Amazon ci dice qualcosa sulla percezione del mondo dei vari popoli
New York. La settimana delle bugie di Sean Spicer e dei “fatti alternativi” di Kellyanne Conway ha fatto schizzare “1984” di George Orwell al primo posto nella classifica dei libri più venduti su Amazon. La “neolingua” e il “bispensiero” sono argomenti di gran moda, naturalmente. L’editore Penguin ha ordinato in tutta fretta una ristampa di 75 mila copie, una cifra enorme anche per un long seller come quello orwelliano. Per la verità, il titolo ha avuto altre impennate simili in passato. Nel 2013 è ritornato in classifica all’indomani delle rivelazioni di Edward Snowden sui programmi di sorveglianza del governo americano, mezzi di controllo del popolo che alle menti imbevute di cospirazionismo ricordavano la pervasiva invadenza del Grande fratello. Donald Trump non è dunque il catalizzatore esclusivo di analogie distopiche. Se però qualche anno fa Orwell andava forte cavalcando il tema del controllo, ora è il superamento della verità ad affascinare e inquietare decine di migliaia di lettori. E’ la sequenza “War is peace. Freedom is slavery. Ignorance is strenght” a suggerire collegamenti con un oggi in cui il presidente degli Stati Uniti arriva a negare anche ciò che le fotografie mostrano chiaramente. Nella classifica di Amazon “1984” è accompagnato da altri titoli distopici che hanno scalato posizioni grazie a Trump. “It can’t happen here” di Sinclair Lewis al 46esimo posto, “Brave New World” di Aldous Huxley al 71esimo, “The Man in the High Castle” di Philip K. Dick va forte, trascinato dalla nuova stagione dell’omonima serie tv che si è infine affermata dopo una prima fase a rilento.
La classifica di Amazon Italia è invece guidata da “L’età dello tsunami”, edizioni DeAgostini, che potrebbe sembrare sulle prime un tomo geopolitico-teatrale in stile Rampini, ma il sottotitolo chiarisce la tipologia dell’opera: “Come sopravvivere a un figlio pre-adolescente”. Barbara Tamborini e Alberto Pellai, “esperti di psicologia dell’età evolutiva e genitori di due figli preadolescenti”, ci conducono in un viaggio famigliare alla scoperta dei figli che fino a ieri erano “bambini angelici” e oggi sono pronti a “darvi battaglia su tutto”. Questi preadolescenti sono terribili: vi contraddicono sempre, negano le evidenze più elementari, quando dite qualcosa vi umiliano su Twitter, sono vendicativi e iperbolici, comunicano con un vocabolario elementare e abrasivo, sono impulsivi e controllano a fatica i loro istinti primordiali. Il preadolescente è così: ossessionato da dettagli insignificanti, si offende per qualunque cosa, anche il compagno di banco che lo prende in giro perché ha le mani piccole. Per fortuna non ha i codici per armare un arsenale nucleare. Se la classifica di Amazon ci dice qualcosa sulla percezione del mondo dei vari popoli, se ne deduce che i lettori americani sono angosciati dalle prospettive di un totalitarismo senza scampo e che Penguin è un editore che sa fare affari, quelli italiani sono concentrati sull’altalena emotiva di un preadolescente, un grattacapo difficile da gestire e alle volte sfibrante, ma che un giorno passerà. E’ un modo più realista per dire la stessa cosa.
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