Un tocco di Ivanka nei discorsi di papà
Lo zampino della figlia è evidente nei passaggi sulla maternità retribuita, nei riferimenti all’“aria e all’acqua pulita”. Per farlo ha triangolato anche con Hope Hicks, giovane consigliera sopravvissuta a tutte le turbolenze della campagna
C’è il tocco di Ivanka nel discorso di Trump al Congresso che sarà ricordato come il discorso della svolta presidenziale, fino alla prossima svolta (questione di ore). Lo zampino della figlia è evidente nei passaggi sulla maternità retribuita e gli “investimenti sulla salute delle donne”, nei riferimenti all’“aria e all’acqua pulita” che messi accanto all’aumento della spesa militare e al rinnovo delle infrastrutture lasciano intendere che il testo ha (almeno) due anime. Dalla Casa Bianca dicono che al termine di un intenso lavorio, martedì pomeriggio Ivanka si è seduta accanto a Stephen Miller, lo speechwriter e consigliere che è corresponsabile, assieme a Steve Bannon, delle curvature più oscure e apocalittiche nella lingua di Trump, e con il suo composto charme ha esercitato pressione sul consigliere con le cravatte più strette dell’amministrazione. Voleva alcuni riferimenti espliciti, Ivanka, ma in generale voleva un tono più positivo, aperto, qualche raggio di luce nella notte della “carneficina americana”. Per farlo ha triangolato anche con Hope Hicks, la giovane consigliera che è sopravvissuta a tutte le turbolenze della campagna – sono in pochissimi a poter dire lo stesso – e che non a caso proviene dal suo circolo imprenditoriale e modaiolo. Così anche Donald ha avuto i suoi colpi di sole. Non è che uno degli esempi del ruolo assunto da Ivanka e dal marito Jared Kushner in questo primo mese abbondante di governo. Il ruolo che la coppia si è costruita è quello di argine liberal agli eccessi conservatori del presidente, una posizione che è perfettamente in linea con l’immagine che la coppia giovane e glamour ha coltivato negli anni. L’elemento generazionale li colloca quasi inevitabilmente sulla sponda liberal della storia, e così quando i lealisti di Trump preparano un decreto per distruggere un’iniziativa obamiana sui diritti lgbt loro si mettono di traverso, insabbiando il progetto; quando il cuore conservatore dell’amministrazione architetta iniziative per affermare che i cambiamenti climatici sono falsi come una banconota da tre dollari, Ivanka e Jared cortesemente fanno deragliare tutto. E’ stata lei a invitare Leonardo DiCaprio alla Trump Tower e a incontrare Al Gore, mentre il marito insiste per non abbandonare l’accordo di Parigi sul clima. La coppia si è curata di far pubblicizzare questa specie di dissenso interno che rappresentano su questioni sensibili, allo stesso modo in cui un Bannon si premura di essere riconosciuto come anima nera della Casa Bianca, anche a costo di esagerare i suoi tratti rasputiniani fino alla parodia. E’ tutto parte dell’istintiva strategia organizzativa di Trump. Si procede per contrasti e frizioni, antagonismi e faide, proprio come nei reality show e nei regimi autoritari. Nel caso del discorso al Congresso, lo scontro è stato fra Ivanka e Miller, ma con il suo sorriso plastificato la figlia prediletta fa una ben calcolata azione di contrasto laddove lei e il merito pensano che certi eccessi di zelo possano danneggiare la causa.
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