il foglio della moda
L'incanto milionario
Il settore delle aste di accessori e gioielli di personaggi famosi, da sempre appannaggio di collezionisti e cultori del genere, sta conoscendo un vero e proprio boom. Anche grazie all'attività degli influencer
Sono passati più di due anni da quando Margherita Manfredi guidò un’eccezionale asta di Finarte a Milano in cui furono battute centoventi borse di Hermès, appartenenti a un’unica collezione di un facoltoso signore rimasto anonimo, tra le quali una Birkin in coccodrillo color fucsia venduta per quasi 60 mila euro. “Quel momento ha sancito il nostro ingresso in un segmento nuovo che è l’alta moda di seconda mano – racconta Manfredi, capo dipartimento fashion vintage di Finarte – In alcuni paesi, in Francia per esempio, le aste di accessori e abbigliamento usato sono un fenomeno in voga da anni, ma in Italia è esploso più di recente e coincide con l’aumento della domanda di lusso da parte delle fasce più giovani. Ma tutto questo c’entra poco con la sensibilità per l’ambiente, la lotta agli sprechi e il riuso di oggetti. Nasce, piuttosto, dall’esigenza di appagare un desiderio di bello e griffato a costi contenuti.
Si spiega con la crescita del ruolo degli influencer, che indossano vestiti e accessori di grandi case e dettano così uno stile, come fa Chiara Ferragni quando sui social sfoggia una borsetta Kelly per ogni ora della giornata. Insomma, direi che è un fenomeno di costume”. Le aste di accessori e gioielli di personaggi famosi sono sempre state appannaggio di collezionisti e cultori del genere. Tre anni fa, per esempio, l’abito indossato da Marilyn Monroe alla festa di compleanno di John F. Kennedy, quando intonò suadentissima “Happy Birthday Mr President” è stato venduto per la stratosferica cifra di 4,8 milioni di euro. Ma in questo caso il vestito è paragonato a un’opera d’arte contemporanea e non viene acquistato per essere indossato, bensì per essere custodito, esposto in una galleria e magari rivenduto in futuro a un prezzo ancora maggiore. “La vendita di fashion vintage, invece, rappresenta un fenomeno nuovo, più popolare, se così si può dire, che sta conquistando un vasto pubblico per la sua capacità di rappresentare un canale di accesso al mondo del lusso a buon mercato. Fatta eccezione per casi come Hermès, i cui foulard e borse di trent’anni fa vengono addirittura venduti a prezzi più elevati rispetto ai nuovi in commercio perché c’è una clientela che vuole ritrovare colori e disegni che oggi non esistono più”, prosegue Manfredi.
Non solo antiquariato, quadri e gioielli: le case d’asta si sono buttate su un nuovo business comunque affine all’attività tradizionale, in linea con i tempi e con possibilità di margini elevati. “Una borsa di seconda mano di Chanel, per esempio, con un po’ di fortuna si può comprare a 1300-1500 euro in un’asta vintage rispetto a 3-5000 euro che è il prezzo in vetrina. Chi viene a questi eventi aspira a portarsi a casa capi di lusso che vuole indossare alla prima occasione. E poco importa se c’è stata la pandemia. Anzi, proprio il lockdown ha incrementato le aste online alle quali possono partecipare persone da tutto il mondo. E le vendite sono schizzate proprio durante il periodo in cui si stava chiusi in casa. Chi non ha speso per andare a cena fuori o per un viaggio spesso ha impiegato liquidità per abbigliamento e accessori griffati”. Cultori, da un lato, e consumatori, dall’altro. Ma a volte le due cose coincidono, come per Sotheby’s, la casa d’aste britannica che fino a oggi espone a palazzo Serbelloni, a Milano, una selezione di lotti offerti nell’asta “Life is beautiful” tra i quali figurano anche borse e accessori di moda vintage. “Life is beatiful vuol ricordare i tempi della Dolce Vita e del boom economico dell’Italia – dice Sara Miconi, responsabile del dipartimento gioielli Sotheby’s - È anche strano doverlo ricordare, ma c’è stato un tempo in cui nel nostro paese era assolutamente normale che maestri artigiani producessero, per esempio, set di valigie per facoltosi clienti dell'epoca che ne fruivano quotidianamente. Nessuno pensava che un giorno potessero diventare oggetti di culto da ricercare in asta e invece è accaduto, merito dell’altissima qualità e stile senza tempo”.
Esiste un target di pubblico disposto a investire in questi oggetti e ne fa uso regolarmente? “Assolutamente, si”, replica la casa d’aste. Sotheby’s è stata tra i primi a intercettare il nuovo trend a livello internazionale promuovendo eventi tra Milano, Parigi, New York e Londra (nel 2019 l’asta di abbigliamento e accessori Chanel). Ma quando si è resa conto della crescente domanda tra il pubblico, ha deciso di dedicare una sezione del suo sito all’acquisto diretto tramite la piattaforma “Buy Now” che consente di accedere direttamente al vintage di lusso, proprio come si fa sulle piattaforme di e-commerce. Qualche esempio? Ci sono borse di Louis Vuitton da 3 mila, 3600 e anche 6mila euro: non c’è l’ebbrezza di contendersi il bene con qualcuno ma la sicurezza di portarsi a casa ciò che si desidera. Poi c’è il capitolo delle sneakers. Un mondo a parte che sintetizza il desiderio di un oggetto di lusso con il culto del personaggio condito con un po’ di follia: le snickers indossate da Michael Jordan in una famosa partita del 1985 sono state vendute sul sito di Sotheby’s a 560 mila euro a maggio 2020. Ma il risultato più alto per la casa d’aste britannica è stato quest’anno: 1,8 milioni di dollari per le Nike Air del cantante Kanye West indossate durante i Grammy del 2008.
Alla Scala