Essere “verdi” per la moda non è più un vezzo, ma una necessità assoluta per continuare a garantirsi investimenti e liquidità. La sostenibilità, non solo in chiave ambientale ma anche sociale e di genere, è il nuovo mantra dei fondi di investimento mondiali, i cui capitali provengono soprattutto dai millennial. Detta così, scelte come quella di Moncler, che ha lanciato una nuova linea di giacche realizzate con materiali completamente ecologici, o di Gucci, che sta riducendo le emissioni di gas serra e partecipando alla ricostituzione di foreste, appaiono meno romantiche. Ma tutto sommato è meglio così. La sostenibilità è un tema troppo importante per la moda, per continuare a parlarne in modo ambiguo alimentando il sospetto che dietro gli sforzi di rinnovamento delle aziende ci sia una strategia di marketing. Meglio dire con chiarezza che è necessario investire, incubare e sperimentare soluzioni alternative, perché dal mercato arriva la richiesta di un profondo cambiamento che parte dai tavoli di disegno e arriva fino alla vendita, come spiega Mckinsey nel suo ultimo rapporto, in cui stima uno spreco di materiali nel ciclo produttivo superiore al 12 per cento.
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