la retromarcia
L'Alfa Romeo Milano cambia nome: ora si chiama Junior. Le polemiche con Urso e la scelta di Stellantis
La scelta di utilizzare il nome della città per il baby suv presentato in pompa magna alla presenza del sindaco Sala è durata meno di una settimana. La retromarcia dell'azienda: "Promuovere un clima di serenità e distensione"
L’Alfa Romeo Milano è durata meno di una settimana. Ha già cambiato nome, diventando Junior. Non è uno scherzo. Non è il primo aprile. È tutto comicamente vero. L’Alfa Romeo cambia il nome del suo baby suv che con tanto orgoglio aveva deciso di dedicare alla città dove era nata nel 1910 con tanto di festa nei locali dell’Automobile Club Milano alla presenza del sindaco Sala. Tutta colpa del ministro D’Urso che aveva detto: “Un'auto chiamata Milano non si può produrre in Polonia. Questo lo vieta la legge italiana che nel 2003 ha definito l'Italian Sounding, una legge che prevede che non bisogna dare indicazioni che inducono in errore il consumatore. Sarebbero indicazioni fallaci legate in maniera esplicita alle indicazioni geografiche. Quindi un'auto chiamata Milano si deve produrre in Italia, altrimenti si dà un'indicazione fallace che non è consentita dalla legge italiana". Un intervento a gamba tesa, buttato lì più per rompere le scatole che per altro. Invece, dopo nemmeno una settimana Alfa Romeo ufficializza il cambiamento: “Siamo perfettamente consapevoli che questo episodio rimarrà inciso nella storia del Marchio – ha detto Jean Philippe Imparato, il ceo di Alfa -. E’ una grande responsabilità ma al tempo stesso è un momento entusiasmante. La scelta del nuovo nome Junior è del tutto naturale, essendo fortemente legato alla storia del marchio ed essendo stato fin dall’inizio tra i nostri preferiti e tra i preferiti del pubblico. Come team scegliamo ancora una volta di mettere la nostra passione a disposizione del Marchio, di dare priorità al prodotto e ai clienti. Decidiamo di cambiare, pur sapendo di non essere obbligati a farlo, perché vogliamo preservare le emozioni positive che i nostri prodotti generano da sempre ed evitare qualsiasi tipo di polemica. L’attenzione riservata in questi giorni alla nostra nuova compatta sportiva è qualcosa di unico, con un numero di accessi al configuratore online senza precedenti, che ha provocato il crash del sito web per alcune ore”.
La Junior resterà per sempre la Milano, ma questo in fin dei conti importa poco. È clamoroso che Alfa Romeo decida di cambiare il nome per dar ragione a un ministro che di ragione ne aveva ben poca. Il bello è che lo racconta pure: “Pur ritenendo che il nome Milano rispetti tutte le prescrizioni di legge, e in considerazione del fatto che ci sono temi di stretta attualità più rilevanti del nome di una nuova autovettura, Alfa Romeo decide di cambiare il nome da Milano a Junior, nell’ottica di promuovere un clima di serenità e distensione”, recita il comunicato ufficiale. Stellantis non vuole irritare ulteriormente il governo italiano. Ha ancora molti favori da chiedere e quindi decide di tirare una riga dritta sul nome scelto dalla stessa gente. Costa meno che portare la produzione della baby Alfa in Italia (“Dovremmo far pagare ogni vettura 10 mila euro in più”, ha detto Tavares). “Noi non facciamo politica, ma business”, ha aggiunto Imparato motivando il nuovo battesimo. È un po’ come porgere l’altra guancia per evitare di prendere una sberla ancora più grossa. Adesso aspettiamo la prossima puntata. Magari con qualche idea per cercare di risolvere la crisi del settore, piuttosto che raccontarci altre barzellette.
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