Effetto Gucci su Valentino: via Stefano Sassi arriva Jacopo Venturini
Il manager è il nuovo amministratore delegato. È la terza volta che rientra nella maison: “Valentino, per me, significa heritage e al contempo il futuro, sarà un piacere lavorare fianco a fianco con Pierpaolo Piccioli”
Secondo innesto-Gucci in Valentino in tre mesi, e questa volta è il boss. Dopo Alessio Vannetti come chief brand officer a inizio marzo, nella maison fondata dal formidabile vogherese che ieri ha festeggiato 88 anni sotto una pioggia di post amorosi da tutto il mondo arriva come amministratore delegato Jacopo Venturini. Il mago del merchandising strategico, l’uomo che prende le idee dei direttori creativi e le trasforma in oggetti del desiderio, come ha fatto a fianco di Alessandro Michele e sotto la guida di Marco Bizzarri in Gucci.
Si tratta di una figura indispensabile in Valentino dove, a dispetto degli ottimi risultati di Stefano Sassi, il ceo che l’ha guidata per quattordici lunghi anni portandola da 260 milioni a 1,2 miliardi di giro d’affari fra tre proprietà diverse (gruppo Marzotto, fondo Permira, fondo sovrano del Qatar, Mayhoola), e la lunga crisi del 2008, il passaggio fra la cultura e l’eccellenza estetica del direttore creativo Pierpaolo Piccioli e il “prodotto” da mettere in vetrina è stato particolarmente faticoso in questi ultimi anni, al contrario di quanto è accaduto, per esempio, in Dior con la direzione creativa dell’ex partner creativa di Piccioli, Maria Grazia Chiuri.
Per Venturini, nato professionalmente in Rinascente, il cui nome alla guida di Valentino circolava già lo scorso gennaio, si tratta del terzo rientro nella maison: dopo aver ricoperto a lungo il ruolo di buyer per il department store milanese, il manager era stato nominato brand manager delle collezioni donna e uomo di Valentino, rientrandovi come collection director e retail image director nel 2008 dopo un passaggio in Prada. Nel 2015, Bizzarri l’aveva chiamato in Gucci come vicepresidente merchandising e global market. Dietro agli accessori del desiderio dell’ultimo ventennio, si troverebbe sempre il volto simpatico e l’alta figura di Venturini: le scarpe rockstud di Valentino, i mocassini col pelo di Gucci, certe sneaker fuori-misura che hanno sedotto l’Asia e, dopo qualche sconcerto, lanciato una moda globale, le collezioni ispirate all'Italia del grande benessere per Prada, un certo gusto per il decorativismo che mette allegria.
“Valentino, per me, significa heritage e al contempo il futuro, sarà un piacere lavorare fianco a fianco con Pierpaolo”, dice Venturini, fra il plauso dello stesso Sassi che già lo scorso gennaio, all’ultima tornata di sfilate haute couture dell’èra pre-Covid, era sembrato pronto a lasciare, nei tempi e nei modi giusti si intende. Il clima è cambiato moltissimo, bisogna ricostruire le dinamiche del desiderio in un mondo che ha paura di uscire di casa e sempre meno occasioni, almeno per il momento, di sfoggiare in pubblico i propri acquisti. Dunque, non è un caso che il presidente di Mayhoola, Rachid Mohamed Rachid, si dica certo che “Jacopo, con la sua visione acuta e la sua capacità unica nel percepire i cambiamenti di mercato, immetterà in Valentino nuove energie”. La moda ha bisogno di rivestirsi di nuovo.
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