La popstar Harry Styles, apparsa sulla copertina di Vogue in abiti da donna, strilla di aver "abbattuto le barriere". Ma la fluidità dell’abito, che non implica per forza quella sessuale, appartiene da millenni all'umana quotidianità
Duole molto dover sconfessare la popstar Harry Styles, primo uomo apparso sulla copertina di Vogue America in abiti da donna, quando strilla di aver “abbattuto le barriere” col suo gesto. Le barriere al suo gesto erano state poste nell’Ottocento, dopo circa tremila anni di infinite molteplicità vestimentarie, perfino nell’Occidente che è ormai diventato la sentina di ogni nequizia, e sono state già ampiamente abbattute nei decenni scorsi per mezzo di pop star di uguale se non superiore caratura alla sua, vedi David Bowie. Il drag, il cosplay, la fluidità dell’abito, che non significano necessariamente quella sessuale, ma una ricerca di identità e di ruolo, appartengono all’arte del teatro, della ritualità, ma anche dell’umanità quotidiana, da millenni.
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