La gallery

Ecco I "maschi di Pitti" al muro

Grande successo per la kermesse (e per noi, ben gentili)

Fabiana Giacomotti

Non siamo certi che il ceo di Pitti Immagine, Raffaello Napoleone, sarà felice di quanto stiamo per scrivere, ma un'edizione di Pitti Uomo migliore di questa appena conclusa non l'avevamo mai vissuta, e questo a prescindere dall'evidenza che – senza grandi eventi causa pandemia – la "fiera della moda maschile" fosse proprio una fiera e non, almeno in apparenza, il grande momento culturale progettato molti anni fa da Marco Rivetti.

 

Era una fiera, con quasi 600 espositori per il côté uomo, 170 per il Pitti Bimbo annesso. E allora, che cosa c'è di male a non voler sembrare diversi da quello che si è? Abbiamo capito molto di più di tendenze questa volta (molto forte la maglieria, fantastici gli imper, calzature grandiose, siamo davvero i primi al mondo) di quanto ci sia mai capitato quando i visitatori erano 30mila, invece di 8mila come in questi giorni, e fin troppi arrivavano in versione flaneur, vestiti e impettiti come pavoni, spesso come tacchini.

 

Chi è arrivato a Firenze – imprenditori e buyer confermano – aveva scopi ben precisi: vedere, capire, comprare. Nessuno ha perso tempo. Molto felice il presidente Claudio Marenzi, entusiasta Roberto Collina che parla del ruolo fondamentale di Pitti Uomo, rassegna mondiale unica (le altre si sono perse per strada negli anni). Parecchi compratori dal nord Europa, qualche coraggioso dal nord America nonostante la disinformazione fatta Oltreoceano sul "nostro" Covid (cari colleghi, trovate altri argomenti per riempire le pagine quotidiane, ci stiamo facendo del male e ci rimettete anche voi). Last but not least, ecco la nostra gallery per il "muro dei maschi", grande iniziativa del Foglio della Moda. Ecco una parte degli autori davanti al loro "quote". C'è ancora tempo per mandarci il vostro pensiero sull'evoluzione (o involuzione) dell'uomo. Verrà pubblicata.

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