La moda circolare è (ancora) molta narrazione e poca sostanza
Nel nostro paese ci sono ampissimi margini di miglioramento sul riciclo-riuso della moda di alta gamma. Dario Minutella, principal della società di ricerca e consulenza internazionale Kearney, ci spiega il mercato italiano del vintage
In Italia ci sono ampissimi margini di miglioramento sul riciclo-riuso della moda di alta gamma, che peraltro in buona parte produciamo noi. In occasione dell'uscita del Foglio della Moda di ottobre, in edicola oggi (ma lo troverete forever online), Fabiana Giacomotti, curatrice del mensile che esce ogni primo giovedì del mese in allegato con il quotidiano, ha fatto una chiacchierata con Dario Minutella, principal della società di ricerca e consulenza internazionale Kearney, che ha realizzato la prima grande ricerca sul mercato del second hand (vintage per la quota sofisticata del sistema).
Rispetto alla Germania, ri-usiamo la metà, e chi compra vintage sono soprattutto donne ultraquarantenni residenti al centro sud, che puntano all'affare griffato. Insomma, l'idea che ci siamo fatti di un mercato "giovane e affluente" è sbagliatissima. Anche in Francia. Per non dire degli Usa