Ricordo ancora quel giorno, 7 marzo, che ho ritirato la mia Tesla Model 3 Standard Range Plus. Lo ricordo molto bene perché il giorno successivo è scattato il primo lockdown totale per la regione Lombardia. Una beffa, perché avrei voluto subito fare diversi km, non solo testarla ma ‘teslarla’ nel vero senso della parola, ovvero cercare di capire a fondo questo oggetto totalmente innovativo e con una guida che si preannunciava 2.0. La forzatura sedentaria del lockdown mi ha però involontariamente fatto avere un approccio graduale con tutta la tecnologia presente sull’auto. Ed abbonda davvero. La cosa che colpisce di più oltre ad un ‘maxi schermo’ di ben 15 pollici che domina il cruscotto è la quasi totale assenza di tasti fisici nella vettura. Si comanda il tutto dallo schermo stesso e da due rotelline multifunzione poste sul volante. E’ molto intuitivo lo ammetto, ma altrettanto distraente alla guida. Sembra di avere a che fare con un gigante smartphone che non ti sta fra le mani e devi continuamente guardare i tasti che stai schiacciando.
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